Autore Redazione
mercoledì
22 Aprile 2015
00:00
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Politica - Alessandria

Da Palazzo Rosso per ora nessuna “toppa” sul buco da 2.6 milioni di Aral

Da Palazzo Rosso per ora nessuna “toppa” sul buco da 2.6 milioni di Aral

ALESSANDRIA – I consiglieri di opposizione del Comune di Alessandria non ci stanno a mettere con troppa leggerezza “una pezza” sopra il buco da 2.6 milioni di euro di Aral. Il disavanzo maturato nell’ultimo anno mette a rischio la sopravvivenza della partecipata che ora ha bisogno di un salvagente da un milione di euro per restare a galla. Una ricapitalizzazione proposta dallo stesso cda della società che secondo l’assessore al bilancio di Palazzo Rosso, Giorgio Abonante, sarebbe giustificata alla luce “dei segnali positivi” ricevuti nell’ultimo periodo e delle prospettive future di Aral. Stupiti dal tempestivo declino di un’azienda “abituata a chiudere in utile”, i consiglieri di minoranza sono rimasti basiti soprattutto per il milione di euro perso da Aral “per colpa di un funzionario“, hanno sottolineato in Commissione bilancio, che avrebbe dimenticato uno zero nell’autorizzazione per lo smaltimento della plastica. Un “160” diventato per errore un “16” alle voce tonnellate di stoccaggio che avrebbe fatto sfumare un milione di euro di incassi. “La stessa somma che ora l’amministrazione vorrebbe fare pagare agli alessandrini” hanno tuonato Domenico di Filippo del Movimento 5 Stelle, Georghe Raica del Gruppo Misto ed Emanuele Locci di Fratelli d’Italia. Una “svista”, ieri si vociferava forse avvenuta negli uffici di Palazzo Ghilini, che secondo la minoranza meriterebbe il pugno di ferro dell’amministrazione, anziché il guanto di velluto della ricapitalizzazione. “Non si può lasciare cadere così la cosa” ha puntualizzato stizzita la minoranza, invocando un’azione di responsabilità nei confronti del “distratto” funzionario. Poco chiare, sempre secondo la minoranza sarebbero poi anche le altre concause che avrebbero trascinato verso il baratro la partecipata. “Eccessiva” secondo Emanuele Locci, è stata ad esempio la spesa per implementare il servizio di vigilanza e arginare così i furti di gasolio. Una voce di bilancio schizzata da 30 mila a circa 160 mila euro che secondo il consigliere si sarebbe potuta contenere “semplicemente installando delle telecamere”. Dubbi e resistenze che alla fine hanno spinto il Presidente della Commissione bilancio, Giovanni Barosini, a rinviare discussione e votazione “per una questione di buon senso”.

 

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