Autore Redazione
venerdì
4 Giugno 2021
11:52
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Cronaca - Alessandria

“Quattro passi con Gian Piero”: l’idea di un documentario su Don Armano e i suoi “mondi”

“Quattro passi con Gian Piero”: l’idea di un documentario su Don Armano e i suoi “mondi”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Per ora è “un’idea”. Nel corso della Serata Benedicta, organizzata dall’Associazione Cultura & Sviluppo e dell’Associazione Memoria della Benedicta nell’ambito del Benedicta Festival, il regista torinese Maurizio Orlandi ha annunciato un importante progetto: la volontà di girare un documentario dedicato alla vita di Don Gian Piero Armano, mancato nel 2018. Sacerdote e professore alessandrino, oltre alla sua missione spirituale Armano ha portato avanti una missione laica: tenere alto il valore della memoria della Resistenza.

“Non è un progetto, è una idea, che avevo già proposto un anno fa” ha raccontato Orlandi “Gian Piero per me ha rappresentato un riferimento fondamentale dal punto di vista umano, etico e professionale. Mi ha accompagnato con le sue sempre illuminanti sollecitazioni, coi suoi consigli, col suo appoggio morale. Dalla sua scomparsa ho sentito il bisogno di dare un contributo: scrivere una sceneggiatura e realizzare un documentario su un personaggio complesso, profondamente coerente, anche contraddittorio in certi aspetti. Iniziai a lavorare casualmente con lui nel 2006, fu Gian Piero a cercarmi per propormi il primo documentario sul rastrellamento della Benedicta. Da quel momento abbiamo continuato con altri lavori fino all’ultimo, quello che Don Armano volle più strenuamente, il più delicato, dedicato ai ribelli del Roverno. Ma con Gian Piero ho lavorato anche su altri documentari: uno nel 2012 sulla malattia intitolato 048 e uno sulla vecchiaia, nel 2016″.

Maurizio Orlandi ha poi spiegato i capisaldi della sceneggiatura: “Si intitolerebbe ‘Quattro passi con Gian Piero’, ho individuato alcuni suoi mondi da raccontare: la sua infanzia e la sua giovinezza, la famiglia d’origine, i genitori, i cugini e il mondo di Spinetta Marengo. In particolare i suoi amici di Spinetta, che erano fondamentali: li chiamava “i Matti”, personaggi estremamente importanti per la sua vita, vivevano sottotraccia nei momenti ufficiali ma erano molto presenti e fondamentali per la sua vita dal punto di vista affettivo. Un altro mondo è quello della Parrocchia, la sua esperienza sacerdotale e spirituale, ho letto il libro con le sue omelie. Poi c’è il mondo della montagna: le camminate, gli amici, la casa di Gressoney la Trinitè, ho registrato delle immagini lì per il documentario 048. In quell’occasione mi rilasciò una intervista molto particolare, un film collettivo di grande suggestione. E poi c’è il monte Tobbio, che ho conosciuto bene grazie a lui. Mi interessa raccontare la gente del Tobbio. In tutti gli anni della nostra collaborazione era lui il vero autore dei documentari, io ho solo cercato di dare forma alla sua idea, a lui piaceva come la raccontavo. E poi tutta la gente che conosceva a Bosio, a Voltaggio che lo accolse negli ultimi giorni della sua vita e, ovviamente, il mondo della scuola. Voglio andare alla ricerca dei suoi allievi, dai più grandi agli ultimi, i suoi colleghi, il suo preside Agostino Pietrasanta. Infine” ha concluso Orlandi “c’è il tema della malattia, le riflessioni che fece sulla vita e sulla morte nella bellissima intervista che tengo nel mio archivio. Insomma, non so ancora che forma avrà questo lavoro, vedremo se ci saranno le condizioni per portarlo avanti”.

In basso la Serata Benedicta andata in onda in streaming giovedì sera

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