17 Luglio 2021
05:06
Imprese artigiani piemontesi preoccupate da rincaro materie prime
PIEMONTE – Non si attenuano le preoccupazioni delle piccole imprese artigiane piemontesi, legate in particolare all’aumento dei costi delle materie prime che rischia di bloccare la ripresa. La conferma arriva dalla terza indagine trimestrale congiunturale di Confartigianato Imprese Piemonte condotta su un campione di 2.250 aziende secondo cui il saldo delle previsioni della produzione totale resta negativo, passando dal -26,37% al – 27,65% mentre l’acquisizione di nuovi ordini migliora lievemente ma resta negativo da -42,77% a -42,57%.
Le ipotesi di carnet ordini sufficienti per meno di 1 mese salgono dal 46,29% al 49,43%, quelle di carnet da uno a tre mesi calano dal 39,61% al 38,80% e quelle di carnet superiore ai tre mesi si riducono da 14,09% all’11,77% evidenziando una diminuzione della fiducia di poter contare su commesse di lavorazione di lungo termine. Si accentua anche la negatività del saldo delle previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni che passa dal -37,67% al -44,17%.
Per quanto riguarda l’andamento occupazionale, il saldo peggiora, passando dal -15,06% al -21,83%, in particolare per quanto riguarda le previsioni di assunzione di apprendisti si accentua la negatività del saldo che passa dal -29,29% al -35,38%. Le ipotesi di investimenti per ampliamenti programmati per i prossimi 12 mesi scendono dal l’8,38% al 7,77%, le previsioni di investimenti per sostituzioni si riducono dal 13,37% al 12,29% e gli artigiani che non hanno programmato investimenti salgono 78,25% al 79,94%. Infine, le stime di regolarità negli incassi scendono dal 61,24% al 57,60% e le ipotesi di ritardi salgono dal 38,40% al 41,94%.
“In un momento in cui si comincia ad intravedere la luce in fondo al tunnel in cui il Covid ha fatto entrare la nostra economia – osserva Giorgio Felici presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, riconfermato alla guida dell’associazione per i prossimi 4 anni – le nostre imprese temono fortemente una battuta di arresto. Un elemento di grande criticità che rischia di bloccare la ripresa è il pesantissimo aumento dei costi delle materie prime. La crescita esponenziale dei prezzi sta infatti rendendo vane le opportunità offerte dal bonus edilizia per molti settori che sono stati pesantemente colpiti dalla pandemia”.
“Le conseguenze possono essere particolarmente gravi non solo per l’edilizia, ma anche per la metallurgia, il legno, la gomma e materie plastiche, i mobili, gli autoveicoli, i prodotti in metallo, le apparecchiature elettriche ed elettroniche – aggiunge – e allarme desta anche l’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche, quasi raddoppiato in un anno. A fronte di questa situazione – conclude Felici- chiediamo un intervento urgente ed efficace da parte del Governo per tutelare le imprese coinvolte in questi insostenibili rincari“.