18 Giugno 2014
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In Piemonte c’è voglia di cultura ma gli enti investono sempre meno
L’interessante relazione annuale dell’Osservatorio Culturale del Piemonte ha permesso di definire un quadro complessivo del consumo, della produzione e delle risorse economiche nell’ambito della cultura nella regione, svelando l’attenzione che i piemontesi riservano a questo settore, nonostante la crisi. Il bilancio finale emerso raccoglie molti aspetti differenti, anche e soprattutto a seconda delle aree geografiche, con alcuni punti in comune come il drastico calo di fondi statali riservati alla cultura e una ripresa del pubblico nei cinema. Più articolato il discorso collegato ai musei con il ruolo ingombrante di Torino e le peculiarità di ogni provincia. I piemontesi, nel complesso, dimostrano di essere un popolo ancora attento alla lettura.
In base ai dati raccolti dall’Osservatorio in Piemonte sono aumentati i consumi collegati alla cultura, soprattutto per musei (+7,9% di visite) e cinema (+7,1% i biglietti venduti) con un calo netto dei fondi: nel 2012 sono stati 244,5 milioni, per un -22,9% rispetto all’anno precedente.
In questo scenario, nel 2013, meno di 1 piemontese su 10 ha detto di essere rimasto pienamente appagato dall’offerta culturale. Una percentuale preoccupante se si considera che negli anni passati la percentuale non era mai scesa sotto il 29%, raggiungendo addirittura il 35% nel biennio 2011-2012. A mitigare il dato il 53% di piemontesi che considera sufficiente la proposta culturale anche se si è impennata la quota di quanti si ritengono insoddisfatti (22%).
L’ultimo riferimento numerico probabilmente giustifica il parere pressoché univoco dei piemontesi (9 su 10) rispetto alla centralità che musei, spettacoli dal vivo e
attività culturali avranno nell’economia del prossimo futuro. Le aspettative spiegano perché il 60% dei piemontesi ritenga necessario il potenziamento dell’offerta culturale nel proprio luogo di residenza. Nel 2012 erano circa il 49%.
Per quanto riguarda gli spettacoli dal vivo, ad esempio, poco più di 3 piemontesi su 10 hanno acquistato dalle biglietterie tradizionali almeno un ticket per attività musicali o teatrali nel 2013. “Sebbene la larga maggioranza dei residenti abbia sottolineato l’inadeguatezza dell’offerta si evidenzia un incremento di 3 punti percentuale nell’acquisto rispetto all’anno precedente: è aumentato il numero di persone che ha investito del denaro per prendere parte a spettacoli culturali ma il 66% dei residenti continua ad essere escluso da questa pratica. Si riscontra la propensione maggiore, con percentuali nettamente superiori alla media tra gli under 25 (1 su 2 infatti ha acquistato almeno un biglietto ) mentre si scende nettamente sotto la media tra gli over 66. La pratica cresce con l’aumentare del livello di scolarizzazione (quasi assente tra coloro che hanno solo la licenza elementare) e trova terreno più fertile nei comuni capoluogo in cui verosimilmente l’offerta è più ricca, accessibile e diffusa soprattutto in rapporto a quella dei comuni di piccole dimensioni”.
Rispetto all’anno precedente nel 2013 è aumentato l’uso delle biglietterie online. Ha interessato il 22% della popolazione considerata (7 punti in percentuale). Benché il fenomeno continui ad avere una diffusione limitata (8 piemontesi su 10 ne sono esclusi), si riscontrano risultati
incoraggianti tra gli under 35 e tra i laureati che dimostrano di avere un maggiore grado di alfabetizzazione informatica e di socializzazione all’acquisto via web.
Buone notizie anche dalla lettura: 7 piemontesi su 10 hanno acquistato almeno un libro nei 12 mesi precedenti, un numero notevole e in aumento rispetto all’anno prima. Il valore cresce in proporzione al livello di studio e diminuisce con l’avanzare dell’età: se gli under 45 rispondono
positivamente al quesito, tra chi ha un’età maggiore si riscontra un calo. Ancora marginale invece l’acquisto di e-book (libri in formato elettronico). Questo ambito interessa una porzione di popolazione decisamente più contenuta, solo il 17%, a conferma del dato di diffusione dello scorso anno. Tra gli acquirenti di e-book, quelli più convinti sono gli adulti tra i 36 e i 45 anni, residenti nei grandi centri urbani e con un alto livello di scolarizzazione, mentre sorprende un po’ il dato dei giovani: gli under 25 sembrano infatti meno attratti dai libri digitali e meno disposti a comprarli.
Ancora freddo invece l’acquisto di musica attraverso piattaforme digitali. Sette piemontesi su 10 non hanno mai usato la rete per recuperare musica nell’ultimo anno. La pratica è più diffusa tra gli studenti e under 35, e diminuisce con l’aumentare dell’età.
I DATI DELLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA
In provincia di Alessandria è confortante il risultato ottenuto dalle sale cinematografiche. Ad Alessandria gli spettatori, rispetto al 2012, sono aumentati dell’8.6%. Bene anche Casale con un aumento di utenti dal 2012 al 2013 anche se in lieve calo rispetto al 2011. (segue tab cinema_al).
Il dato incoraggiante però è raffreddato dal lieve calo, diffuso in tutta la provincia, degli incassi.
Riguardo i musei i dati sono differenti con alcune punte di eccellenza rispetto a uno scenario di lieve calo diffuso su tutto il territorio provinciale. In questo senso spicca l’ottimo risultato dello Studio di Pellizza da Volpedo con un +64% di visite nel 2013 rispetto al 2012. Molto bene anche il Museo di Arte e Storia Ebraica a Casale Monferrato. Questo complesso ha registrato un continuo aumento di visite (da 11 mila nel 2011 a 16.970 nel 2013)
Scoraggiante il dato riferito agli spettacoli dal 2010 al 2012. Nel 2010 gli eventi teatrali sono stati 256 per 55.310 spettatori. Nel 2011 gli spettacoli sono diventati 197 per 425.240 utenti. Nel 2012 infine il calo è stato imponente: solo 68 spettacoli per 8.778 spettatori. (tab spettacoli_teatrali_in_provincia).
I numeri sopra sono spiegati anche dalle risorse complessive investite per la cultura. In provincia di Alessandria si è passati dai 2.275.000 euro del 2010 ai soli 855.477 euro del 2012. (tab. ripartizione_finanziamenti)
La provincia di Alessandria, sul fronte dell’offerta culturale sconta anche l’esiguità dei finanziamenti derivati dal Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS). In provincia di Alessandria sono arrivati, nel 2012, solo 113.906 euro, la cifra più bassa dopo la provincia biellese.
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