13 Novembre 2014
12:52
Ecosistema scuola: Alessandria al 40esimo posto
Nell’indagine Ecosistema scuola di Legambiente Alessandria ha ottenuto il 40esimo posto. In tutto sono stati 84 i Comuni passati al setaccio di Legambiente, nel 2013. L’indagine, realizzata sui Comuni capoluogo di provincia, è la ricerca annuale dell’associaizone ambientalista sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Attraverso il dossier è possibile definire quali siano state le politiche degli enti locali riguardo sostenibilità e sicurezza degli edifici.
Anche quest’anno, per la quarta volta consecutiva, al vertice della graduatoria dei Comuni capoluogo che partecipano all’indagine di Ecosistema Scuola risulta Trento (1º). A seguire in ordine, Pordenone e Forlì, salite rispettivamente di due e cinque posizioni rispetto allo scorso anno, quindi Prato (quarto posto), Reggio Emilia (quinto) e poi Piacenza, Sondrio, Bergamo, Verbania e Bolzano.
Nel dettaglio la classifica è articolata in più settori. In quello delle ‘Buone pratiche’ (attivazione servizi come pedibus, biblioteche, per ragazzi, sicurezza urbana, ecc.) Alessandria si è piazzata al 41esimo posto.
Il capoluogo è sceso al45esimo posto nella graduatoria del rischio, cioè quella relativa ai comuni dove le scuole sono esposte a un maggiore rischio ambientale interno ed esterno.
Dal punto di vista regionale comunque il Piemonte continua ad affermarsi nel campo dei servizi e delle buone pratiche anche se Alessandria è al penultimo posto nel raffronto con gli altri comuni della regione. Tre invece le realtà che si posizionano tra i primi 20 posti della graduatoria con Verbania capofila.
In linea di massima tutti i comuni puntano a dare agli edifici scolastici impianti elettrici a norma e porte antipanico, mentre solo alcuni si concentrano a fornire certificazioni, quali ad es. quelle igienico-sanitarie e di agibilità come nel caso di Biella, Novara, Torino e Verbania.
Si affermano per la raccolta differenziata soprattutto Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino. Buona la media percentuale dei pasti biologici utilizzati nelle mense scolastiche che raggiunge il 70% a Biella e Vercelli e addirittura il 100% a Cuneo. Sempre nelle mense si preferisce alla carta e alla plastica mater bi e piatti di ceramica (a Vercelli, Cuneo, Biella e Asti).
Aree di sosta per le automobili, attraversamenti pedonali e nonni vigili per quasi tutte le realtà piemontesi, unica eccezione la fa Verbania dove il 40% delle scuole si trova anche in zone 30.
Interventi di manutenzione negli edifici scolastici negli ultimi 5 anni di Biella (86%), Cuneo (55%), Novara (79%), Torino (91%), Verbania (72%) con fondi stanziati ad hoc. Parliamo infatti di un investimento complessivo di oltre 73 milioni di euro per la manutenzione straordinaria e quasi 10 milioni per quella ordinaria nell’ultimo quinquennio. Fotovoltaico per le scuole di Asti e Vercelli, mentre a Torino vengono utilizzati impianti a biomasse.
Sebbene il 98% delle scuole piemontesi sia stato costruito prima del 1990 e il 43,2% degli edifici abbia bisogno di manutenzione urgente, i comuni hanno provveduto a eseguire interventi manutentivi per il 76,9% di essi (siamo al di sopra della media nazionale): dalla rimozione dell’amianto, all’abbattimento delle barriere architettoniche, al miglioramento degli impianti. Buona la situazione delle certificazioni (passando dall’80% dell’agibilità all’86% di quella igienico-sanitaria) nonché dei requisiti di sicurezza come porte antipanico, prove di evacuazione e impianti elettrici a norma.
Pasti bio e raccolta differenziata sono il manifesto dei comuni piemontesi la cui percentuale è ben al di sopra della media nazionale, con il 99% della raccolta di organico, carta e plastica.
I dati ci raccontano di scuole dove si utilizza l’illuminazione a basso consumo (62,4%), dove si utilizzano fonti di energia rinnovabile nel 5,9% dei casi (di solare fotovoltaico per il 100% e impianti a biomassa per il 6,9%).
Se è vero che grazie ai monitoraggi sulla presenza di amianto negli edifici (87,5%) ne sono stati certificati il 13,5%, sono state avviate azioni di bonifica negli ultimi due anni nel 6,3% dei casi. Monitoraggi che hanno riguardato anche la presenza di radon (62,5%) con conseguenti casi certificati (0,2%). Continuo monitoraggio sui rischi ambientali cui sono esposte continuamente le scuole hanno portato a segnalare il 26,2% di edifici in prossimità di antenne cellulari, il 50,2% tra 1 e 5 km dalle industrie, il 35,2% tra 1 e 5 km da discariche e il 42,8% tra 1 e 5 km da aeroporti.