Autore Redazione
martedì
15 Luglio 2025
05:35
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Cronaca - Alessandria

Export negli Stati Uniti: provincia di Alessandria terza in Piemonte. Lo studio sull’impatto dei dazi

Export negli Stati Uniti: provincia di Alessandria terza in Piemonte. Lo studio sull’impatto dei dazi

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Dopo Torino e Cuneo, la provincia di Alessandria è sul podio del Piemonte nell’esportazione dei prodotti verso gli Stati Uniti. Lo ha sottolineato l’Ufficio studi della CGIA, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre, nella sua analisi su quanto i dazi imposti da Trump potrebbero condizionare la nostra economia. Il nostro territorio (35° a livello nazionale, con lo 0.7%), ha registrato un calo del 5.6% dell’export verso gli Usa dal 2023 al 2024. 

Secondo la Cgia, inoltre, per valutare l’impatto dei dazi occorre analizzare l’indice di diversificazione di prodotto dell’export per regione: un parametro che pesa il valore economico delle esportazioni dei primi 10 gruppi merceologici sul totale regionale delle vendite all’estero. Laddove l’indice di diversificazione è meno elevato, tanto più l’export regionale è differenziato, risultando così meno sensibile a eventuali sconvolgimenti nel commercio internazionale. Di contro tanto più è elevata l’incidenza del valore dei primi 10 prodotti esportati sulle vendite all’estero complessive, quel territorio risulta essere più esposto alle potenziali congiunture negative del commercio internazionale.

Ad eccezione della Puglia, le aree geografiche teoricamente meno in pericolo sono tutte del Nord. La Lombardia è ipoteticamente la meno a “rischio”. Seguono il Veneto, la Puglia, il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna e il Piemonte. La regione che a livello nazionale presenta l’indice di diversificazione peggiore è la Sardegna, dove domina l’export dei prodotti derivanti della raffinazione del petrolio. Seguono il Molise, caratterizzato da un peso particolarmente elevato della vendita dei prodotti chimici/materie plastiche e gomma, autoveicoli e prodotti da forno – e la Sicilia, che presenta una forte vocazione nella raffinazione dei prodotti petroliferi. Tra le realtà territoriali del Mezzogiorno, solo la Puglia presenta un livello di diversificazione elevato. Un dato che la colloca al terzo posto a livello nazionale tra le regioni potenzialmente meno a rischio da un’eventuale estensione dei dazi ad altri prodotti merceologici.

A livello nazionale la Cgia ha rimarcato che i dazi imposti da Trump potrebbero costare al nostro Paese 3,5 miliardi di euro circa di mancate esportazioni. Se, invece, le tariffe doganali dovessero essere innalzate al 20%, il danno economico ammonterebbe fino a 12 miliardi di euro. Si tratta di stime che sono state riprese dalle elaborazioni fatte qualche mese fa dall’Ocse, importi che non includevano l’impatto economico di eventuali tariffe che potrebbero essere applicate su singoli prodotti merceologici.

Il Paese a stelle e strisce rappresenta il secondo mercato di sbocco per le esportazioni italiane, con un valore annuale che nel 2024 ha toccato i 64,7 miliardi di euro, pari al 9 per cento circa dell’intero export nazionale. In particolare, le categorie merceologiche maggiormente esportate negli USA includono i prodotti chimici/farmaceutici, gli autoveicoli, le navi/imbarcazioni e le macchine di impiego generale. Tali voci incidono per oltre il 40 per cento delle vendite totali nel mercato statunitense. Il numero degli operatori commerciali italiani attivi negli Stati Uniti è relativamente contenuto, ammontando a poco meno di 44mila unità; a questo dato si devono aggiungere le imprese dell’indotto non contabilizzate nelle statistiche Istat.

Foto di Ric da Pixabay

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