27 Maggio 2025
18:02
Relazione Dia: Piemonte particolarmente attrattivo per ‘ndrangheta
PIEMONTE – “Il territorio della regione Piemonte e il suo tessuto economico-imprenditoriale risulta, come già in passato, particolarmente attrattivo per le organizzazioni mafiose, in particolare per la ‘ndrangheta”. Lo rileva la Dia, Direzione investigativa antimafia, nella relazione 2024 in cui si evidenzia che “ il contesto criminale della Regione è caratterizzato da un radicamento mafioso, a forte connotazione ‘ndranghetista, risalente storicamente ai fenomeni migratori interni degli anni ’50 del secolo scorso. Oltre alla costituzione di virtuose comunità di lavoratori e professionisti, infatti – si legge – nella regione si sono purtroppo riprodotti i modelli criminali tipici dei territori di origine delle regioni del sud Italia”. Secondo la relazione, “la ‘ndrangheta, tra le altre, è la matrice mafiosa che ha fatto registrare nel tempo uno sviluppo più funzionale e complesso delle proprie strutture criminali: caratterizzate da rigorosi criteri di ripartizione dei settori e delle zone di influenza, le prime cellule di ‘ndrangheta si sono evolute, nel corso degli anni, in veri e propri locali. Un fenomeno, questo, che ha permesso, come riscontrato da importanti inchieste degli ultimi anni la riproduzione di strutturati e distinti organismi mafiosi calabresi in costante contatto con la casa madre reggina, a conferma del carattere unitario della ‘ndrangheta”.
“Conformemente al paradigma mafioso declinato al di fuori dei territori di origine, anche in Piemonte – prosegue la Dia – le matrici mafiose tradizionali tendono ad agire sotto traccia perseguendo le proprie finalità illecite lontane dai riflettori investigativi e facendo ricorso ad azioni violente solo in situazioni di extrema ratio – si sottolinea nella relazione – qui le mafie, e in particolare le cosche calabresi, hanno sempre cercato di instaurare rapporti di commistione con i rappresentanti delle istituzioni locali, delle professioni e dell’imprenditoria, creando quell’area grigia in cui l’esercizio del potere e il governo delle risorse del territorio è funzionale a una logica di accrescimento non solo del capitale economico ma anche e soprattutto di quello ‘sociale’”.
“Tuttavia, la prevalenza di una vocazione affaristico-imprenditoriale delle mafie non esclude, anche in Piemonte, il ricorso da parte delle stesse alle ordinarie forme di controllo del territorio, tipiche dei territori di origine, che danno luogo a condotte estorsive ed usurarie, spesso orientate all’acquisizione di attività imprenditoriali”, prosegue la relazione evidenziando “come la frequenza e la consistenza dei sequestri che hanno caratterizzato gran parte delle operazioni condotte dalle forze di polizia, hanno fatto rilevare come in regione le consorterie criminali abbiano avuto la disponibilità di un elevato quantitativo di armi. Inoltre, tra le attività di primario interesse delle consorterie criminali, figura anche qui il traffico di stupefacenti”.