Parcheggi Alessandria, sindacati alzano la voce: “L’arroganza di Comune e Amag Mobilità penalizza i lavoratori”
ALESSANDRIA – “Uno scandalo, un atto di arroganza da entrambe le parti che penalizza i lavoratori”. I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e UilTrasporti non hanno usato mezzi termini per fotografare la situazione dei lavoratori di Amag Mobilità dedicati alla gestione dei parcheggi di piazza Liberta e Ambrosoli e delle soste. Nel bando pubblicato, e poi sospeso lo scorso venerdì per il ricorso di Amag Mobilità, vengono identificati 9 posti per la gestione di questo servizio: sette ausiliari del traffico e due “operatori di movimento”. Amag Mobilità, invece, ne prevedeva 18.
Un futuro, quindi, incerto per cassieri, ausiliari del traffico e lavoratori del comparto amministrativo: da una parte, come hanno riferito i sindacalisti Alessandro Porta, Giancarlo Topino e Giacomo Monastra, il rischio di mobilità e dall’altra un contratto senza clausole sociali. Per questo motivo le parti sociali hanno invocato la sospensione in autotutela del bando e la sua riscrittura.
La mancanza di risposte ha comportato l’attivazione dello stato di agitazione. “Non ci hanno dato spiegazioni” ha rimarcato Alessandro Porta “il Comune ha pubblicato il bando quando il tavolo era ancora aperto. Un comportamento scorretto. Alle nostre richieste di sospensione del bando il Comune ha preso tempo ma poi non ha fatto nulla. Anche secondo noi 18 lavoratori per gestire soste e parcheggi sono troppe ma 9 sono poche. Alcuni, tra l’altro, hanno poche ore dedicate a questo comparto: in Amag Mobilità svolgono altre mansioni. Non capisco perché, in sede di discussione, un funzionario del Comune ha sottolineato che servirebbero 13 e non 9. C’è qualcosa che funziona: nei 9 dipendenti indicati, ad esempio, mancano i cassieri. Ricordo che questi lavoratori hanno accettato uno stipendio più basso per agevolare il passaggio tra Atm e Amag Mobilità. Erano 200, ora sono poco più di 150. Un bando senza clausole sociali grida vendetta: questi 18 lavoratori non sanno cosa succederà. Una situazione imbarazzante: siamo sconcertati”.
“Una vergogna che una azienda come Amag Mobilità” ha aggiunto Giancarlo Topino della Filt Cgil “viva di soldi pubblici e che non fornisca i dati: una delle poche realtà del Piemonte che non lo fa. L’azienda sta scaricando questi lavoratori sulla collettività. Occorreva fare un confronto molto tempo prima invece non siamo mai scesi nel merito. Comune e azienda non si parlano e alla fine ci rimettono i lavoratori. Non accetteremo lo stato di mobilità dei lavoratori, abbiamo chiesto buon senso ma non c’è stato”.
“Facciamo un appello alla responsabilità di entrambe le parti” ha sottolineato Giacomo Monastra della Fit Cisl “i litigi tra marito e moglie non ricadono sui figli. Si faccia un ragionamento serio, oggi i lavoratori stanno soffrendo perché non hanno garanzie sul proprio futuro”.