12 Settembre 2024
05:08
Export nel 2024: numeri in calo per la provincia di Alessandria, la quinta in Piemonte
PIEMONTE – Come sottolineato da Unioncamere Piemonte nel I semestre del 2024 la nostra regione ha registrato un valore delle merci esportate pari a 31,4 miliardi di euro, dato in calo del 4,6% rispetto all’analogo periodo del 2023. Il risultato evidenziato nella prima parte del 2024 è stato il frutto di una contrazione del 2,1% segnata già nel primo trimestre, seguita da una diminuzione ancora più intensa delle vendite oltre confine registrata nel periodo aprile-giugno 2024 (-6,8%). Nello stesso periodo il valore delle merci importate è stato pari a 23,7 miliardi di euro, il 10,2% in meno rispetto al semestre gennaio-giugno 2023, portando il saldo della bilancia commerciale a +7,7 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 6,5 dell’anno prima. A livello nazionale, nel I semestre del 2024 l’export in valore ha mostrato una flessione del 1,1% su base annua, sintesi di dinamiche territoriali molto differenziate: il Nord-ovest (-3,5%), il Centro (-2,3%) e il Nord-est (-1,4%) hanno registrano una flessione delle vendite all’estero, mentre si è rilevata una marcata crescita delle esportazioni per le Isole (+7,3%) e un aumento più contenuto per il Sud (+1,9%).
Il calo registrato a livello complessivo regionale è frutto di andamenti territoriali eterogenei. Il capoluogo regionale, che genera il 44,0% delle esportazioni regionali, ha registrato una flessione di intensità superiore a quella media piemontese (-10,8%). Cuneo, seconda realtà per contributo fornito alle vendite oltre confine, ha, invece, messo a segno un incremento tendenziale del 5,2%. La dinamica positiva accomuna anche i territori di Novara (+4,8%), Vercelli (+9,1%) e Verbano C.O. (+1,1%), mentre Alessandria (-3,3%), Asti (-5,7%) e Biella (-14,2%) scontano flessioni dei valori delle merci esportate.
“Il dato sull’export piemontese, che registra una flessione del -4,6% nei primi sei mesi del 2024, ci impone una riflessione attenta e profonda. È evidente che il contesto economico internazionale stia mettendo a dura prova il nostro tessuto produttivo. Nonostante questo scenario sfavorevole, il Piemonte dimostra una certa resilienza, grazie alla buona performance dei settori alimentare e tessile. Questi comparti, storicamente legati al nostro territorio, confermano la loro vitalità e la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato globale. È però necessario mettere in campo azioni immediate e coordinate per sostenere le imprese piemontesi, in particolare quelle più esposte alla crisi. In questo quadro, occorre sostenere l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese, investendo in ricerca e sviluppo, facilitando l’accesso al credito e promuovendo la formazione professionale, oltre che favorire l’internazionalizzazione, semplificando la burocrazia. Le Camere di commercio svolgono un ruolo cruciale in questo ambito, offrendo servizi di orientamento, formazione e assistenza alle imprese che intendono espandersi oltre i confini nazionali” dichiara Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.
Il Piemonte si conferma la quarta regione esportatrice, con una quota pari al 9,9% dell’export nazionale, pur avendo registrato un risultato complessivamente più negativo sia del dato italiano (-1,1%) che di quello ripartizionale (-3,5%). Tra le principali regioni esportatrici la Lombardia si conferma prima per valore delle vendite oltre confine, generando il 26,0% dell’export nazionale, seguita dall’Emilia-Romagna (13,6%) e dal Veneto (12,8%). La dinamica esibita da queste realtà nel I semestre del 2024 appare meno negativa rispetto al dato piemontese: il Veneto flette del 3,5%, la Lombardia evidenzia una contrazione dell’1,6% e l’Emilia-Romagna segna un -1,4% rispetto al I semestre 2023. La Toscana, in controtendenza analogamente a quanto già performato nel I trimestre 2024, realizza una crescita del proprio export del 8,7%, raggiungendo il Piemonte in quarta posizione con una quota sul totale nazionale del 9,9%. La contrazione delle esportazioni piemontesi, in questi primi sei mesi del 2024, ha riguardato la maggior parte dei settori di specializzazione.
I mezzi di trasporto rappresentano, anche nel periodo gennaio-giugno 2024, il settore più rilevante per il commercio estero piemontese, generando poco meno di un quarto del totale delle esportazioni (23,2%). Questo comparto, che nella prima parte del 2024, ha segnato una forte contrazione anche in termini di produzione industriale, registra nel I semestre 2024 una consistente flessione delle vendite oltre confine (-16,2%). Il risultato complessivo del comparto risulta profondamente condizionato dalla diminuzione della vendita di autoveicoli (-29,7%). La componentistica autoveicolare flette del 2,0%, mentre continuano a vivere una fase espansiva i prodotti dell’aerospazio (+4,1%). L’industria meccanica si colloca in seconda posizione per incidenza sull’export regionale (18,2%) e registra una flessione più contenuta (-0,8%) rispetto al I semestre 2023. In terza posizione, con una quota del 13,1%, si trovano i prodotti alimentari e delle bevande che, in controtendenza e in continuità rispetto ai primi tre mesi dell’anno, conseguono una crescita del 3,6%. Il comparto tessile evidenzia un aumento delle vendite all’estero del 12,3%, grazie all’ottima performance esibita dall’abbigliamento (+28,2%) e dagli articoli in pelle (+45,0%); i prodotti tessili segnano, invece, una contrazione (-13,3%).
Nei primi sei mesi del 2024 i mercati dell’Ue-27 hanno assorbito il 60,1% dell’export regionale, mentre una quota pari al 39,9% è diretta ai Paesi extra Ue-27. Quanto alla dinamica, i due bacini hanno registrato flessioni di pressoché analoga intensità: le prime sono diminuite del 4,8% rispetto al I semestre 2023, le seconde del 4,1%. Nel dettaglio dei singoli Paesi comunitari, Francia e Germania si confermano rispettivamente primo e secondo mercato di destinazione delle vendite oltre confine, con quote rispettivamente pari al 15,3% e 13,5%; entrambi scontano, però, flessioni del valore delle merci piemontesi importate superiori alla media (Francia -7,8%; Germania 11,7%). Segue la Spagna, cui è destinato il 6,0% delle esportazioni locali, in calo del 2,5% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Quarto mercato comunitario è la Polonia, che, con una dinamica in controtendenza rispetto alla media, segna un aumento del del 14,1%, grazie alle buone performance registrate dai mezzi di trasporto e dall’alimentare.
Tra gli altri Paesi, si segnala la diminuzione particolarmente intensa delle vendite dirette in Belgio (-17,2%), a fronte , invece, di dinamiche positive registrate in Romania (+2,8%) e, soprattutto, in Irlanda (+10,8%). Spostando l’attenzione al di fuori dei confini dell’Ue-27, gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di sbocco, generando una quota dell’8,3% dell’export regionale, seguiti da Regno Unito e Cina, che determinano rispettivamente il 4,2% e il 3,1% delle vendite oltre confine. In termini di dinamica, calano le vendite dirette nei primi due mercati (-6,3% Stati Uniti; -9,1% Regno Unito), mentre il mercato cinese registra un aumento del 20,5%, frutto dell’ottima performance esibita dal comparto tessile. Tra gli altri Paesi, le esportazione destinate in Svizzera (-14,9%) e Brasile (-11,3%) flettono più della media regionale, mentre appaiono in controtendenza le dinamiche esibite in Messico (+19,3%) e Canada (+17,7%).
Foto di Janno Nivergall da Pixabay