4 Gennaio 2025
10:50
Dal pezzotto al fuffa guru, dal razzismo immobiliare al pandoro-gate: i neologismi del 2024
ITALIA – Anche quest’anno il Libro dell’Anno Treccani 2024, evidenzia le parole entrate nell’uso comune ma non destinate necessariamente ad essere accolte dai dizionari. Il volume menziona una serie di termini iunediti e molto utilizzati nel 2024 come amichettismo, arciterrorista, pezzotto, agrobiodiversità, razzismo immobiliare, trappola al miele, trenopolitana, fuffa guru, espressioni legate alla politica come campo largo, spacca-Italia, autonomia differenziata e anche vannacciano e fare una Decima e alcune reminiscenze latine o pseudolatine, quali ad esempio ius scholae o baratellum. “Il nostro è un compito di osservatorio della durata di vita di queste parole – spiega la Treccani – e nel Libro dell’Anno Treccani 2024 ci siamo limitati a registrare le forme più diffuse nei mezzi di informazione, consapevoli che spesso poche di queste parole sono destinate a durare e ad entrare stabilmente nell’uso dei parlanti e nei dizionari della lingua italiana. Ma tra le tante neoformazioni linguistiche italiane di quest’anno che potrebbero affermarsi si segnalano IA-taliano, che indica la varietà di italiano scritto prodotto da vari tipi di IA generativa, e 5.0, che designa il ciclo produttivo, basato sullo sviluppo delle tecnologie dell’ICT, sulla robotica e sull’intelligenza artificiale”. Tra i vocaboli segnalati dai linguisti della Treccani e ricavati in gran parte dai media – o meglio dagli organi di informazione – troviamo numerosi anglicismi assieme a parole derivate dall’inglese, come alcolock, pandoro-gate, dissing, Swift economy, top jobs, pommelier, crush, brat, starmerismo, Maga o boppone. “La diffusione dell’inglese nel linguaggio comune – osserva la Treccani – è sempre molto forte, per l’influenza dei social media e, più in generale, di Internet, della musica e dell’innovazione tecnologica”.
s. m. inv. Lo scandalo legato alla pubblicizzazione e alla vendita di una marca di pandoro. Pandoro-gate: si chiude il capitolo amministrativo della prima vicenda che ha scalfito l’impero creato negli anni dalla imprenditrice e influencer Chiara Ferragni. (ilgiorno.it, 26 luglio 2024, Milano). Composto dal s. m. pandoro con l’aggiunta del confisso ingl. –gate (sul modello ingl. di Watergate), usato per fare riferimento a un episodio scandalistico diventato di dominio pubblico. s. m. Nella lingua corrente, particolare decoder utilizzato per accedere illegalmente ai contenuti dei canali televisivi italiani ed esteri a pagamento. L’inventore [Xavier Niel, fondatore di Iliad] dell’antenato del moderno «pezzotto» viene colto in flagrante dai servizi di sicurezza francesi che, anziché denunciarlo, decidono di assoldare il 17enne e la sua cricca di smanettoni (Francesco Bertolino, Corriere della sera, 15 gennaio 2024, Finanza & Imprese, p. 9). Diminutivo del s. m. pezzo. Lessicalizzatosi nel dialetto napoletano e nell’italiano locale, pezzotto è passato in tempi recenti a indicare la ‘zeppa usata in falegnameria’ e la ‘toppa in sartoria’ e poi un ‘oggetto contraffatto (con dolo)’ attraverso il gergo della malavita e il lessico giovanile. Nell’accezione più vicina temporalmente a noi, qui messa a lemma, la voce ha travalicato i confini dell’italiano regionale campano, per diffondersi, anche grazie all’uso fattone nei media, nella lingua corrente di tono colloquiale. Si legga l’articolo di Antonio Vinciguerra A proposito del pezzotto (accademiadellacrusca.it, 30 marzo 2021).
