7 Luglio 2018
16:00
Donna morta di freddo ad Arquata. Carabinieri arrestano figlio per omicidio
ARQUATA SCRIVIA – Fin da subito l’ipotesi di una rapina finita in tragedia era apparsa debole ai Carabinieri che lo scorso 6 febbraio erano entrati nella villa a Pessino di Arquata dove inutilmente i medici del 118 avevano tentato di rianimare Igina Fabbri, di 71 anni. Al termine di una meticolosa indagine coordinata dal Sostituto Procuratore di Alessandria Alessio Rinaldi, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando provinciale di Alessandria sono convinti di aver fatto luce su quanto accaduto in quella casa, da tempo disabitata e in quei giorni coperta dalla neve. A uccidere la donna è stato il freddo che, ora dopo ora, le ha tolto tutte forze. A costringerla in quella trappola di gelo, però, non sono stati malviventi in cerca di oggetti preziosi, che mai avrebbero potuto trovare in quella casa, ma il figlio della donna, Mauro Traverso di 46 anni. Igina Fabbri non è rimasta in quella gelida stanza, scalza e riparata solo da una leggera maglia di lana, per un già tremendamente lungo giorno. Mauro Traverso aveva detto di aver accompagnato la madre in quella seconda abitazione di famiglia, dove non c’era né luce né gas, lunedì dopo pranzo, perché la donna “voleva togliere delle ragnatele”. A quell’ora, del passaggio dell’Audi A4 cabrio dell’uomo, facilmente riconoscibile anche dalla targa montata sulla mascherina, i Carabinieri non hanno però trovato traccia nelle riprese della telecamera che punta proprio verso la strada che porta alla villa in borgata Pessino. Gli inquirenti hanno invece visto passare quella stessa vettura in altri orari di quella giornata e, soprattutto, domenica 4 febbraio, proprio quando il cellulare di Igina Fabbri era improvvisamente diventato muto alle chiamate dei famigliari. Domenica, secondo i Carabinieri, Mauro Traverso avrebbe lasciato la donna nella fredda casa, tra cumuli di mobili ammassati. Due volte, quel pomeriggio, l’auto era salita verso la villa e quando la seconda volta, alle 17.22, la telecamera inquadra l’Audi tornare verso Arquata, per i Carabinieri i polsi di Igina erano appena stati legati con le fascette da elettricista che suo figlio si era procurato da un conoscente il 29 gennaio, circa dieci giorni prima della morte della donna.
Mauro Traverso era poi tornato in quella casa anche lunedì, ma non quando ha raccontato di aver lasciato la madre a fare le pulizie. Gli occhi delle telecamere lo hanno visto sfrecciare in tarda mattina e poi a metà pomeriggio, poco prima di inquadralo di nuovo davanti a uno sportello di Serravalle con in mano uno dei bancomat della madre che, secondo i Carabinieri, già dal giorno prima stava agonizzando per il freddo nella villa a Pessino. Poi, martedì 6 febbraio, il passaggio con il furgone prestato da un conoscente e poco dopo la chiamata al 118. “Venite, mia madre sta male” aveva detto Mauro Traverso ai soccorritori e sempre a loro aveva raccontato di aver trovato la donna agonizzante a terra con i polsi legati. Una versione che l’uomo aveva ripetuto anche ai Carabinieri, senza convincerli. Igina, in quel freddo pomeriggio di febbraio sarebbe dovuta tornare nella casa dove viveva con il figlio ad Arquata Scrivia con un’amica o a piedi. Ma come avrebbe potuto una donna con problemi alle gambe camminare per quasi due chilometri in mezzo alla neve? E come aveva fatto il figlio Mauro a non accorgersi, fino al tardo pomeriggio di martedì, che la madre non era rientrata nel piccolo ma curato appartamento in via Avio ad Arquata? Mauro Traverso aveva detto ai Carabinieri di essersi addormentato dopo aver mangiato un pezzo di pizza, poco dopo aver lasciato la madre nella casa in borgata Pessino e di non aver notato l’assenza della donna neppure la mattina del martedì, quando era uscito prima per comprare le sigarette e poi, intorno all’ora di pranzo, per andare a prendere la compagna in stazione. L’incessante attività del suo cellulare, registrata almeno fino alle 21.30 di lunedì 5 febbraio, ha però smontato il racconto dell’uomo agli occhi dei Carabinieri. Una versione che si è “completamente sgretolata” con l’analisi di ulteriori riprese dei sistemi di videosorveglianza, dei movimenti del suo cellulare e anche con i racconti dei numerosi testimoni ascoltati. “Una elevata mole di gravi indizi” che hanno convinto il Gip di Alessandria Luisa Avanzino ad emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per sequestro di persona e omicidio. Accuse entrambe aggravate perché Mauro Traverso per gli inquirenti ha ucciso la madre, la donna che fin dalla nascita si prendeva cura di lui e lo manteneva fino al punto di perdere per quel figlio i risparmi di una vita, finita poi dopo due giorni di agonia nel gelo della casa in borgata Pessino.