22 Aprile 2020
13:15
Biobanche, app e studi su animali: Università Piemonte Orientale sfida il covid con 46 progetti
PIEMONTE – Sono ben 46 i progetti di ricerca promossi dall’Università del Piemonte Orientale per studiare il coronavirus. Saranno coinvolti tutti e sette i dipartimenti delle città di Alessandria, Novara e Vercelli. L’ateneo punta infatti ad analizzare la pandemia sotto diversi punti di vista, non solo quello scientifico/sanitario.
“Siamo di fronte a un evento eccezionale” ha sottolineato il Magnifico Rettore Gian Carlo Avanzi “un gravissimo problema per tutte le nazioni, è arrivato il momento di contrastare il virus con le nostre armi. Occorre fare il possibile per studiarlo per prevenire in futuro catastrofi simili. Il nostro è uno sforzo di collaborazione interdisciplinare, non solo sull’aspetto scientifico sanitario ma anche economico, sociale, culturale, filosofico, etico. La nostra non è una azione di emergenza con immediate soluzioni: lo scienziato ha bisogno di tempo. Stiamo ragionando su progetti seri, in collaborazione anche con altri atenei, in vista di importanti scoperti future”.
Il Rettore Avanzi ha poi fatto un appello alla Regione Piemonte e alle tante fondazioni ed enti del territorio affinché sostengano economicamente questi sforzi: “L’apporto per questi 46 progetti si aggirerebbe intorno ai 3.5 milioni di euro. Servono fondi, questa è l’occasione per rilanciare l’economia del Piemonte, salvandola attraverso la scienza. Mi rivolgo anche alle associazioni di categoria, alle imprese e ai cittadini. Occorre investire nella ricerca, altrimenti non andremo da nessuna parte, avremmo solo soluzioni momentanee senza curare la ferita”.
In queste settimane di “lockdown” l’Università del Piemonte si è comunque subito adattata alle nuove regole. “Sono subito iniziate le lezioni online” ha sottolineato il Pro Rettore Roberto Barbato “decine di studenti si sono laureati in videoconferenza, abbiamo anche approntato gli esami online e quelli per il dottorato di ricerca. L’attività sta proseguendo in maniera regolare e potrebbe continuare anche nel prossimo anno accademico. Abbiamo preso le contromisure, siamo in grado di far fronte alla situazione”.
Anche l’Ospedale di Alessandria sarà coinvolto direttamente su alcune ricerche.
Il delegato alla ricerca, Emanuele Albano, ha spiegato che «docenti e ricercatori hanno già individuato 12 direttrici primarie sulle quali operare, linee di ricerca che verranno affrontate in maniera inter- e transdisciplinare, con il diretto coinvolgimento di tutti i Dipartimenti, per un totale di 46 progetti». Alcuni sono già stati sottoposti a bandi nazionali e internazionali.
Dal punto di vista sanitario le linee di ricerca riguarderanno soprattutto:
l’analisi dei meccanismi patogenetici responsabili dell’insorgenza del Covid-19 (aspetti epidemiologici, genetici, immunologici e ambientali; sviluppo di nuovi trattamenti terapeutici; studi di comunità);
la diagnostica in vitro e in vivo (sviluppo e validazione di nuovi test diagnostici anche per diagnosi precoce di massa, sviluppo di modelli animali per capire l’insorgere dell’infezione, impronta metabolica; dispositivi per test diagnostici semplici);
gli studi di popolazione e la creazione di biobanche (valutazione dell’immunità di gregge, creazione di una biobanca di campioni biologici di persone affette da coronavirus; miglioramento di qualità e sicurezza nelle rsa);
il trattamento e la gestione del paziente critico (nuovi approcci diagnostici e classificazione dei pazienti covid, evoluzione della malattia in pazienti con altre patologie).
Il settore farmacologico si concentrerà soprattutto sull’identificazione di nuovi farmaci e nuove strategie terapeutiche (sviluppo di nuovi farmaci, caratterizzazione delle persone adatte ad assumere antivirali, nuovi sistemi per la somministrazione di farmaci e vaccini).
Nuovi studi riguarderanno i fattori di rischio e i possibili vettori del virus (contagio per via aerea; aspetti climatici e interazioni ambientali potenzialmente dannosi; interazioni delle superfici; particolato atmosferico studio di animali – uccelli e pipistrelli – come possibili vettori o serbatoio di covid-19). Si ipotizzerà anche il tracciamento per mezzo di App su supporti mobili e sistemi informatici per predire la potenziale propagazione del contagio. Verranno infine sviluppati studi sui dispositivi di protezione individuale (riciclo e autosterilizzazione di DPI, utilizzo delle microonde per la sterilizzazione).
Gli effetti della crisi pandemica nel settore socio-economico verranno valutati da diversi punti di vista: tenuta del welfare sanitario; valutazione del sistema di istruzione e nuove disuguaglianze; sistema produttivo e ripresa delle attività economiche, mobilità territoriale dei cittadini, qualità dell’aria e impatto del coronavirus sul comparto turistico.
La pandemia verrà esaminata anche in base agli effetti nei confronti della dimensione politico-istituzionale: come e da chi vengono assunte le decisioni; gestione politica multilivello; analisi giuridica e filosofica del conflitto fra diritti fondamentali e limitazioni alle libertà personali. Anche la comunicazione nella crisi pandemica avrà un suo percorso di analisi privilegiato: verranno considerati la comunicazione istituzionale della pandemia, le fake news, il linguaggio utilizzato. Saranno anche proposte delle linee guida di comunicazione politica e scientifica.
Saranno infine affrontati i temi di bioetica e di etica pubblica di fronte alla pandemia, per analizzare la possibilità di accesso alle cure dei cittadini e la distribuzione delle risorse sanitarie fra ospedali e territorio; un’area specifica riguarderà i comportamenti sociali: generosità, solidarietà, resilienza in relazione a covid.