Autore Redazione
giovedì
1 Dicembre 2016
09:14
Condividi
Eventi - Alessandria

Zelda Fitzgerald e la sua sublime follia a Voglia di Teatro

Intervista a Giorgia Cerruti della Piccola Compagnia della Magnolia
Zelda Fitzgerald e la sua sublime follia a Voglia di Teatro

ALESSANDRIA – “Il livello emotivo della vita di Zelda ha avuto dei risvolti terribili, ha passato vent’anni della sua vita in un ospedale psichiatrico, ma in questo ospedale ha potuto scrivere carteggi e opere meravigliose”.

Così Giorgia Cerruti parla del personaggio cui è dedicato lo spettacolo “Zelda. Vita e Morte di Zelda Fitzgerald”, della piccola  Compagnia della Magnolia, scritto da lei e da Davide Giglio, che la vede protagonista, giovedì 2 dicembre, nell’ambito della rassegna Voglia di Teatro alla Ristorazione Sociale.

La Piccola Compagnia della Magnolia, fondata  nel  2004 proprio da Giorgia Cerruti  e Davide Giglio, ha al suo attivo molti spettacoli, tutti caratterizzati da un lavoro attoriale molto approfondito, mai casuale e sempre attento alle forme teatrali del passato rivisitate in modo sorprendente.

Giorgia Cerruti, Zelda ha rappresentato una svolta nella vostra produzione

Sino al 2015 la Compagnia si è sempre occupata di classici in chiave contemporanea con forti rielaborazioni drammaturgiche, attoriali e sempre registiche. Con Zelda abbiamo iniziato un percorso chiamato Bio-Grafie  su tre personaggi del ‘900 legati da una temperatura di consumazione della vita che porta al superamento di sé. Nella dialettica tra la tensione verso il sublime e la perenne disfatta, questi personaggi vivono una situazione da invasati e il loro percorso umano e artistico è estremamente affascinante.

Quali sono le altre due Bio-Grafie?

Nel 2016 è andato in scena “1983 Butterfly” (sull’incredibile vicenda del diplomatico francese Bernard Boursicot e del cantante dell’Opera di Pechino Shi Pei Pu , che si interseca con la trama della Butterfly di Puccini), nel 2017 debutterà “Adagio Nureyev”.  Nel 2018 poi, e questa è un’anticipazione, metteremo in scena un allestimento del Macbeth.

Perché “vita e morte” nel  titolo?

Perché lo spettacolo va ad incastonare Zelda nei suoi ultimi sessanta minuti di vita.  La protagonista era ricoverata in un ospedale psichiatrico, bruciato in un incendio doloso. Molte degenti, come lei, erano autonome, non bloccate a letto, e si sono salvate. Zelda non è voluta scappare, ma ha atteso nel suo letto che le fiamme la raggiungessero. C’è qualcosa di santo e di trasfigurato in questa voglia di farla finita. Andiamo ad analizzare questa sua ultima ora, durante la quale è scossa da  cortocircuiti a fasi alternate tra passato, presente, proiezioni future e suggestioni dagli scritti del marito .

In che modo il personaggio è un modello di stile ?

Tutto nello spettacolo è avvolto in  un’aura rosa, come rosa era anche lei, non nel primo livello del termine, ma nel senso di un glamour interiore, in parte connaturato all’epoca, ma anche molto suo, nell’attraversare la vita e gli eventi. Il pubblico è avvolto da un profumo di rosa quasi nauseante; Zelda è, nonostante sia nella sua ultima ora, pettinata e sdraiata nel letto come una bambola, una poupée.  Nei giorni peggiori, all’ospedale, nelle lettere al marito, non si dimenticava mai di chiedergli lo smalto per quando sarebbe andato a trovarla la volta successiva. E’ straordinario al culmine della disgrazia un pensiero del genere. Zelda è un personaggio la cui vita si intreccia con fatti che diventano emblematici di un certo vivere, ma anche con prodotti artistici veri e propri, dal punto di vista di artigianato di scrittura e da quello di icona di stile.

Caratteristica della Piccola Compagnia  della Magnolia è il minuzioso lavoro attoriale e la reinterpretazione di forme tradizionali del teatro. In Zelda come proseguite questa poetica?

In ciò che facciamo c’è l’attenzione all’extra quotidianità. Il tentativo è portare noi stessi in scena e il pubblico in un tempo altro, sospeso. Noi crediamo che il teatro contenga in sé elementi antinaturalistici che gli sono propri e che lo distinguono dal cinema.  E’ un lavoro attoriale su partitura.  Durante le prove si vanno a strutturare partiture fisiche, vocali e gestuali nei minimi dettagli, in un procedimento di ricostruzione di una persona in scena.

La rassegna Voglia di Teatro è diretta da Laura Bombonato. Lo spettacolo inizia alle 21.30 e l’ingresso è ad offerta a partire da 10 euro.

Condividi