29 Ottobre 2013
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Tra luglio e settembre le aziende cessate superano le nuove
Nel terzo trimestre 2013, in Piemonte, il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni delle aziende è stato a malapena positivo. Il tasso di crescita regionale è stato pari allo 0,02%, ma inferiore rispetto a quello realizzato nello stesso periodo del 2012 (+0,08%). Il risultato mediocre è ancora più evidente se paragonato alla media nazionale (+0,21%), anche se in linea con quello registrato dal Veneto e dall’Emilia Romagna. A livello locale lo scenario, nel periodo luglio-settembre, è ancora più sconfortante. Il saldo nuove iscrizioni contro cessazioni è del -0.09%. In Piemonte, rispetto ad Alessandria, è andata peggio solo alle provincia di Asti. Tutte le altre, eccetto Cuneo, hanno esibito una lieve crescita: a Novara (+0,26%), Vercelli(+0,19%) e Verbano Cusio Ossola (+0,15%). Il capoluogo regionale e Biellasi contraddistinguono per una sostanziale stabilità (rispettivamente +0,02% e +0,04%).
Passando ai numeri assoluti tra luglio-settembre 2013 sono state 5.518 le aziende nate in Piemonte, a fronte delle 5.128 nuove iscrizioni registrate nel corso dello stesso trimestre del 2012. Al netto delle 5.422 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo è positivo per 96 unità (nel III trimestre 2012 era pari a +378 unità), dato che porta a 456.824 lo stock di imprese complessivamente registrate a fine settembre 2013
presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi. Il tasso di crescita piemontese del III trimestre 2013 alla fine risulta il peggiore
se raffrontato a quello registrato in ogni periodo luglio-settembre degli ultimi 5 anni.
“I dati del III trimestre 2013 indicanocome il tessuto imprenditoriale regionale stia cercando di resistere – ha commentato Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte. La sostanziale stabilità deve essere, infatti, interpretata alla luce delle attuali difficoltà economiche, che le nostre aziende affrontano sempre più con fatica. Non possiamo più aspettare: il nostro intervento, congiuntamente con quello delle altre istituzioni, deve essere più che mai incisivo e tempestivo e rivolto soprattutto alle piccole imprese, per porre fine ad un’emorragia che sta minacciando la sopravvivenza stessa di un patrimonio di capitale umano e competenze che da sempre caratterizzano il sistema delle imprese piemontesi”.
Valutando le variazioni trimestrali dello stock di imprese registrate per settori di attività economica, si osserva comesoltanto i comparti del turismo, degli altri servizie del commercioabbiano manifestato una performance positiva (rispettivamente, +0,54%,
+0,35%e +0,17%); risulta, invece, negativa la variazione registrata dall’industria in senso stretto(-0,13%) dalle costruzioni(-0,20%) e dall’agricoltura(-0,91%).