loc. s.le m. Il rifiuto di dare in affitto stanze, appartamenti, o case a persone a causa di pregiudizi razziali. [tit.] Case in affitto, per un migrante è più difficile: «Razzismo immobiliare contro integrazione» [sommario] il 20% dei migranti in cerca di una casa si vede chiudere la porta in faccia. Secondo Refugees Welcome Italia i motivi sono «i pregiudizi legati alla paura verso ciò che non si conosce». L’associazione si occupa di monitorare e mediare con i proprietari degli alloggi (lanazione.it, 19 marzo 2024, Attualità). locuz. s.le m. e f. inv. 1. Chi, sfruttando tecniche da imbonitore, organizza e gestisce a scopo di lucro e in modo truffaldino corsi, video, seminari in rete nei quali si pubblicizzano modi facili di fare soldi. 2. Per estensione, esperto, esperta di una certa disciplina che, senza titoli dichiarati o riconoscibili, diffonde idee e interpretazioni, influenzando le comunità che frequentano la rete. Nonostante l’indagine sia limitata alla materia di competenza dell’Antitrust e se ne sappia molto poco, è una notizia piuttosto importante perché è la prima istruttoria di questo garante rivolta a un tipo di personaggi, che nel gergo di internet sono noti come ‘fuffa guru’, che negli ultimi anni sono diventati sempre più diffusi e visibili online, attirando seguaci e molte critiche (ilpost.it, 12 luglio 2024, Internet). Composta dal s. f. fuffa e dal s. m. e f. guru, secondo la rara sequenza, in it., determinante-determinato, sulla quale, in questo caso, potrebbe pesare l’influsso di sintagmi semanticamente affini in ingl., come fake guru, documentato anche in siti di informazione italiani e in generale in pagine italiane di internet.
agg. Nel gergo dei social network, e poi di là anche in cerchie comunicative più ampie, detto di persona o di cosa che attira l’attenzione grazie a un aspetto, uno stile, un modo di porsi ribelle e anticonvenzionale. E l’influenza brat è arrivata anche nella campagna elettore di Kamala Harris. Subito dopo il clamoroso passo indietro di Biden, la pagina ufficiale di X/ Twitter dedicata alla sua campagna elettorale è stata ribrandizzata ‘Kamala HQ’ e l’immagine di copertina è stata appunto sostituita dalla stessa scritta su sfondo verde, proprio nello stile dell’album di Charlie XCX. Poco dopo è stata la stessa cantante a dare il suo endorsement, sempre con un tweet: «kamala IS brat», ha scritto letteralmente dando il suo crisma definitivo (Paolo Armelli, wired.it, 23 luglio 2024, Presidenziali USA 2024). Nel suo significato originario, l’ingl. brat, proprio degli usi informali e colloquiali, vale ‘ragazzaccio, ma, soprattutto, ragazzaccia impertinente e sfacciata, monella’. s m. Nella cultura hip-hop e, in particolare, nella musica rap, canzone, brano che ha l’obiettivo di prendere in giro, criticare o addirittura insultare una o più persone, di solito appartenenti all’ambiente stesso della musica rap. | In senso estensivo, scambio di accuse caratterizzato da toni esagitati e insulti, penetrato nel dibattito politico come nella vita quotidiana. Il dissing è nella nostra quotidianità da un bel po’ e peggiora: chiunque prenda un treno o una metropolitana o guidi un’automobile lo sa. Quanto alla politica, non ha risparmiato i suoi dissing neanche nella settimana in cui era semmai urgentissimo tirare l’Emilia-Romagna fuori dal fango: invece, il viceministro Galeazzo Bignami ha esibito un piglio da far invidia a Miley Cyrus quando le ha cantate all’ex, accusando la Regione e i Comuni che in quel momento erano intenti a spalare (Loredana Lipperini, lespresso.it, 1° ottobre 2024, Cose preziose). Dall’ingl. dissing, voce originaria del vernacolo afroamericano, diffusa dall’hip-hop, probabilmente ricavata per scorciamento da (to) disrespect (‘mancare di rispetto’). L’estensione dell’àmbito uso è attestata in tempi recentissimi.
