Autore Redazione
lunedì
21 Marzo 2022
20:08
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Politica - Acqui Terme

Terme di Acqui, candidato Udc Barosio: “Solidarietà ai lavoratori con impegni e progetti. Pnrr da riscrivere”

Terme di Acqui, candidato Udc Barosio: “Solidarietà ai lavoratori con impegni e progetti. Pnrr da riscrivere”

ACQUI TERME – Preferisco evitare le passerelle ma esprimere la mia solidarietà ai lavoratori con fatti, impegni e progetti”. Il candidato sindaco di Acqui per l’Udc Alessio Barosio ha commentato così la sua assenza all’assemblea di questo pomeriggio davanti al Grand Hotel di Acqui promossa dai sindacati. Barosio ha poi spiegato le sue intenzioni su un comparto così strategico per la città. 

“La spa Terme di Acqui non è una società in crisi. In crisi è Acqui perché i soci Comune di Acqui e Regione Piemonte prima hanno svenduto l’Azienda producendo un danno per €.60 milioni, con maggiori tasse per gli acquesi e oggi hanno destinato i €.20 milioni del PNRR “Piano Nazionale dei Borghi” ad un Comune di 83 abitanti in provincia di Cuneo. La Regione Veneto, invece, ha scelto il territorio di Recoaro Terme dove si dirotteranno i nostri Turisti. Un intervento che si deve concretizzare entro il 2026 e che avrebbe risolto i problemi occupazionali e del commercio locale e del rilancio medico scientifico della nostra città già a rischio con l’ospedale. Ad Acqui potevano recuperare Terme Militari, Carlo Alberto, Acqui Bagni, Lussito. È vergognoso giocare sulla pelle delle persone speculando su ignoranza e incompetenza”.

“Non ci dobbiamo più fare prendere in giro. Acqui Terme è una città bellissima e per essere credibili dobbiamo farla rispettare in Comune, in Regione. La mia è l’unica proposta concreta: tavolo al Ministero per lo Sviluppo Economico per avere l’assistenza per riscrivere con urgenza un progetto PNRR area vasta privato-pubblico. Chiedere una legge al Governo è offendere Acqui e gli acquesi, è continuare a prendere in giro con il peggior “bla bla bla” chi è stato licenziato e chi ha abbassato la saracinesca della propria attività ma, soprattutto, vuol dire rubare il futuro ai nostri figli”. 

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