15 Agosto 2022
05:36
La siccità ha stretto in una morsa il Piemonte e l’Alessandrino: l’allarme dell’osservatorio europeo
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Che la siccità fosse la parola chiave dell’arida estate 2022 ormai ne eravamo tutti consapevoli, ma che la sua violenta persistenza fosse così grave, solo da qualche settimana iniziamo a percepirlo. L’allarme è stato lanciato dall’European Drought Observatory che, attraverso dati ufficiali sulla straordinaria ondata di caldo che ha colpito tutta l’Europa, ha stilato una mappa delle criticità.
In Italia l’intera pianura Padana sta boccheggiando con alcune zone del Lazio e della Campania a fargli compagnia. A livello piemontese quasi la totalità della regione (ad esclusione di Cuneese, Biellese e Vco) è tinta di rosso, colore che indica l’allerta massima. Ovvero una costante penuria d’acqua che sta portando a uno stress vegetativo, a un aumento della temperatura percepita a causa dell’umidità e di conseguenza a un deficit di vegetazione. Non fa eccezione, quindi, nemmeno la provincia di Alessandria dove l’emergenza idrica ha portato quasi un centinaio di Comuni a diramare ordinanze legate al razionamento e risparmio dell’acqua. Tra questi anche i centri zona di Alessandria, Tortona, Novi Ligure, Ovada e Acqui Terme.
Una situazione già sottolineata a più riprese anche da Arpa Piemonte che ha identificato il mese di luglio 2022 come il secondo più caldo degli ultimi 65 anni dopo quello del 2015. Un dato, questo, che si aggrava ulteriormente se si aggiunge il fatto che il trimestre maggio-giugno-luglio 2022 è stato il più caldo mai osservato prima d’ora, superando anche quelli corrispondenti del 2003 e del 2015 dove le temperature erano state comunque molto elevate.
Caldo quindi che fa rima anche con assenza quasi totale di precipitazioni. Analizzando i dati dell’anno 2022, sul Piemonte sono caduti da gennaio a luglio, circa 272 mm di pioggia e/o neve, a fronte di una norma climatica del medesimo periodo che si assesta sui 528 mm. Il deficit è, quindi, significativo, nonché pari al 49% rispetto al valore medio degli ultimi 30 anni.