Autore Redazione
mercoledì
21 Giugno 2023
10:51
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Cronaca - Piemonte

Un viaggio “Oltre il sipario” per aprire Asti Teatro 45

La visita drammatizzata del Teatro Alfieri del Teatro degli Acerbi ha inaugurato il festival Astigiano che si terrà dal 22 giugno al 2 luglio
Un viaggio “Oltre il sipario” per aprire Asti Teatro 45

ASTI – Si è aperto ieri Asti Teatro, il festival teatrale astigiano giunto alla sua quartantacinquesima edizione e diretto quest’anno da Mario Nosengo. Asti Teatro 45 rimarca la sua appartenenza al territorio, con un palinsesto in cui compaiono diversi spettacoli e compagnie locali, e con la valorizzazione di luoghi cittadini. Molta importanza è stata data ad Asti e, in particolare, al Teatro Alfieri, uno spazio vivo e un fulcro, sin dalla sua inaugurazione nel 1860, della sua vita culturale e sociale. Il festival è iniziato proprio in questa direzione con “Oltre il sipario”, la visita teatralizzata all’Alfieri a cura del Teatro degli Acerbi di ieri 20 giugno con la guida di Massimo Barbero e Chiara Buratti e la drammaturgia di Patrizia Camatel.  Sarà in replica alle 19 e alle 21 anche oggi 21 giugno (posti già esauriti) e sabato 1^ luglio alle 9 e alle 11 del mattino (ancora pochi posti disponibili e acquistabili on line al  www.bigliettoveloce.it/spettacolo?id=5605).  Asti Teatro 45 entrerà nel vivo giovedì 22 giugno, con i primi due eventi della giornata: l’inaugurazione della mostra “Io sono una storia. Uno sguardo attraverso” e “La musa nascosta”, canovaccio poetico di Francesco Antonio Lepore con la voce recitante di Mario Nosengo, il direttore artistico del festival qui in veste di attore, accompagnato dalla voce cantante di Alessia Porani e dal sax di Marcello Manzo. Tutto il programma di Asti teatro dal 22 giugno al 2 luglio su  www.astiteatro.it , www.comune.asti.it.

“Oltre il sipario” è un viaggio nel teatro e nel tempo, con un excursus elastico, che abbraccia periodi storici da sempre rispecchiati nel teatro cittadino. Si parte dal 6 ottobre 1860, serata dell’inaugurazione dell’Alfieri con il Mosè di Rossini. Sul volantino d’epoca, distribuito nell’atrio, si legge l’enfasi inaugurale e si percepisce l’importanza del momento. Massimo Barbero, in frac e cilindro (i costumi sono della Scuola di moda Vezza di Sara Bosco), e Chiara Buratti, nelle vesti di Antonietta Fricci, la soprano che per prima ha calcato il palco del nuovo teatro, sono personaggi dell’epoca, ma anche guide e mentori. La drammaturgia di Patrizia Camatel intreccia momenti recitati, omaggi a personaggi significativi di Asti di diverse epoche (da Vittorio Alfieri a Giorgio Faletti), aneddoti e storia, ma il vero omaggio trasversale è reso al compianto drammaturgo Luciano Nattino. Fu lui, nel 2002, in occasione della riapertura dell’Alfieri, dopo vent’anni di abbandono, a scrivere la sceneggiatura della visita teatralizzata realizzata all’epoca e la sua voce sembra riecheggiare nell’allestimento del Teatro degli Acerbi, dall’incipit alle parole finali. Fu un evento epocale, che celebrò il lavoro filologico di ristrutturazione dell’architetto Luciano Bosia, cui si deve la ritrovata bellezza originaria dell’edificio. Oggi come allora è affascinante vedere la macchina teatrale, una nave di terra, le cui vele sono fondali e quinte e le cui funi sono fissate con nodi marinari da tecnici che usano lo stesso linguaggio proprio dei marinai. Il teatro è una fabbrica di sogni, fatta di talento e precisione, racchiusa in uno scrigno architettonico che Barbero e Buratti svelano in tutti i suoi angoli. Nella sala cuore dell’edificio Buratti interpreta il monologo finale della tragedia alfieriana “Ottavia”, sullo sfondo del fondale ottocentesco del pittore Francesco Gonin, rappresentante Alfieri e i protagonisti delle sue tragedie, prima di invitare noi spettatori sul palco. Da lì, un viaggio in tutti i luoghi dell’edificio, sino al livello del loggione, da dove si vedono la graticcia e tutti i segreti della scenotecnica. Si visita il ridotto del Teatro, intitolato al sassofonista Gianni Basso, cui Marcello Manzo, musicista e tecnico, ha dedicato un omaggio musicale, e, infine, i camerini, luogo dove le ansie da palcoscenico sono scongiurate con esercizi preparatori e persino azioni scaramantiche. Ritorniamo alla sala grande con “The Show Must Go On”, una canzone di Giorgio Faletti e ancora riecheggia la presenza di Nattino sulla scena. Mentre Buratti canta di “artisti falliti fuori dal gioco”, Massimo Barbero, come su una nave-teatro, interpreta lo Scaramouche di Nattino, capocomico che guida i suoi attori, “viaggiatori dell’anima che sanno che qui dentro c’è la salvezza”. Lo sanno anche gli astigiani, che nel 2002 hanno sottoscritto i buoni ordinari emessi dal comune al fine di ristrutturare Il Teatro Alfieri, ed è con questa miscela caleidoscopica di divertimento e stupore che il teatro, ancora una volta, si è mostrato. Asti Teatro 45 si è presentato con una storia collettiva che arriva all’oggi, celebra la magia dello spettacolo dal vivo, diverte e stupisce.

 

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