20 Aprile 2022
11:11
“Arrabbiati e delusi”: sindacato agenzie viaggi Maavi attacca il Ministro dopo la visita ad Alessandria
ALESSANDRIA – “Il suo atteggiamento rischia di apparire come un atto di pura arroganza e di scortese menefreghismo“. La presidente del sindacato Maavi (Movimento Autonomo Agenzie di Viaggio Italiane) Enrica Montanucci ha commentato così le parole del Ministro del Turismo Massimo Garavaglia sull’assenza dei rappresentanti delle agenzie di viaggio cittadine al suo incontro di Palazzo Monferrato. Alle richieste di chiarimento rispetto ai ristori 2020, l’esponente del Governo Draghi aveva rimarcato che, secondo lui, “tutti erano soddisfatti”.
“Andare a parlare di turismo e prendere atto che le Agenzie di Viaggio disertano per non doverla incontrare è qualcosa che, in chiunque avesse davvero a cuore il settore, indurrebbe quanto meno un momento di riflessione e di cambiamento” ha sottolineato la presidente Montanucci sul Blog di Viaggi Enrica in Volo “Caro Ministro, lei di mail, sms, whatsapp e telefonate ne ha avute a bizzeffe. Dalle associazioni (quelle serie), da singole agenzie, da chiunque. Io come Maavi sono arrivata ad esserle cordialmente antipatica per quanto le ho scritto, parlato, chiesto e spiegato… e lei, che in un primo momento ha avuto l’intelligenza e la sensibilità di comprendere e provarci, ha poi preferito rapportarsi a chi, di sua sponte e senza alcun riconoscimento da tutti noi, si è eretto a rappresentante di tutti, non solo senza averne titolo. Ma nemmeno diritto ne considerato tale da nessuno di noi. Siete forse conoscenti, stesse basi, imprenditori, ma sa caro Ministro questo è un settore che invece è fatto di tante persone. Imprenditori seri certamente si. Associazione Tour Operator Italiani rappresenta benissimo e seriamente tutti. Poi noi più piccoli: Maavi quasi 2000 agenzie, Assoviaggi, Adit, Fiavet. Confindustria, Confcommercio, Confesercenti e poi Conflavoro. E queste associazioni rappresentano davvero lo zoccolo duro dei rappresentati. E, caro Ministro, tutto può dire. Ma non che non le abbiamo rappresentato con solerte costanza tutta l’insoddisfazione…o forse meglio dire tutta la disperazione, la rabbia e l’assoluta impossibilità di mollare la presa nell’ottenere ristori dovuti alla nostra categoria per il blocco di 24 mesi vissuto. E i ristori avuti, lei lo sa molto bene, non vengono minimamente dalla sua gestione. Ad oggi nemmeno un soldino. Mentre il periodo più lungo di inattività è invece stato proprio allora. Non raccontiamo storie diverse. È una mera e semplice verità. 648 milioni stanziati dal Governo Conte. E distribuiti con criteri sballati, creando situazioni di squilibrio commerciale gravissime”.
“Dal Governo Draghi abbiamo avuto solo parole. Dal suo Ministero solo promesse. A cui per prima ho creduto e che ho sostenuto. Perché onestamente ritenevo impossibile che non ci si rendesse conto di una situazione così inaccettabile ed offensiva per 86.000 persone. Vuole che le scriviamo se siamo insoddisfatti? Eccoci qui. Firmo a nome dei 1970 rappresentati di Maavi. Le bastano? Non siamo insoddisfatti. Troppo gentile e poco coerente come termine. Siamo arrabbiati. Delusi. Preoccupati. Abbiamo avuto le vite distrutte in questi due anni. Abbiamo accumulato debiti non nostri. Abbiamo affrontato situazioni insostenibili con solo la ns forza interiore e la ns passione per il lavoro. Abbiamo pianto. Ci siamo ammalati. Qualcuno ha scelto di uccidersi. E non esagero. Sono clinica nel fare l’elenco”.
“Quindi caro Ministro, quando dice “se qualcuno è insoddisfatto mandi una mail o un sms” con quel sorrisetto. Beh, ci pensi. Qui ne ha 1970 tutte insieme. Magari ci risponda tornando a rispondere a chi ne ha diritto e non a chi la compiace. Perché oggi c’è bisogno di coscienza e di rispetto. E noi, gliene stiamo dando (ancora una volta) l’opportunità. Risposte. Fatti. Soldi. I voucher scadranno. Le banche ci attaccheranno. Non abbiamo liquidità e abbiamo perso il merito creditizio. Abbiamo fatto fronte da soli ad un problema che in ogni altro paese del mondo è stato condiviso dallo Stato… e ora lei parla di soddisfazione? No. Sono convinta che può essere molto di più di questo. E lei ci deve risposte. Vere. Concrete. Dovute. Quindi formalmente lo annoti: non siamo insoddisfatti ripeto. Siamo arrabbiati neri. E non smetteremo di avere riscontro e rispetto fino a quando non lo avremo. Se sarà lei a darcelo sarà un piacere riconoscerglielo. Non lo scordiamo. Né noi né lei. Elezioni alle porte…e noi la memoria l’abbiamo invece bella viva. Per dna. Grazie. Messaggio dovuto dalla sua stessa richiesta. Spero tutto chiaro. Certa che saprà essere giusto” ha concluso Enrica Montanucci.