s. m. Nella lingua colloquiale, canzone molto orecchiabile, ritmata e ballabile, che entusiasma al primo ascolto. In Italiano un ‘bop’ è diventato un ‘boppone’, ma il termine si è diffuso ben prima di Sanremo 2024. Già nei commenti sui social alla scorsa edizione dell’Eurovision o nelle discussioni Twitter sui cantanti di Amici o di Xfactor gli utenti eleggevano i loro bopponi. Naturalmente questa settimana il termine sta venendo usato in lungo e in largo finendo per attirare l’attenzione a livello mainstream (Elisabetta Moro, cosmopolitan.com, 9 febbraio 2024, Life Coach). Neoformazione ibrida dall’ingl. informale bop (‘bella canzone’) con l’aggiunta del suffisso it. accrescitivo -one. s. f. (raro m.) inv. Nel linguaggio giovanile veicolato da piattaforme multimediali in rete come TikTok, cotta, infatuazione. | Anche, la persona oggetto di tale infatuazione. «Avere una crush per me è strano perché sono molto innamorata, ma le crush sono una cosa diversa. Le cottarelle non sono questione d’amore vero e proprio, è come quando i bambini arrossiscono. Io ne ho sempre avute tantissime di crush, non me ne vergogno. È il lato divertente, il lato adolescenziale, che non so se sarà mai ricambiato dalla mia vita reale» (Angelina Mango, intervistata da Stefania Saltalamacchia, vanityfair.it, 31 maggio 2024, Musica). Voce ingl. (gergale e colloquiale ‘cotta’; propriamente, come s., ‘azione, atto del frantumare’; ‘frantume’; come v., ‘distruggere’).
s. m. inv. (iron.) Scambio di reciproco appoggio tra forze politiche per far passare ciascuna in Parlamento la propria proposta. Questa linea è stata portata avanti anche oggi a Palazzo Madama. «Non vi siete nemmeno sforzati di nascondere quello che è un vero e proprio baratto, siamo in presenza del barattellum», ha detto il senatore dem Andrea Martella mettendo in evidenza la strana coincidenza dell’inizio della discussione in commissione del premierato proprio nel giorno in cui nell’Aula del Senato arriva l’autonomia differenziata (Francesco Curridori, ilgiornale.it, 17 gennaio 2024, Interni). Derivato dal s. m. baratt(o) con l’aggiunta dello pseudosuffisso latino –ellum, ricavato, nell’it. giornalistico, dalla forma capostipite mattarellum, dal cognome di Sergio Mattarella, e poi ripreso in seguito, con lo stesso meccanismo derivativo da cognomi di politici italiani artefici di proposte di riforme elettorali e simili: tatarellum, mastellum, cossuttellum, grazianellum, berlusconellum, fisichellum, sartorellum, manzellum, urbanellum, bersanellum. Non sono mancati, per irradiazione, altri mostriciattoli, ma spersonalizzati: proporzionellum, provincellum, regionellum. Memorabile il porcellum, così definito dal politologo Giovanni Sartori (lo stesso promotore della riforma in senso maggioritario del sistema elettorale, Roberto Calderoli, ne aveva parlato apertis verbis come di «una porcata»). s. m. (iron.) Il comportamento di chi, generalmente da una posizione di potere e di prestigio, favorisce i propri seguaci; nepotismo. L’amichettismo, in politica e non solo, è quel fenomeno para-politico, para-sociale, para-antropologico, che prevede l’impiego di famigliari e amici, amichetti appunto, per gestire non solo la cosa pubblica, ma anche quel che le ruota attorno (David Allegranti, lanazione.it, 30 gennaio 2024, Pecore elettriche). Derivato dal s. amichetto (diminutivo di amico) con l’aggiunta del suffisso –ismo. Nel pamphlet di Fulvio Abbate L’amichettismo (Pdfinprop, maggio 2023) sono attestati anche amichettista (agg., 3 vv.: «scrittrice a.», 2vv.; «complicità sempre a.»); amichettistica e -o (agg., 11 vv.: «attitudine a. », «vulgata a. », «soddisfazione […] a. », «complicità […] a. », «scrittrice a. », ecc.), l’avverbio amichettisticamente (2 vv.; per es.: «ha prontamente, amichettisticamente, fatto notare»).
