31 Ottobre 2019
05:45
Penna: “Retroporto? Si utilizzi la tratta Savona-Acqui, non i tir”
ALESSANDRIA – “Anziché consumare suolo con i “buffer”e intasare le strade con i tir, si utilizzi la tratta ferroviaria Savona-Cairo-Acqui che si trova prossima al porto di Vado Ligure“. Questa la posizione del presidente di Città Futura, Renzo Penna, in merito all’ipotesi avanzata lunedì sera nell’ambito dell’assemblea Ance riguardo l’investimento di 63 milioni di euro previsto in provincia per far diventare l’Alessandrino il retroporto di Genova.
Quando nel mese di marzo l’associazione “Città Futura” e la Camera del Lavoro tennero un convegno dedicato al possibile rilancio dello scalo merci ferroviario di “Alessandria Smistamento” – in anni non lontanissimi il secondo per importanza a livello nazionale dopo quello di Bologna – erano consapevoli di sollevare un tema controverso che in passato aveva visto il fallimento di progetti e atti ufficialmente siglati, così come era facile prevedere l’alzata di scudi in difesa di noti interessi e suscitare il tradizionale scetticismo nostrano. Ciò nonostante, alla luce delle annunciate novità del traffico delle merci provenienti dai porti liguri e con l’obiettivo di reagire al declino nel quale la città capoluogo è immersa da numerosi anni, l’iniziativa fu confermata. Che il tema fosse politicamente importante lo si constatò dalle presenze, tutte confermate e di rilievo. Il presidente di Slala (Sistema logistico del nord-ovest Italia), il rappresentante di Uirnet (Piattaforma logistica digitale nazionale), di Rfi, della Regione, il Sindaco di Alessandria e, tra i politici, il capogruppo alla Camera della Lega.
Il convegno voleva anche presentare le proposte dell’associazione “Noi per Savona” che da tempo denunciano il declassamento delle linee ferroviarie del nord-ovest del Piemonte, sia per quanto riguarda le merci che le persone, e informare sulle conseguenze, per la viabilità e il traffico, della prossima entrata in funzione della piattaforma di Vado Ligure, capace di movimentare 720 mila container (Teu). I rappresentanti di Savona, ferrovieri esperti e sostenitori della sostenibilità ambientale della logistica su rotaia, individuavano lo “Smistamento” come naturale approdo delle merci, attraverso un maggiore utilizzo dell’esistente e diretta tratta Savona-Cairo-Acqui-scalo merci di Alessandria.
Nel dibattito, mentre il Sindaco della città, l’onorevole Molinari e l’ex assessore regionale ai Trasporti Borioli del PD dimostrarono di apprezzare le proposte e discussero sull’entità, il valore e l’utilizzo dei due milioni di euro decisi dal governo per progettare il rilancio dello scalo merci di Alessandria, ci fu chi, forse eccessivamente preoccupato per le possibili conseguenze nei confronti dell’interporto di Rivalta, si incaricò di stroncare le ipotesi progettuali avanzate nell’incontro. Soprattutto il rappresentante dell’Unione industriale argomentò che l’idea sostenuta nel convegno “non aveva mercato” mentre a Rivalta “esistevano le infrastrutture” e vi era anche “l’interesse di mercato”. Un concetto sostanzialmente condiviso anche dal rappresentante di Uirnet. Freddi e di circostanza gli interventi di Rfi e Regione. I media locali decisero di valorizzare soprattutto le critiche. Così ci fu chi scrisse che “senza investimenti privati lo scalo merci di Alessandria sembra destinato a non avere futuro”, chi si domandò perché le merci “dovrebbero passare dove non interessa quasi a nessuno” In particolare “La Stampa”, senza esitazioni, titolò “la logistica ignora lo scalo merci” e “meglio Rivalta Scrivia”, mentre su “Il Piccolo”, già al momento della presentazione del convegno, si era sostenuto che si trattava di “storia vecchia”. Così della questione non si parlò più, almeno in sede locale. Tra coloro che, al contrario, non hanno rinunciato a sfruttare la “via della seta” e il collegamento con il porto di Vado Ligure, con l’ambizione di diventare uno dei terminal privilegiati per le merci delle grandi navi provenienti dalla Cina, si è fatto avanti Cim, l’interporto di Novara. Il quale, però, contrariamente al nostro “Smistamento”, necessita di nuovi spazi. Più di recente nell’incontro fra Cirio e Toti, i due presidenti di Piemonte e Liguria, è stata genericamente confermata Alessandria come retro porto naturale, sia di Genova che di Savona, senza uno specifico riferimento allo scalo merci della città.
