26 Febbraio 2021
13:32
Buzzi Langhi e Barosini: “Progetto Biogas Valmadonna visto quest’estate ma siamo sempre stati contrari”
ALESSANDRIA – Un appello all’unità condiviso, ma con dei profondi distinguo. Si è conclusa così la Commissione Consiliare Sviluppo del Territorio e Sicurezza Ambiente dedicata alla delibera di giunta contraria al progetto dell’impianto di biogas a Valmadonna, una seduta inevitabilmente condizionata dalla notizia emersa su La Stampa di oggi. Il quotidiano ha infatti raccolto le dichiarazioni di Giovanni Ravano, titolare della Rgp Biometano, che, lo scorso luglio aveva già parlato del suo progetto col vicesindaco Davide Buzzi Langhi e l’assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Barosini. “Chiediamo le dimissioni di Barosini e Buzzi Langhi che avrebbero tenuto nascosto la cosa per mesi per poi dichiarare di essere stupiti e contrari” aveva subito tuonato il Movimento 5 Stelle.
“Il progetto fu inviato legittimamente in Comune nel novembre del 2019” ha spiegato il vicesindaco Davide Buzzi Langhi “un’operazione che però il Comune ha sempre contrastato con diversi atti e scritti. La scorsa estate ho incontrato il signor Ravano, tramite un professionista che in quel periodo vedevo spesso per parlare dell’insediamento di Amazon. Non ho mai negato questa occasione. Lui mi ha lasciato una brochure che ho subito consegnato ai dirigenti, raccomandando loro di stare attenti. L’intendimento è sempre stato contrario. Grazie al lavoro dei tecnici, come il dirigente Marco Neri, sono state portate a riscontro del no sentenze del Consiglio di Stato e del Tar che fanno sì che la politica si possa esprimere in modo contrario, come abbiamo fatto. Ringrazio il Comitato di Valmadonna per l’azione che stanno portando avanti, se stiamo tutti uniti raggiungeremo il no più facilmente. In questa occasione, però, abbiamo perso un’occasione per agire in maniera sinergica: mi riferisco all’azione solitaria del Presidente Locci (poi ritirata, ndr), e alle critiche dell’opposizione. L’amministrazione è sempre stata compatta sul no, col sostegno di tutti i dirigenti”.
“Sono rimasto sorpreso rispetto alle notizie di questa mattina sul giornale” ha aggiunto l’assessore Giovanni Barosini “proprio io che ho dato alla trasparenza una priorità assoluta. Quello che conta è rappresentato dagli atti, come quello che la giunta ha sottoscritto. A luglio l’ho incontrato, non mi ricordo se lui di persona o un tecnico e ho ricevuto un depliant, ma sulla mia scrivania ho almeno 50 depliant di proposte, si tratta di interlocuzioni politiche normali. Questo signor Ravano sta “ravanando un po’”. Anche sul fronte della dirigenza del Settore Lavori Pubblici il parere è stato contrario. Gli imprenditori si incontrano normalmente ma nella mia comunicazione personale e nelle interlocuzioni della giunta mi sono sempre espresso contro rispetto a questa opera. Lo dico per dovere di verità”.
“La prossima settimana il consiglio comunale verrà chiamato a rafforzare il lavoro della giunta” ha replicato Giorgio Abonante, consigliere Pd “colpisce che questo metodo non sia sempre stato utilizzato. La giunta si decida: finora il consiglio non era stato investito rispetto a decisioni simili. Ora agite così perché vi conviene, perché la situazione vi è sfuggita di mano e siete stati presi alle strette. Lo scorso 16 febbraio avevate detto che la vicenda avrebbe avuto sviluppo uno puramente tecnico, dopo pochi giorni vicenda assume altri caratteristiche. E ora ci dite che dobbiamo restare uniti. Siamo noi che chiediamo a voi di utilizzare sempre questo metodo: quest’estate avevamo promosso una mozione sul polo chimico, perché quando si parla di impatti ambientali così grandi non ci si può nascondere dietro alla componente tecnica ma procedere con una dimensione partecipativa. Quella volta, però, la mozione non passò. Allora era quella la vostra linea. Saremo uniti ma voi dovete cambiare metodo. Ricordo che i primi atti e le proposte su Valle San Bartolomeo e Valmadonna risalgono al 2019. Siate più onesti intellettualmente, fino ad oggi il consiglio comunale non era mai stato investito di alcuna scelta di questo genere. Prima non avevate avuto il coraggio di dire nulla su questo tema. Avrete l’aiuto del consiglio ma così non si può andare avanti. Dovete cambiare metodo”.
“Condivido in pieno l’intervento del collega Abonante” ha rincarato il capogruppo M5S Michelangelo Serra “abbiamo chiesto le dimissioni di Buzzi Langhi e Barosini non perché a luglio avevano ricevuto quella brochure ma per le dichiarazioni che hanno fatto mesi dopo, dichiarazioni gravissime. Ora siamo costretti a fare questa lotta procedurale, nel rispetto dell’indipendenza dei tecnici, in pochissimo tempo, cercando di studiare il più possibile ogni aspetto. Deve esserci trasparenza, oppure invito tutti i proponenti privati a consegnare anche a me le brochure, così le renderò pubbliche per coordinare azioni di comitati e tecnici, se non lo fanno gli assessori. Non siamo mendicatori di brochure ma consiglieri comunali. Entrando nel merito tecnico, segnalo che nella richiesta dell’azienda mandata in Provincia mancano le tavole e la relazione archeologica. Non è completa. Coinvolgerò anche la Soprintendenza visto che vicino a quell’area ci sono stati ritrovamenti risalenti al neolitico e al periodo romano”.
“Premesso che io sono venuto a conoscenza di questo progetto circa un mese e mezzo fa” ha invece aggiunto l’assessore all’Ambiente Paolo Borasio “sono sempre stato molto attento agli aspetti giuridici. La discrezionalità di azione in capo al Comune è più o meno ampia a seconda della tematica che si affronta. Non si possono imporre ai tecnici i pareri, tecnici agiscono in autonomia, il primato politica è tale se non contrasta con la legge. Come giunta abbiamo deciso solo ora perché prima non avevamo i pareri tecnici a supporto. Se fossero stati favorevoli non avremmo potuto adottare la delibera che abbiamo adottato. Lo studio è stato notevole e approfondito. Il parere del Comune non sarà vincolante ma sarà comunque importante”.
“Non abbiamo ancora finito di analizzare il progetto ma già quello che abbiamo visto è sufficiente per dire no” ha sottolineato l’ingegner Marco Neri, dirigente del Settore Ambiente di Palazzo Rosso “non mi riferisco alla contrarietà all’impianto in sé ma il problema riguarda il luogo dove dovrebbe sorgere, perché è un’area agricola. Se avessimo recepito il piano paesaggistico regionale, non sarebbe stato possibile nemmeno presentare il progetto. Rispetto infine a quanto scritto oggi sul giornale La Stampa mi è stato anche negato che ci sia stato un parere favorevole sul fronte della viabilità”.
“Pochi Comuni finora hanno recepito il piano paesaggistico regionale” ha precisato l’assessore Borasio “servirebbe una variante generale del piano regolatore che costa tanti soldi, il piano è del 2019, di solito tutti i Comuni lo recepiscono quando fanno varianti strutturali”.