Autore Redazione
mercoledì
2 Settembre 2020
05:55
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Cronaca - Alessandria

Covid, Ospedale Alessandria: “Per ora pochi casi, perlopiù importati dall’estero, ma la guardia resta alta”

Covid, Ospedale Alessandria: “Per ora pochi casi, perlopiù importati dall’estero, ma la guardia resta alta”

ALESSANDRIA – Meno positivi ma la guardia resta alta. Il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria Giacomo Centini ha fatto il punto della situazione rispetto al tema coronavirus nel nosocomio del capoluogo. “Da qualche mese”, ha sottolineato il direttore generale il numero di casi è minimo. Si tratta prevalentemente di persone che hanno contratto il virus all’estero. Al momento, quindi, stiamo vivendo un sostanziale equilibrio ma non abbassiamo la guardia. Stiamo collaborando con Asl per farci trovare pronti in caso di una eventuale riacutizzazione dell’epidemia. Da questo punto di vista l’esperienza fatta ci sarà molto utile. Dobbiamo lavorare intensamente  visto che il periodo influenzale potrebbe sovrapporsi, insomma, non ci aspettano mesi banali ma siamo pronti ad affrontarli al meglio”. 

Il direttore generale Centini è intervenuto in occasione della presentazione di “Cultura, Territorio, Solidarietà”, un evento in programma venerdì 4 settembre dove sarà rimarcato l’impegno del personale sanitario durante tutti questi mesi. Nel corso della serata, anche a tema musicale, Fondazione Solidal spiegherà i diversi progetti di ricerca scientifica sul covid 19, un altro aspetto molto importante sul quale l’Azienda Ospedaliera di Alessandria sta lavorando, per combattere il virus. 

“Si tratta” ha sottolineato l’epidemiologa Marinella Bertolotto, del Comitato SolidAl per la Ricercadi studi osservazionali riguardo gli oltre 500 pazienti covid che in questi mesi l’Ospedale di Alessandria ha accolto, seguendo tutto il loro percorso. Viene studiata la sintomatologia e le scelte terapeutiche che sono state utilizzate. Le nostre ricerche saranno condivise a livello regionale, nazionale e internazionale”. 

“In parallelo” ha sottolineato la dottoressa Bertolotto “è in atto abbiamo dato vita a uno studio pilota, una ricerca approfondita, su un numero ancora esiguo di casi per verificare se il virus abbia o meno lasciato strascichi a livello polmonare, visto che ci sono alcune linee di pensiero che sostengono questa tesi”. Sono circa venti i ricercatori protagonisti di questi studi: in particolare medici e infermieri dei reparti di Pneumologia, Malattie Infettive e Terapia Intensiva. 

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