Chi nei giorni scorsi, intervenendo a Cernobbio al Forum internazionale di Conftrasporto, è tornato a parlare dell’utilizzo del retro porto di Alessandria è stato l’amministratore delegato di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) Maurizio Gentile. Prospettando da parte della società un maggiore impegno nell’integrare strada e rotaia e puntando a superare la tradizionale competizione tra le due modalità della logistica delle merci, il dirigente della Rete Ferroviaria, per accrescere la convenienza chilometrica del treno ha annunciato un progetto per il porto di Genova che coinvolge lo scalo cittadino. “Vogliamo usare Alessandria come retro porto cui inviare treni navetta dalle banchine, caricando i container sui convogli mano a mano che sono sbarcati dalle navi”.“Una volta ad Alessandria – ha proseguito Gentile – saranno composti treni per le varie destinazioni italiane ed europee”. Treni originati dai parchi ferroviari di Fuorimuro, Campasso, Genova Prà e destinati ad essere portati a 750 metri di lunghezza. Una dimensione che solo la capacità e la vastità dell’area dello scalo alessandrino è in grado di contenere e gestire. Un treno da 750 metri può trasportare 82 Teu, l’equivalente di 2 mila tonnellate o 40 tir e risulta competitivo con la gomma anche in una tratta come quella fra il porto di Genova e Alessandria. E senza calcolare l’indubbio beneficio ambientale. Una presa di posizione importante ed autorevole che ci conforta e convince che bene abbiamo fatto a riproporre la centralità di “Alessandria smistamento” all’interno di una strategia volta a contrastare il declino e a disegnare la ripresa della città. Auspichiamo, adesso, che la politica e i responsabili della logistica sappiano sfruttare questa opportunità che viene loro offerta dalla ferrovia dimostrando la necessaria autonomia dagli interessi in campo e facendo prevalere quello pubblico del capoluogo. Il sindaco, Cuttica di Revigliasco, nel corso di un dibattito di qualche sera fa, ha manifestato la sua soddisfazione per i propositi di Rfi e dichiarato che le resistenze per ridare ruolo e attività allo scalo sono, però, presenti e provengono dal territorio provinciale.
Il declino economico e sociale di Alessandria non è irreversibile, ma per contrastarlo servono interventi strutturali, come il recupero e il rilancio dello scalo merci e, insieme, lo sviluppo, senza dannose contrapposizioni, dei due dipartimenti dell’UPO con la sollecita realizzazione dei servizi, tutt’ora carenti, per studenti e docenti (luoghi di incontro e studio, biblioteche fruibili, mense, residenze e foresterie) per rendere credibile l’obiettivo della “città universitaria”. Occorre, inoltre, qualche deciso segnale di ripresa, con nuovi e avanzati insediamenti produttivi, in un settore, quello dell’industria che, salvo le note eccezioni positive, non si è ancora ripreso dalla drastica ristrutturazione e riduzione compiutasi negli ultimi decenni del secolo scorso.
Per una stabile ripresa della città non sono, poi, certo risolutivi i ricorrenti appuntamenti enogastronomici che, se mai, vanno ridotti nel numero e fortemente qualificati nel valorizzare al meglio prodotti e produzioni del territorio.
Tornando, infine, alla logistica delle merci e registrato che per far fronte al previsto aumento dei traffici dei porti Liguri vengono, come soluzione, riproposti da Uirnet i “buffer”, non possiamo che ribadire quanto già sostenuto a marzo. Se può essere logico ampliare l’area di sosta in una realtà come Rivalta Scrivia, vocata al trasporto su gomma, del tutto immotivato sarebbe consumare centinaia di migliaia di metri quadri di terreno fertile per fare posto alle merci spostate da migliaia di Tir. Comunque destinati ad ingolfare la già precaria e fragile viabilità ligure e provinciale, accrescendone a dismisura l’inquinamento. La soluzione, come per le merci dal porto di Genova, è molto più semplice. Potenziare il traffico della tratta ferroviaria Savona-Cairo-Acqui-Alessandria smistamento, il cui inizio si trova prossima alla piattaforma realizzata dai cinesi a Vado Ligure. Probabilmente non potrà ospitare treni lunghi 750 metri, ma riuscirà a fronteggiare in maniera molto più efficace ed ecologica il nuovo traffico delle merci provenienti dalla Cina.2008 era siglato da Ferrovie dello Stato, le regioni Piemonte e Liguria, le province di Alessandria, Genova e Savona, i comuni di Alessandria e Genova, le Autorità portuali di Genova e Savona, Slala e le associazioni industriali delle due regioni.