6 Dicembre 2019
20:16
Alla cartiera Pirinoli di Roccavione il Premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno”
CASALE MONFERRATO – La storia della cartiera di Pirinoli di Roccavione (CN) e dei dipendenti che hanno salvato l’azienda dalla chiusura e l’hanno trasformata in un modello di economia circolare ha conquistato il pubblico del Premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno”, alla sua tredicesima edizione.
Il riconoscimento consegnato venerdì 6 dicembre in Comune a Casale “onora un percorso lungo e complesso, che ci ha permesso di recuperare un posto di lavoro e quindi di guardare al futuro con fiducia – ha commentato Silvano Carletto, presidente della cooperativa – In più lo facciamo nel nome dell’ambiente, perché il nostro processo parte dalle raccolte differenziate cittadine e dà nuova vita alla carta”.
La cartiera Pirinoli, fondata nel 1872 e specializzata nella produzione di carta per imballaggi, era tra le prime dieci aziende in Europa fino all’inizio del 2000. Nel 2012, però, dichiarò il fallimento e licenziò i 154 dipendenti. Un gruppo di lavoratori decise però di opporsi alla decisione e, dopo un lungo presidio, rilevò l’azienda tramite una cooperativa orientandola verso l’economia circolare. Nel 2015 la produzione riprese con performance “encomiabili”. Alla Pirinoli, infatti, l’acqua si recupera per il 95% dal ciclo produttivo, l’elettricità deriva da un impianto di cogenerazione che immette in rete 24.000 KW al giorno, il 100% dei fanghi di depurazione si riutilizza, oltre l’80% delle fibre proviene dalla differenziata. E il fatturato raggiunge i 36 milioni.
Il Premio, che quest’anno ha raccolto quasi 6.000 preferenze da tutta Italia, promosso da Legambiente e dalla rivista La Nuova Ecologia insieme al Comitato organizzatore composto da esponenti di diverse associazioni di Casale Monferrato (Avis, Afeva, CAI-Club Alpino Italiano, Scout Agesci, Auser, Equazione, Confraternita degli Stolti, Il Picchio, L’Albero di Valentina, Monferrato Oltre, Legambiente Casale Monferrato, con Comune di Casale Monferrato e Ente di gestione delle Aree Protette del Po vercellese-alessandrino), punta a valorizzare persone impegnate per il benessere della comunità, la diffusione del messaggio ambientale, l’innovazione d’impresa, la salvaguardia del territorio e dal 2012 è intitolato a Luisa Minazzi, morta nel 2010 di mesotelioma, a soli 57 anni, dopo una vita spesa in trincea a difesa dell’ambiente come direttrice didattica, attivista e amministratrice comunale.
“Luisa Minazzi è stata un esempio mirabile – hanno ricordato Marco Fratoddi e Vittorio Giordano, coordinatori della manifestazione – e lo dimostra il fatto che nel suo ricordo sono nati tanti germogli positivi. Per questo abbiamo voluto raccontare la virtù civica anche in un Festival: questi sei giorni sono stati densi di appuntamenti, con ospiti che abbiamo fortemente voluto per il loro vissuto e la loro esperienza umana e professionale, e siamo felici che la partecipazione da parte del pubblico sia stata così buona. Per noi i finalisti del Premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’Anno, selezionati sulla base delle segnalazioni inviate dalla Giuria preliminare, sono quindi tutti vincitori, perché ognuno di loro racconta l’Italia migliore, quella che non ha paura di cambiare e di impegnarsi, perché sa che la posta in palio è la più importante: il futuro”.
“Lo hanno compreso bene i ragazzi”, aggiungono Fratoddi e Giordano. “Circa cinquanta di loro, provenienti dagli istituti superiori cittadini Balbo, Leardi e Sobrero, hanno accolto il nostro invito e nelle scorse settimane sono diventati testimoni del Premio presso i loro coetanei. Oggi abbiamo voluto consegnare loro un attestato per riconoscere il grande lavoro di promozione che hanno fatto”.
Accanto alla Cartiera Pirinoli erano candidati anche Margherita Eufemi, docente presso il Dipartimento di Scienze Biochimiche della Sapienza di Roma, che ha studiato con il suo gruppo di ricerca i rischi di neoplasie nella valle del Sacco, in Ciociaria, collegati al Lindano, un insetticida da anni bandito; Spazio C.a.s.a., che a Frontignano di Ussita, zona terremotata nel cuore del Parco dei Monti Sibillini, ha dato vita ad una residenza creativa che punta a ricostruire le radici identitarie; Agitu Ideo Gudeta, che dalla natia Etiopia, dove ha affrontato una battaglia contro il land grabbing rischiando l’arresto, è giunta in Trentino e ha fondato una azienda agricola dove alleva, nonostante le difficoltà, splendide capre Mochena altrimenti destinate all’estinzione; Gerlando Iorio, che come incaricato del Ministro dell’Interno sta operando per contrastare i roghi dei rifiuti in Campania; Stefano Liberti, giornalista d’inchiesta e documentarista che con i suoi lavori lotta per risvegliare la consapevolezza dei cittadini; Franco Lorenzoni, pedagogista ed insegnante che con la Casa laboratorio di Cenci, da lui fondata, ha creato un modello educativo centrato sul dialogo fra le generazioni; Paola Francesca Rivaro, “la signora dei ghiacci”, che combatte in difesa del clima grazie anche alla ricerca compiuta in otto diverse spedizioni in Antartide, nel Mare di Ross.
Ognuno di loro, nel corso dell’intervista corale condotta dalla giornalista Marina Maffei, ha avuto modo di raccontare la propria esperienza, mostrando al pubblico che non occorre sempre essere super eroi per conseguire risultati straordinari, ma che è importante tenere la barra dritta, in nome di valori come la giustizia, l’etica, il coraggio. In una parola, la virtù civica.