3 Giugno 2020
17:19
Matrisciano (M5s) su cassa integrazione: “Dati Piemonte parlano chiaro. In dl rilancio iter più snello”
ROMA – “I dati dell’Inps sulla cassa integrazione in deroga in Piemonte, aggiornati al 28 maggio, sono chiari: l’Istituto ha disposto il pagamento delle indennità a 60.246 lavoratori su 57.702 domande ricevute (il 92%). È però bene sottolineare il lasso temporale di riferimento per spiegare come mai si siano registrati ritardi in Piemonte, visto che la competenza sugli ammortizzatori sociali in deroga è stata finora attribuita alle Regioni e coinvolgeva solo in un secondo step l’Inps“. Lo ha detto Susy Matrisciano, senatrice del M5s, commentando la situazione piemontese sulla cigd che ha visto anche lo scontro sui dati tra Regione e Istituto di previdenza.
“L’uso imperfetto del verbo coinvolgere non è casuale, perché grazie al Movimento 5 stelle, col decreto Rilancio, approdato in queste ore in Parlamento, per andare incontro ai lavoratori, per la prima volta in Italia, è stata modificata, in accordo con le Regioni, la procedura per l’erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga, visti i ritardi registrati durante l’emergenza nelle Regioni. Ma andiamo con ordine”, spiega ancora Matrisciano che non manca di pungolare anche il Governatore piemontese Alberto Cirio.
“I dati ufficiali diffusi dall’Inps dicono che la Regione Piemonte ha trasmesso all’Istituto di previdenza 8.357 domande di cassa integrazione in deroga tra il primo aprile e l’11 maggio, ulteriori 45.006 domande tra il 12 e il 22 maggio e 4. 339 domande dal 22 al 28 maggio, per un totale di 57.702 domande. Grazie agli sforzi del personale dell’Inps, nonostante i tempi della Regione, l’Istituto è riuscito pagare le indennità a 60.246 lavoratori. Continuare ad alimentare polemiche senza assumersi la propria parte di responsabilità mi sembra ingeneroso. Esacerbare gli animi, in un momento così complesso per l’Italia, quando si dovrebbe essere consapevoli che la strada per la risalita si profila lunga, non giova a nessuno. Denota semmai poco senso della realtà e delle istituzioni“, ha precisato la senatrice pentastellata.
Che poi ricorda come “durante la pandemia ci siamo trovati a gestire un’emergenza inedita con strumenti vecchi che imponevano diversi passaggi autorizzativi. Le procedure per liquidare la cassa integrazione in deroga ne sono la dimostrazione plastica. Prima il datore di lavoro doveva chiedere l’autorizzazione alla Regione, la Regione a sua volta doveva istruire la pratica ed autorizzare la cassa integrazione con apposito decreto, dopo l’autorizzazione il datore di lavoro doveva mandare il modulo SR41 all’Inps che solo alla fine di questa trafila poteva versare entro 5 giorni l’indennità ai lavoratori. In questa fase complessa, la macchina amministrativa si è inceppata con l’effetto che le regioni italiane spesso hanno emanato in ritardo i decreti autorizzativi della Cigd per l’enorme flusso di domande presentate dalle aziende, a causa del lockdown“.
Questo non ha comunque impedito al Ministero del Lavoro di individuare “un modo per modificare l’iter per liquidare velocemente la cassa integrazione in deroga. Ora per far fronte alle esigenze delle famiglie, per la prima volta, il decreto Rilancio introduce una procedura semplificata. In pratica si salta un passaggio: su richiesta diretta del datore di lavoro, l’Inps potrà erogare entro 15 giorni il 40% delle indennità direttamente ai lavoratori senza dover aspettare il decreto della Regione. In questo modo rendiamo più snella una procedura complessa, riducendo i tempi di attesa per l’erogazione della misura”, ha concluso la presidente della commissione Lavoro del Senato.