21 Dicembre 2022
05:39
Il Mose è un po’ alessandrino grazie a Italvalv. L’ingegno italiano sfida crisi e difficoltà
BASALUZZO – Il Mose a Venezia verrà ultimato entro il 2023. L’annuncio è arrivato nei giorni scorsi, dopo l’approvazione del nuovo cronoprogramma aggiornato a dicembre 2022. Lo ha spiegato l’architetto Elisabetta Spitz, commissario straordinario dell’opera, che ha anche rimarcato il successo di quest’opera capace, dal 21 al 25 novembre, di “salvare Venezia dall’acqua alta“.
Un risultato arricchito anche dal contributo di una realtà della provincia di Alessandria, la Italvalv di Basaluzzo, tra le fornitrici di alcuni dei componenti dell’impianto che nella Laguna entra in azione per impedire che l’acqua alta allaghi la città veneta.
Come spiegato da Roberto Roveta, Presidente di Italvalv, infatti, l’azienda ha fornito alcune valvole “su basi specifiche tecniche richieste dai committenti”. Un rapporto cominciato nel 2012 e poi proseguito “nei periodi successivi fornendo l’assistenza necessaria per far funzionare l’impianto“. Italvalv ha fornito valvole particolari modificate in base alle necessità di un impianto colossale come il Mose. “In particolare – racconta Roveta – abbiamo messo a disposizione valvole a sfera per l’intercettazione e valvole a semisfera, tutte motorizzate con sistemi di controllo e che, per la movimentazione, sono state accessoriate con sistemi particolari, in particolare con attuatori specificamente richiesti per quel tipo di opera“.
La bontà del Mose, dimostrata quest’anno in una delle piene storiche a Venezia, rimarca Roveta, dimostra quanto sia importante quell’opera “di cui l’Italia dovrebbe andare fiera. È stato certificato che nel tempo funziona sebbene certamente sia fondamentale agire costantemente per la sua manutenzione. D’altronde – aggiunge – bisogna tenere presente che lavora in mare e quindi con un alto fattore di logorio“. Incassato questo successo, spiega il presidente di Italvalv, la speranza è che “altri Paesi si rendano conto del lavoro fatto e guardino all’Italia e alla nostra azienda come esempio“.
Il lavoro fatto, aggiunge Roveta, dovrebbe dare impulso a un settore che come molti sta pagando il periodo di crisi, ancora più forte in Italia. “È più difficile di ieri accaparrarsi ordini perché oggi c’è maggiore incertezza sui costi delle materie prime e l’instabilità sui prezzi sta mettendo in crisi l’industria manifatturiera e in particolare realtà come la nostra. Una nostra commessa – continua Roveta – ha una durata di 7-8 mesi. Dall’arrivo della richiesta di offerta all’ordine, se i prezzi sono ok, passano sei mesi e poi altri sei mesi per la realizzazione perciò i tempi sono lunghi e avere una volatilità dei prezzi come quella di questi tempi è tragico. A tutto questo si aggiunge una concorrenza ‘sleale’ che arriva da paesi dove manodopera e materie prime oltre che la gestione manifatturiera sono nettamente più basse, come avviene ora in Cina e India“.
Italvalv confida tuttavia in un 2023 più promettente, dopo un anno non facile. “Abbiamo alcune commesse per i paesi Arabi dove il lavoro c’è e dovrebbero partire nuove centrali elettriche e geotermiche in Italia“, facendo ripartire un settore, quello manifatturiero che da tempo è in difficoltà per “assenza di politiche ad hoc“. “Finora non ci sono stati grossi investimenti, la siderurgia è piuttosto ferma, sebbene il nostro settore sia uno dei bacini del lavoro italiano. La nostra creatività e la nostra progettualità si è sempre distinta nel mondo e se perdiamo questa caratteristica è difficile recuperare“.
Foto tratta dal sito del Mose