17 Luglio 2014
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La Giunta di Casale pronta a rivedere le aliquote Iuc per tutelare le fasce più deboli
In attesa della decisione sull’approvazione o meno del Bilancio preventivo entro la fine di luglio, la Giunta comunale di Casale ha già predisposto la proposta delle nuove aliquote per la Iuc (Imposta Unica Comunale), con una contemporanea ridistribuzione del prelievo fiscale tra i contribuenti, in modo da portarle comunque in approvazione in Consiglio entro il mese.
«L’obiettivo di questa Amministrazione – ha spiegato il sindaco Titti Palazzetti – è quello di rideterminare la tassazione complessiva, salvaguardando da una parte i doverosi equilibri di bilancio e dall’altra le fasce di cittadini nel rispetto di principi di equità sociale ancor prima che fiscale».
Entrando nel merito, il gettito stimato dei tributi 2014 rimane invariato rispetto al 2013 e le novità più importanti riguardano un nuovo sistema di detrazioni per le abitazioni principali, per quanto riguarda la Tasi, e una modifica della ripartizione tra le due macrocategorie domestiche e non domestiche, per quanto riguarda la Tari (Tassa Rifiuti).
«Le continue modifiche delle leggi in materia tributaria, e più in generale finanziaria – ha spiegato l’assessore al Bilancio, Francesco Martinotti -, portano i Comuni a una sempre più complicata gestione: basti pensare che andremo ad approvare le aliquote dei tributi comunali con un bilancio già utilizzato per oltre la metà delle disponibilità. Grazie a un lavoro puntuale e sinergico siamo riusciti comunque a rivedere complessivamente il prelievo fiscale, con riduzioni e detrazioni per i cittadini».
È stato introdotto per le abitazioni principali, ad esempio, un sistema di detrazioni basato sul valore delle rendite catastali, che consentirà per gli immobili che non pagavano l’Imu sull’abitazione principale (circa 3 mila 500 unità immobiliari sulle 14 mila circa destinate ad abitazione principale) di non pagare la Tasi 2014.
Ecco alcuni esempi di immobili confrontando i regimi Imu / Tasi (la Tasi è destinata alla copertura dei costi che il Comune sostiene per i servizi indivisibili, intesi quali servizi generali, attività o prestazioni la cui utilità ricade omogeneamente su tutta la collettività):
Una abitazione destinata ad abitazione principale, con rendita catastale (pertinenza compresa) di euro 490, in regime di Imu determinava un gettito di euro 129,28; mentre in regime di Tasi, con il sistema di detrazioni previsto dall’Amministrazione, determinerà un gettito di euro 106,71.
Una abitazione destinata ad abitazione principale, con rendita catastale (pertinenza compresa) di euro 752,74, in regime di Imu determinava un gettito di euro 305,84; mentre in regime di Tasi, con il sistema previsto dall’Amministrazione, l’immobile determinerà un gettito di euro 202,34.
Per gli immobili destinati ad altro uso rispetto all’abitazione principale (con qualche eccezione di legge), il legislatore prevede sia l’Imu sia la Tasi: «Per questi immobili – ha sottolineato l’assessore Martinotti – la scelta dell’attuale amministrazione è quella di non modificare l’aliquota ordinaria Imu decisa nel novembre del 2013, quando la precedente amministrazione la portò in sede di bilancio dal l’8,60 per mille al 10,20 per mille. Unica eccezione, i soli fabbricati di categoria da A1 ad A9 non destinati ad abitazione principale (le cosiddette ”seconde case”) per le quali si prevede un aumento dello 0,4 per mille».
«In tal modo – prosegue Francesco Martinotti – i fabbricati genericamente destinati alle attività produttive, i capannoni, ma anche i negozi o i laboratori artigiani, non subiranno alcun aumento della pressione fiscale locale, anche in virtù del fatto che l’attuale amministrazione non intende applicare la Tasi su tali immobili. Tasi che non sarà applicata neppure sulle seconde case. La conseguenza di tale scelta sugli immobili consentirà agli inquilini di non pagare la percentuale di Tasi che la legge prevederebbe a loro carico».
Relativamente alla Tari, invece, il legislatore ha apportato delle modifiche rispetto alla disciplina del 2013, eliminando l’addizionale dello 0,30 euro per metro quadrato.
«L’obiettivo che ci siamo prefissati – ha spiegato l’assessore all’Ambiente, Luca Gioanola -, è stato quello di analizzare razionalmente la situazione, affinché si giungesse a una prima azione a tutela delle categorie più colpite negli ultimi anni, in un’ottica di maggiore equità fiscale».
Come accennato precedentemente, sono state riviste le ripartizioni tra le macrocategorie domestiche e non domestiche, portando così ad alcune modifiche significative: facendo l’esempio di un ristorante di 280 mq che nel 2013 ha pagato complessivamente circa 6.716 euro, oggi si troverebbe a pagare (sulla stima effettuata) 6.436 euro. Oppure un’attività industriale di circa 1.410 mq che nel 2013 ha pagato circa 5.753 euro, oggi si troverebbe a pagare circa 5.171 euro. Una famiglia di tre persone che vive in un appartamento di 100 mq circa, invece, nel 2013 ha pagato complessivamente 338 euro circa. Con la nuova ripartizione, pagherà (dalle stime in possesso del Comune) circa 320 euro.