24 Ottobre 2014
08:04
L’onirico, lirico Chagall
“Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985”, una straordinaria occasione per scoprire la vera essenza dello spirito dell’artista russo di origine ebraica. L’antologica, di grande appeal, ospitata nella prestigiosa cornice di Palazzo Reale a Milano fino al 1° febbraio 2015, ripercorre cronologicamente la parabola creativa e umana di una delle figure più liriche e oniriche dell’arte contemporanea nell’arco temporale che va dal 1908 agli anni ’80, con oltre 200 opere, molte sconosciute, provenienti dai più grandi musei del mondo e da collezioni private. Senza alcun allestimento d’effetto, le opere sono ‘magneti’, catturano lo sguardo e fanno riaffiorare ‘l’animo fanciullino’, trasportandoti sulle ali della fantasia in una dimensione fiabesca dalle avvolgenti atmosfere incantate Il percorso nelle 15 sale si articola partendo dai primi passi artistici di Chagall in Russia, attraversa i viaggi a Parigi, a Berlino, le radici ebraiche, l’esilio negli Stati Uniti, il suo rapporto con il teatro, la sua esperienza di illustratore delle fiabe di La Fontaine, la vita a Saint Paul de Vence, ecc.
L’errante pittore russo, erroneamente, é stato definito precursore dei Surrealisti ma il suo stile personalissimo non lo colloca all’interno ne di questa o di altre categorie artistiche del suo tempo, pur venendone a contatto e assimilandone i linguaggi, da cui attinse suggestioni e spunti. Il suo linguaggio figurativo reinterpretò le tendenze pittoriche delle Avanguardie, filtrate dalla sua particolare e straordinaria sensibilità e dalle sue radici ‘impastate’ di cultura russa ed ebraica. Fonte d’ispirazione di Chagall fu la sua stessa vita, il mondo a lui più prossimo, tradotto in pittura con i toni e la gioiosa musicalità di una fiaba e la spiritualità della tradizione ebraica. Grazie alla sua singolare vena poetica, alla dolcezza che alimentava il suo fantastico mondo riuscì a superare le perdite, l’olocausto e l’esilio, andando oltre i tragici momenti storici. La Crocifissione in giallo (1942) , l’Ebreo in fuga o il Martire (1940) sono alcune delle testimonianze della vicinanza al suo popolo, del dolore per il martirio degli ebrei, sofferenza sublimata però attraverso la sua poetica e religiosità, attraverso l’amore e la salda speranza di un mondo migliore. Le vivide tonalità cromatiche chagalliane, in questi dipinti sono state sostituite da colori ‘contaminati’, più scuri, il rosso scuro e l’uso di ombre sottolineano l’oscurità dei tempi ma anche la pietà per il suo popolo martirizzato.
Il magistrale maestro dalle magiche atmosfere oniriche, alimentate da impressioni e memorie, é il visionario creatore di una mitologia profondamente lirica dalle figure semplificate, bidimensionali, tipiche della cultura ebraica, che aleggiano in aria, in uno spazio infinito, senza forza di gravità, senza prospettiva. Che siano innamorati, violinisti, fiori, animali, paesaggi, scomposizioni, le iconografie splendono nelle loro vivide cromie, potenti nella loro intensità e purezza, dagli effetti spettacolari di straordinaria armonia e serenità. Il linguaggio del maestro é immediato e dolce, le sue rappresentazioni dall’apparente leggerezza e dalla forte luminosità sono colme del mondo interiore e degli stati d’animo del pittore, di metafore e simboli.
Ma il leitmotiv delle opere di Chagall é l’amore per la vita, per gli uomini, per la natura, per gli animali, per Bella, compagna di vita e musa, e sull’intenso legame che lo unì alla moglie sono concentrate splendide icone nella sala “L’amore per Bella”. Opere che raccontano la loro vita quotidiana, rappresentazioni reali intrise della trascendenza del mondo interiore e della fluida leggerezza e felicità dell’amore come nella Passeggiata (1917).
Nel dipinto Chagall tiene la mano alla moglie che leggiadra volteggia in aria, le figure sono su due piani diversi, lei sospesa nell’aria quasi a simboleggiare un angelo e lui, a terra, la materia. Gli abiti dalle luminose cromie sono diverse e sottolineano differenze, superate però dal forte legame amoroso, simboleggiato dalle mani intrecciate della coppia, il loro movimento é fluido in uno spazio infinito, l’atmosfera é fiabesca, rinforzata dalla mancanza di prospettiva e dal senso di libertà e di armonia. Splendido nella sua rappresentazione anche l’emblema della felicità coniugale, dello spaccato di un interno familiare de Il compleanno (1915), mentre de Gli amanti in blu (1914) colpisce il vivido blu che raffigura la notte, spazio intimo e temporale, di complicità nel quale sono immersi gli amanti, che contrasta con il vivido biancore lunare che illumina i volti. Nel Nudo sopra Vitebsk ( 1915) un sensuale nudo femminile ritratto di schiena aleggia sopra un lenzuolo sulla città natale del pittore, il cielo dalle sfumature ‘di latte sbiadito’, il paesaggio invernale, la vividezza delle rose rosse dentro un vaso rompe la monocromia dello sfondo. Erotismo e spiritualità, presente e passato si fondono in una visione onirica dalle dimensioni universali, rappresentate dal nudo femminile che copre e sovrasta il paesaggio sottostante. Anche i violini sono elementi ricorrenti nelle opere di Chagall, il maestro é affascinato dalla musica, dal suo potere lenitivo, creativo e magico di evasione dal mondo come nel Violinista verde (1923-1924) In questa opera Chagall ha raffigurato un musicista in primo piano mentre suona il suo strumento sulla sommità di un tetto, sotto il cielo, spazio simbolo di spiritualità, come il violino strumento simbolico del potere della fantasia, della libertà, di elevazione della condizione umana. Le figure dei musicisti come i fiori sono presenti anche in molte altre opere come ne La fidanzata dal viso blu (1932.1960) o nello splendido Il trionfo della musica (1966), tripudio alla musica, alle sue componenti di energia, di spiritualità, di armonia, di leggerezza, di amore e serenità. Mentre nello scorcio reale dell’ ambiente bucolico del Il poeta sdraiato (1915) si respira un’atmosfera di profonda sintonia tra animali, uomo e natura circostante. Nella sala che raccoglie le ultime opere eseguite in Provenza, dove si era stabilito, il maestro russo ritornato a ‘sorridere’ alla vita dopo la perdita dell’amata Bella, grazie a un nuovo amore riprese a dipingere gli innamorati dalle cromie azzurre, abbracciati e sospesi nel cielo come nell’opera La coppia sopra St. Paul (1968).
Maria Cristina Pesce Bettolo