locuz. s.le m. Principio per cui i minori nati da genitori stranieri possono acquisire la cittadinanza al termine di un ciclo di studi. «Il vero problema è che finora la riforma non l’ha voluta nessuno perché nella 17esima legislatura, che non era certo una legislatura egemonizzata dalla destra, non si è fatto nulla. Anche a sinistra qualcuno pensava che a parlare di stranieri si perdevano voti. Ora ritengo molto positivo il dibattito suscitato da Antonio Tajani: è assurdo far crescere dei ragazzi nelle nostre scuole e contemporaneamente dir loro che sono stranieri» (Andrea Riccardi, intervistato da Francesco Moscatelli, stampa.it, 30 agosto 2024, L’intervista). Locuz. latina creata modernamente sul modello di altre già radicate da tempo del linguaggio giuridico, come ius soli, ius loci, ius sanguinis. Letteralmente significa ‘diritto basato sulla frequentazione della scuola’. La locuz. torna alla ribalta nel 2024, dopo aver attraversato desultoriamente il dibattito politico nell’ultimo decennio. Vi si aggiungono anche ius culturae, coniata da Andrea Riccardi, già ministro per l’Integrazione (2011-13), e ius culturae temperato, non lontane, nell’accezione, da ius scholae. Arriva poi, nell’autunno del 2024, ius Italiae, così come il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani definisce la proposta di legge sulla riforma della cittadinanza messa a punto dal partito di cui è leader, Forza Italia («Ius Italiae è legato alla reale volontà di essere italiani», in ansa.it, 13 ottobre 2024).
locuz. s.le m. Progetto di ampliamento della coalizione di centrosinistra sia verso le forze collocate più al centro nello schieramento politico sia verso le forze collocate più a sinistra. L’ombra lunga di un lunedì nero ha congelato la premier fino alle otto di sera quando lo spoglio di 1298 sezioni su un totale di 1844 sembra aver consegnato la Sardegna al ‘campo largo’ di Schlein e Conte e, più di tutti, alla prima donna governatrice nella storia dell’isola, Alessandra Todde (Claudia Fusani, ilriformista.it, 27 febbraio 2024). Formula già presente nell’elaborazione politica del centro-sinistra, a partire da un’intervista rilasciata da Walter Veltroni al quotidiano la Repubblica nel 2005 («un campo largo del centrosinistra italiano»). Per irradiazione, si fa notare anche campo giusto, con sottigliezza di distinguo politico: [tit.] Sardegna, [Giuseppe] Conte: quella di Todde è la vittoria del campo giusto (askanews.it, 28 febbraio 2024, Politica).
locuz. v.le Nella scheda elettorale, apporre la croce, vale a dire il segno X, per indicare una preferenza di voto. «Il prossimo 8 e 9 giugno, quando andrete a votare per l’elezione del parlamento europeo, sull’apposita scheda fate una ‘Decima’ (X) sul simbolo della Lega e scrivete Vannacci. Li travolgeremo tutti con una valanga di voti. A presto, per cambiare questa Europa che non ci piace», sono le parole del generale [Roberto Vannacci] (Francesca Gallici, ilgiornale.it, 31 maggio 2024, Europa). Nell’espressione, coniata dal politico Roberto Vannacci, la lettura del segno X come Decima ammicca a XMAS (Decima MAS), la decima flottiglia di Motoscafi Armati Siluranti, che, dopo l’8 settembre 1943, si schierò per la gran parte con la Repubblica sociale italiana, macchiandosi di crimini di guerra.
Acronimo di Livelli essenziali delle prestazioni, usato come s. m. pl. per indicare le soglie di garanzia nell’assicurare al cittadino, su tutto il territorio nazionale, le prestazioni che riguardano i diritti civili e sociali. Il governo ha 24 mesi dall’entrata in vigore del ddl [che stabilisce le procedure di applicazione dell’autonomia differenziata] per varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep. Mentre Stato e Regioni avranno tempo 5 mesi per arrivare a un’intesa (Virginia Piccolillo, corriere.it, 27 giugno 2024, Politica).
Livelli essenziali delle prestazioni, non ancora stabilizzata come locuz. autonoma, è presente nel testo costituzionale in vigore dall’8 maggio 2012, all’art. 117, secondo comma, dove si dice: «Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie […] lettera m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale […]». La locuz. è presente, spesso con varianti (per es. livelli essenziali di prestazione, livelli di prestazione essenziali e sim.), in testi giuridico-amministrativi dagli anni Novanta del Novecento.pandoro-gate
pezzotto
razzismo immobiliare
fuffa guru
brat
dissing
boppone
crush
barattellum
amichettismo
ius scholae
campo largo
fare una Decima
Lep