Autore Redazione
venerdì
12 Novembre 2021
16:10
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Cronaca - Alessandria

Addio a Galeazzi, il collega alessandrino Claudio Icardi: “Insegnava a osare. Come quando a Marassi…”

Addio a Galeazzi, il collega alessandrino Claudio Icardi: “Insegnava a osare. Come quando a Marassi…”

ITALIA – Quante volte la sua inconfondibile voce è entrata nelle nostre vite. Tutta Italia piange la scomparsa di Giampiero Galeazzi, giornalista sportivo della Rai, mancato oggi a 75 anni. Su Radio Gold lo ha ricordato il suo collega e amico Claudio Icardi, celebre cronista alessandrino. “Ho lavorato con lui per oltre 20 anni, al TG1 e alla Domenica sportiva, eravamo inviati sui campi. In questi casi si dice sempre che una persona lascia un grande vuoto, una frase fatta ma riferita a lui è oltremodo reale. Intanto per la sua mole imponente e poi Giampiero aveva una grande umanità. Lui amava sempre dire che l’inviato non nasce per caso: non è solo merito del destino se lui arrivava dove agli altri non arrivavano. Giampiero ha raccontato i più grandi atleti del suo tempo, da Maradona a Platini, da McEnroe al canottiere Steven Redgrave, facendo anche tesoro della sua esperienza agonistica personale, visto che è stato un grande campione del canottaggio, la disciplina che gli stava più a cuore. Le telecronache più appassionanti che lo hanno reso celebre riguardano proprio il canottaggio: alcune frasi sue come “Non li prendono più”, riferita ai fratelli Abbagnale, saranno ricordate per sempre nella storia del giornalismo sportivo italiano. Riusciva ad aggiungere sempre un pizzico di umanità ai suoi servizi”.

Icardi ha raccontato ai nostri microfoni anche il Giampiero Galeazzi dietro le quinte: Era un individualista, aveva un alto sentire di sé ma, anche se può sembrare un controsenso, sapeva fare gruppo. Amava la buona cucina e voleva condividere tutte le sue emozioni con gli amici. Era un capopopolo, un trascinatore, mancherà a tutti quelli che lo hanno conosciuto e apprezzato. Aveva tante passioni, era molto attaccato alla sua famiglia. Tifava Lazio ma ci teneva molto alla sua imparzialità, pur non nascondendo la sua fede biancoceleste. E poi ricordo la sua convivialità: quando finiva di presentare “Mercoledì sport” pretendeva sempre che tutti andassimo con lui a cena, per stare insieme. Era una buona forchetta e la cena era uno dei rari momenti dove si poteva discutere, scherzare, era un battutista fenomenale, sempre col sorriso sulle labbra”.

Claudio Icardi ha infine rimarcato la qualità più grande di Galeazzi come giornalista: “Non si fermava davanti a nulla, non c’era porta che lo potesse fermare. Nel 1983 la Roma vinse lo Scudetto pareggiando a Marassi col Genoa: a fine gara davanti allo spogliatoio dei giallorossi c’era di guardia una nutrita schiera di agenti. Beh, lui riuscì a entrare, prima provò con le buone e poi anche con le maniere meno buone (sorride, ndr). Insomma, sfondò tutto, entrò nello spogliatoio e fece un servizio memorabile (vedi in basso). Come ho già detto arrivava dove gli altri non arrivavano, aveva l’intuito proprio dell’inviato, una dote naturale. Giampiero è stato di esempio per noi che eravamo un po’ più giovani di lui: ci ha insegnato che, se si vuole fare questo mestiere in un certo modo, bisogna anche osare e lui era un maestro in questo. La frase “non arrendersi mai” è forse troppo abusata ma, riferita a lui, è molto pertinente: non conosceva ostacoli, quando si metteva in testa una cosa ce la faceva, voleva portare a casa il pezzo a tutti i costi. Era, facendo un paragone che ricorda le nostre zone alessandrine, un vero e proprio cane da tartufi”. 

Foto principale tratta dal canale Youtube della Rai

 

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