7 Maggio 2025
06:39
Deposito scorie nucleari: il governo non pensa più a un sito unico e torna in auge Bosco Marengo
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, durante l’evento “Nuove energie” organizzato da La Stampa alle Ogr di Torino, ha spiegato che il Governo ha ormai abbandonato l’ipotesi di un centro unico per il deposito di scorie radioattive e si sta orientando verso l’utilizzo “dei 22 già esistenti“. Si torna dunque indietro rispetto al percorso che nel 2015 aveva identificato una discussa mappa di aree potenzialmente idonee, al centro di molte polemiche nel momento in cui venne resa pubblica, nel gennaio del 2021. Associazioni e cittadini delle 67 aree potenzialmente idonee insorsero contestando parametri e scelta dei luoghi, tra cui anche l’Alessandrino e il Piemonte. La discussione successiva portò a una scrematura di 51 luoghi ritenuti idonei e all’autocandidature, invece, di Trino, per la storica presenza della centrale nucleare “Enrico Fermi”, con la ribellione delle province di Alessandria e Vercelli.
Ora la possibilità annunciata da Pichetto Fratin è quella di utilizzare i siti esistenti e cioè le ex centrali nucleari, centri di ricerca nucleare e centri di gestione di rifiuti industriali. In quest’ottica tornerebbero in auge l’impianto di Fabbricazioni Nucleari a Bosco Marengo e l’impianto di Saluggia bel Vercellese, oltre alla ex centrale nucleare di Trino. Insieme a loro quelle di Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta) e gli altri due impianti di ricerca Casaccia (Roma) e Rotondella (Matera).