10 Febbraio 2025
11:50
Una svastica sul cartello del Sacrario della Benedicta
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Un luogo simbolo della lotta partigiana. Un luogo che ha contribuito a consegnare la libertà all’Italia. È il sacrario della Benedicta, voluto per ricordare quanto avvenne nella notte tra il 5 e il 6 aprile 1944, quando nazisti e fascisti iniziarono un imponente rastrellamento contro le bande partigiane che allora si trovavano nelle cascine dell’area di Capanne di Marcarolo. Gli Appennini divennero teatro di una delle pagine più atroci della storia. Furono 150 i partigiani caduti in combattimento o giustiziati, altri 400 deportati nei campi di sterminio,. L’antico monastero della Benedicta, dove aveva la sede il comando della III Brigata “Liguria”, distrutto così come le altre cascine, per terrorizzare i contadini che avevano offerto riparo ai partigiani.
Oggi uno dei cartelli che indica il Sacrario è stato imbrattato con una svastica, scoperta ieri, domenica 9 febbraio 2025. Uno sfregio vergognoso contro un simbolo della lotta per la libertà, condannato con fermezza anche da Daniele Borioli, Presidente Associazione Memoria della Benedicta, che ha ricordato come il presente riporti a galla fantasmi pericolosi e inquietanti. “La croce nazista che ha imbrattato l’indicazione stradale verso il Sacrario della Benedicta è solo il miserabile simbolo di un pensiero contorto e ignorante – ha spiegato. Il sacrificio, la lezione morale e civile dei partigiani fucilati e deportati, a seguito del rastrellamento della Benedicta, nell’aprile del 1944, non temono lo sfregio dell’ignoranza e del fanatismo. È il nostro tempo presente, invece, a dover temere il ritorno dei fantasmi che hanno umiliato l’Italia e l’Europa nel secolo scorso. Per questo chiediamo fermezza e vigilanza, affinché gli autori dello sfregio siano individuati e chiamati a rispondere del loro gesto“. Il vicepresidente del Consiglio Regionale Domenico Ravetti ha bollato questo episodio come “frutto di ignoranza e fanatismo demente. Il Giorno del Ricordo, il Giorno della Memoria e il 25 aprile sono tre date fondamentali del nostro calendario civile: tre date che riguardano tutti gli italiani. Invece, ogni volta, non manca chi vuole “sporcare” queste commemorazioni, sollevando polemiche di parte, strumentalizzando il passato o ricorrendo a vili atti teppistici camuffati da “atti politici”. Ma non bastano le parole di condanna: serve una convinta azione istituzionale, culturale ed educativa per contrastare ogni estremismo e per smascherare chi fa un uso ideologico della Storia senza conoscerla”.