29 Ottobre 2025
13:29
Ispezione della Guardia di Finanza all’impianto a biomassa in Regione Aulara
ALESSANDRIA – L’impianto a biomassa in Regione Aulara, realizzato da Amag Reti Gas, è sotto la lente della Guardia di Finanza di Alessandria. Nelle scorse ore le Fiamme Gialle hanno effettuato un accertamento negli uffici della società e un sopralluogo nella centrale che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto produrre energia utilizzando gli scarti del verde comunale.
L’ispezione risulta slegata dalla recente richiesta politica di accertamenti sull’impianto e sulla gestione complessiva del Gruppo Amag, rinnovata ancora negli ultimi giorni dal presidente del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, Emanuele Locci.
E se da un lato i finanzieri stanno acquisendo informazioni sulla partecipata del Comune di Alessandria più grande e discussa, parallelamente la questione continua a incendiare gli animi della politica.
Proprio davanti ai cancelli dell’impianto – gli stessi varcati questo mercoledì dagli uomini della Finanza – Locci, a metà settembre, aveva registrato un video-denuncia in cui segnalava “gravi irregolarità nella realizzazione, gestione della struttura”, costata oltre un milione di euro e mai realmente entrata in funzione.
Inaugurato nel novembre 2023, l’impianto sarebbe stato avviato soltanto il giorno del taglio del nastro, grazie al noleggio temporaneo di un cogeneratore, per poi restare fermo. Oggi, secondo quanto denunciato da Locci, sarebbe “incompleto e danneggiato”.
Nel mirino del consigliere di Fratelli d’Italia è finito l’ex AD di Amag, l’ingegnere Emanuele Rava, che avrebbe seguito il progetto fin dalle fasi iniziali, prima come tecnico, poi come Amministratore Unico di Amag Reti Gas e infine come Amministratore Delegato del Gruppo Amag. Alle accuse, Rava aveva replicato con una nota ufficiale, definendo le ricostruzioni di Locci “parziali e fuorvianti” e precisato che il progetto era “già stato definito”, e gli impegni economici già assunti, prima del suo insediamento. L’ingegnere ha difeso con fermezza l’operato della dirigenza e annunciato azioni legali a tutela dell’immagine della società e del suo management.
Lo scontro politico sull’impianto a biomassa e, in generale, sul Gruppo Amag resta acceso e intanto, tra verifiche, polemiche e richieste di chiarimenti, l’impianto che avrebbe dovuto produrre energia “verde” rimane fermo e silenzioso.