Autore Redazione
mercoledì
23 Giugno 2021
13:29
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Cronaca - Alessandria

L’ospedale di Alessandria punta sulla riabilitazione oncologica: di cosa si tratta

L’ospedale di Alessandria punta sulla riabilitazione oncologica: di cosa si tratta

ALESSANDRIA – Un campo in larga parte ancora inesplorato ma comunque su cui puntare. Ed è quello che intende fare l’ospedale di Alessandria per quanto riguarda la riabilitazione oncologica. Cure sempre più efficaci assicurano infatti prospettive di vita più lunghe, ma in alcuni casi si devono affrontare le conseguenze disabilitanti dei trattamenti. Su questo fronte, l’azienda ospedaliera alessandrina è impegnata a sviluppare la ricerca riabilitativa che sarà al centro di un focus specifico durante la XIV giornata scientifica internazionale che si svolge il 24 giugno, dalle 14.30, in versione completamente virtuale.

L’appuntamento, nato ormai quasi dieci anni fa da un’idea di Antonio Maconi, direttore Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione (Dairi), nella versione estiva è stato da sempre caratterizzato da un respiro internazionale, per fare il punto sulle numerose reti di collaborazione che le strutture del Dipartimento stanno realizzando, anche ai fini del percorso verso l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) per il mesotelioma e le patologie ambientali. Nell’ambito delle diverse direttrici della ricerca (epidemiologica, infermieristica, manageriale) c’è la medicina traslazionale in cui si inserisce lo spazio dedicato alla ricerca riabilitativa con gli interventi di Marco Invernizzi per il Dairi e di Stefano Carda del Centre hospitalier universitaire vaudois di Losanna (è uno dei cinque ospedali universitari in Svizzera).

Quello della ricerca in questo ambito specifico è un campo nuovo e c’è bisogno di tutte le competenze in ambito traslazionale per raggiungere questi nuovi obiettivi“, sottolinea Invernizzi. La medicina traslazionale è infatti una disciplina in rapido sviluppo nel campo della ricerca biomedica e ha lo scopo di velocizzare la scoperta di nuovi trattamenti e strumenti diagnostici utilizzando un approccio multidisciplinare che comporta un elevato livello di collaborazione. “Grazie alle cure sempre più efficaci il paziente oncologico oggi ha di fronte a sé prospettive di vita che non erano immaginabili fino a non molti anni fa, però deve fare i conti con una qualità della vita che in certi casi presenta alcune difficoltà. Ecco il campo in cui siamo impegnati e rispetto al quale la ricerca, la tecnologia e l’innovazione stanno facendo passi da gigante“, ha aggiunto il medico novarese, classe 1981, formatosi all’Upo con Carlo Cisari.

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