Autore Redazione
giovedì
7 Gennaio 2021
11:46
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Politica - Alessandria

Sul possibile deposito di rifiuti radioattivi insorgono le associazioni ambientaliste

Sul possibile deposito di rifiuti radioattivi insorgono le associazioni ambientaliste

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Non si sono fatte attendere le reazioni di diverse associazioni a tutela del territorio dopo la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee che ha individuato sei zone idonee in provincia di Alessandria per un eventuale deposito di rifiuti radioattivi.

“Verificheremo con le popolazioni interessate se i criteri siano stati applicati correttamente” hanno rimarcato il Comitato di Vigilanza sul Nucleare e Legambiente Ovadese Valli Stura e Orbache i siti di Saluggia, di Trino e molti altri, come Bosco Marengo e Tortona, in cui da decenni sono “temporaneamente” stoccate le scorie radioattive italiane non siano idonei ad ospitarle è noto da tempo. Perlomeno: è noto alle associazioni ambientaliste e ai comitati, soprattutto nel Vercellese e in provincia di Alessandria, che da decenni premono affinché il nostro Paese individui un luogo “meno inidoneo” in cui immagazzinarle. Anche il “Programma Nazionale di gestione delle scorie radioattive” è noto e pubblicato da tempo. Cinque anni fa la Sogin – la società di Stato che ha il compito di gestire l'”eredità nucleare” italiana – aveva ricevuto l’incarico di predisporre la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee in cui costruire il Deposito, sulla base di criteri scientifici redatti da Ispra”.

La Carta era pronta da tempo: ma siccome continuava ad essere secretata e a prender polvere nei cassetti dei Ministeri, alla fine del 2020 le associazioni e i comitati ambientalisti dei territori di Vercelli e di Alessandria hanno intensificato le pressioni sui Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico affinché dessero il nulla osta alla pubblicazione. Non altrettanto impegno c’è stato da parte delle Amministrazioni comunali, sicuramente più interessate a farsi erogare dallo Stato le “compensazioni” che a sollecitare l’attuazione del Programma”. 

“Il 5 gennaio 2021 la Carta è stata finalmente pubblicata. Le aree individuate sono 67, e il Programma prevede ora alcuni mesi di consultazione dei territori. Siamo quindi solo all’inizio dell’iter, ma un primo passo è stato fatto. Si apre ora una fase importante: nei prossimi quattro mesi associazioni e cittadini potranno valutare le aree individuate, capire perché sono state scelte, proporre osservazioni e partecipare quindi alla prevista consultazione pubblica. E di lavoro nell’alessandrino ce ne sarà parecchio, visto l’inspiegabilmente elevato numero di siti individuati. In questa fase le nostre associazioni saranno attente a verificare rigorosamente, insieme alle popolazioni interessate, che i criteri che hanno portato alla individuazione di questi siti potenzialmente idonei siano stati applicati correttamente, con la consapevolezza che prioritariamente il nucleare da Saluggia e Trino debba andar via al più presto, con l’esperienza di chi ha visto il Piemonte essere costretto ad ospitare quello che di fatto è oggi il deposito nazionale per il nucleare, e con la determinazione di impedire che ciò possa costituire un comodo presupposto per realizzare qui il deposito nazionale ufficiale”. 

“Accogliamo con stupore e indignazione la pubblicazione del documento governativo che indica Alessandria e l’alessandrino come sito ove realizzare il deposito nazionale per rifiuti radioattivi” ha invece evidenziato l’Associazione Tutela Ambiente Animali e Protezione Civile della provincia di Alessandria “ricordiamo che il nostro territorio è già martoriato da gravissime emergenze ambientali, che si trascinano da decenni senza trovare completa soluzione, ed è costellato da siti di interesse nazionale per le bonifiche, ossia gravemente contaminati. Dalla Valle Bormida a Casale, dall’Ecolibarna alla discarica Barco di Castellazzo, a Spinetta Marengo, solo per citarne alcuni. Tutto ciò ha creato una pesantissima situazione ambientale, con un tasso spaventosamente alto di tumori e patologie ambiente-correlate. Un vero e proprio stato di emergenza, del quale ci pare gli “esperti” governativi non abbiamo tenuto conto. Inoltre, la piana alessandrina giace sulla maggiore falda acquifera del Piemonte, pertanto non si può assolutamente ipotizzare di realizzare sopra ad essa un deposto di scorie nucleari”. 

“Per questo rigettiamo totalmente queste scelte assurde. Il nostro territorio e la nostra gente hanno bisogno di opere di risanamento ambientale, non di ulteriori discariche, per di più radioattive. Siamo pronti a ogni azione necessaria per bloccare queste scelte scellerate, e per difendere la nostra terra”. 

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