Cronaca - Ovada

Sette anni fa il crollo del ponte Morandi: il ricordo delle vittime e l’esemplare azione dei poliziotti di Ovada

ITALIA – Sette anni fa tutta l’Italia assisteva, attonita, al tragico crollo del Ponte Morandi, a Genova. “Una pagina drammatica nella storia del nostro Paese” ha sottolineato il Capo dello Stato Sergio Mattarella “43 vite spezzate, centinaia di persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni. Una ferita indelebile nel cuore di Genova, della Liguria, dell’Italia. Il crollo del Ponte Morandi ha segnato un severo richiamo alle responsabilità pubbliche e private in tema di sicurezza delle infrastrutture. Un punto di non ritorno a pratiche che hanno generato un disastro di quelle proporzioni”. 

Tra le vittime, in particolare, la nostra provincia pianse la 29enne Marta Danisi, infermiera dell’Ospedale di Alessandria, e i due arquatesi Alessandro Robotti e Giovanna Bottaro, marito e moglie di 50 e 43 anni. In quei drammatici frangenti spiccò, in particolare, la freddezza e la professionalità di due agenti della Polizia Stradale di Ovada, Marco Gastaldi e Antonio Fiore: un video amatoriale diffuso sui social riprese in particolare il poliziotto Marco Gastaldi mentre, con fermezza, invitava le persone a retrocedere dal luogo del crollo per poi organizzare il recupero delle auto rimaste parcheggiate.

Anche se molte persone incontrate in quei frangenti non le rivedrò più, ora se fossero qui davanti a me le abbraccerei” aveva raccontato lo stesso Gastaldi ai microfoni di Radio Gold “in quei momenti si aspettavano risposte che non potevamo dare ma sono sempre stati collaborativi e attenti alle nostre indicazioni. Ci hanno identificato subito come punti di riferimento. Col mio collega Antonio lavoriamo insieme da tempo: ci capivamo con uno sguardo e anche questo nostro affiatamento è stato importante. Siamo orgogliosi di far parte della Polizia Stradale, quello è il nostro compito e il fatto che sia stato percepito così ci fa piacere. Gli onori, comunque, vanno a tutti i soccorritori”.

“Quella mattina ricordo che stavano viaggiando in direzione est e, a 50 metri dalla fine della galleria, abbiamo cominciato a vedere persone che tornavano indietro a piedi. Ci hanno subito detto che il ponte era crollato: subito non ci sembrava vero, era tutto surreale. In ogni caso, usciti dalla galleria il ponte proseguiva per altri 800 metri: tante macchine non si erano rese conto che fosse crollato e subito ci siamo prodigati per andare a mettere in sicurezza le persone: le abbiamo fatte spostare all’ingresso della galleria, in sicurezza. Non sapevamo se quella parte del ponte sarebbe rimasta in piedi. Bisognava far presto. C’erano bambini, anziani, in quei momenti dovevamo temporeggiare e cercare di calmarli, alcuni di loro erano sotto shock perché avevano visto le auto davanti precipitare”.

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