18 Marzo 2021
05:50
Vaccini alla Valfrè, Pd attacca: “Soldi spesi per uno spazio non comunale, esposto alle intemperie”
ALESSANDRIA – I gruppi consiliari Partito Democratico e Lista Rossa hanno attaccato l’amministrazione per l’investimento di circa 100 mila euro per l’asfaltatura dell’area all’interno della Caserma Valfrè di Alessandria, destinata alla somministrazione dei vaccini anti covid: “Spendiamo soldi, tanti, in uno spazio non del Comune per avere un centro vaccinale all’aperto, esposti alle intemperie e al caldo cocente. È logico?” ha rimarcato il consigliere Pd Rita Rossa.
“Pensavamo che il sindaco Cuttica fosse autentico e genuino quando affermava che “il Comune deve investire solo su sue proprietà”, quando si discuteva del disimpegno del Comune sulla Cittadella e, pochi giorni fa, quando ci ha contestato addirittura gli interventi nella struttura del Teatro comunale, secondo strani ragionamenti considerata esclusivamente di Aspal e non del Comune. Parole incomprensibili, queste ultime, che hanno spazzato via il lavoro fatto sulla bonifica e per il ripristino e riapertura della sale Zandrino e Ferrero” hanno rimarcato i gruppi di opposizione “ma è la sua coerenza che vacilla. Da quando la Caserma Valfrè è del Comune? Ma c’è dell’altro su questa storia. Mentre altri Comuni che non hanno ospedali, poliambulatori e altre strutture sanitarie adattano le palestre delle scuole o altri spazi pubblici al chiuso, ad Alessandria si sceglie una tettoia aperta di una caserma abbandonata. La vaccinazione ha bisogno di locali in cui provvedere alla compilazione di questionari e dichiarazioni di assunzione di responsabilità, in cui i medici sottopongono le persone a domande sulla loro condizione di salute e comunicano le avvertenze sul vaccino. Il vaccino viene poi inoculato da un’infermiera sotto il controllo medico, in seguito viene rilasciato il foglio di avvenuta vaccinazione e/o il nuovo appuntamento per la seconda dose. Il vaccinato deve sostare almeno 15 minuti, sotto controllo sanitario per vedere se vi sono reazioni. Tutto questo è stato fatto finora in ospedale, al Patria, al Poliambulatorio del Cristo. Ora pare basti mettere un braccio fuori del finestrino dell’auto; c’è da augurarsi che ci sia una primavera calda, non piovosa e non ventosa. Dicono che altre strutture coperte in Alessandria non ce ne siano. A noi sembra che esistano altri poliambulatori, la Scuola di polizia, il Poliambulatorio di Spinetta Marengo, per non parlare delle strutture socio-assistenziali. Forse dobbiamo dimostrare che abbiamo bisogno del privato e che da soli non riusciamo, visto che nel Documento unico di programmazione del Comune si è voluto proprio scriverlo che abbiamo bisogno dei finanziamenti privati. Non solo, siamo nettamente in ritardo rispetto alle necessità che incombono, e non da oggi. Qualcosa non torna, dal principio”.