18 Gennaio 2022
05:06
Risse e aggressioni tra adolescenti, lo psicologo: “Fenomeno causato anche dalla pandemia. Ascoltate i vostri figli”
ALESSANDRIA – L’ultimo episodio ad Alessandria è quello che risale a non tanti giorni fa quando una ragazzina di 13 anni è stata violentemente aggredita in centro da un gruppo di coetanee senza un apparente motivo. Ma ultimamente si stanno moltiplicando in tutta Italia gli episodi di cieca violenza tra ragazzi, spesso minorenni, che in piazza si sfidano in maxi risse a mani nude ma anche armati di spranghe, mazze e a volte catene. Un deprecabile fenomeno che affonda la propria natura violenta nelle difficoltà sociali e di relazione affrontate da tutto il Paese anche a causa delle limitazioni relazionali causate dalla pandemia. “Situazione in costante evoluzione e difficile da decifrare“, ci spiega Andrea Nocito psicologo dell’età infantile ed evolutiva de Le Mete di Alessandria. “Soprattutto perché ogni caso andrebbe trattato singolarmente. Ma si tratta comunque di un fenomeno sociale preoccupante e in costante espansione“, aggiunge.
DOMANDA: Come mai sempre più giovani si lasciano andare ad atteggiamenti violenti e apparentemente senza un motivo plausibile?
RISPOSTA: Risalire a una causa generica è difficile. Bisogna tuttavia dire che l’adolescenza è spesso un periodo di forte rabbia. Una rabbia, solitamente riversata verso i più grandi, la società e le regole imposte, che una volta trovava il suo sfogo in attività fisiche e in centri ricreativi che con la pandemia sono stati chiusi o limitati per contenere la diffusione del Covid-19.
D: Possiamo quindi dire che la pandemia è causa di questa ondata di violenza tra i più giovani?
R: Diciamo che, più che causa, per quello che dicevamo anche prima, è corresponsabile. I ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento e di regole. Questi arrivavano dalle scuole e dai centri di aggregazione. Spesso le prime vengono frequentate in dad e i secondi sono stati a lungo chiusi. Questi luoghi servono per avere un confronto tra pari-età, seguire regole di comportamento più o meno rigide e capire cosa è giusto e sbagliato. A questo si aggiunge anche il ruolo fondamentale della famiglia.
D: In molti puntano il dito proprio contro le famiglie.
R: Partiamo dal presupposto che in questo periodo della loro vita che è l’adolescenza, ma anche in questo periodo storico legato alla pandemia da Covid-19, i giovani si sentono meno ascoltati. Purtroppo, proprio come i giovani, anche i genitori vivono stati di assoluto stress e isolamento. C’è chi ha perso il lavoro, chi ha problemi psicologici inespressi causati proprio dal lockdown, chi è assorbito dal lavoro che per molti, come i Sanitari, si è moltiplicato.
D: Quindi sarebbe un errore dare la colpa ai genitori di quello che i figli fanno?
R: I comportamenti aggressivi sono sempre frutto di una concomitanza di fattori. La famiglia ha un ruolo importante nel dare delle regole e dei confini invalicabili per i ragazzi. In caso di assenza di punti di riferimento positivi forti, che sono interni o esterni al nucleo famigliare, ecco che l’adolescente può andare in crisi. La famiglia in questo senso ha l’obbligo di vigilare e dialogare con i figli.
D: Quanto conta l’effetto emulativo in questi atteggiamenti?
R: Nell’epoca dei social, di internet e dell’iper-connessione i fenomeni emulativi sono spesso presenti. Bisogna sottolineare che a causa della situazione pandemica e delle difficoltà di aggregazione di questo periodo i gruppi di adolescenti sono sempre più piccoli e chiusi. La presenza di un leader forte, la difficoltà di confrontarsi e quella rabbia tipica dell’adolescenza di cui dicevamo possono portare a momenti di violenza anche estrema che deve essere affrontata e curata perché dietro c’è sempre un disagio psicologico serio.
D: Possiamo quindi dire che il gruppo e socializzare sono fondamentali per un adolescente?
R: Certo. Il gruppo è quel luogo dove esprimere in libertà le proprie perplessità, confrontarsi su atteggiamenti positivi o negativi visti da altri componenti, raggiungere regole etiche e morali che vanno anche oltre a quelle impartite dalla famiglia. Adesso fare amicizia e avere un gruppo aperto è molto più complesso proprio per le chiusure e limitazioni imposte per arginare il Covid-19.
D: Come può agire la famiglia se si accorge che il proprio figlio ha atteggiamenti violenti?
R: Il compito della famiglia è quello di vigilare ma anche ascoltare l’adolescente. Sarebbe sbagliato demonizzare o peggio ancora sottovalutare e denigrare un malessere del ragazzo. La famiglia deve essere in grado di dare un supporto al giovane anche psicologico.
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