Autore Redazione
martedì
10 Maggio 2022
14:23
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Politica - Alessandria

Nelle rsa del Piemonte il personale covid che non potrà essere stabilizzato. Icardi: “Nessuno starà a casa”

Nelle rsa del Piemonte il personale covid che non potrà essere stabilizzato. Icardi: “Nessuno starà a casa”

PIEMONTE – “Nessuno starà a casa”. Questa la “parola d’ordine” rimarcata dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi insieme a Maurizio Marrone, assessore al Welfare, a proposito di circa 2 mila tra infermieri e operatori socio sanitari piemontesi che, assunti durante il periodo covid, non saranno confermati nel servizio sanitario nazionale. Grazie al protocollo di intesa firmato tra Regione e rsa, infatti, saranno proprio le residenze sanitarie a farsi carico di questo personale.

Il protocollo è stato firmato dalle organizzazioni dei gestori AGCI Solidarietà Piemonte (Giuseppe D’Anna), AGeSPI Piemonte (Antonio Monteleone), ANSDIPP Piemonte (Andrea Manini), API Sanità Piemonte (Michele Colaci), Confindustria Piemonte Sanità (Paolo Spolaore), Confcooperative Federsolidarietà Piemonte (Maurizio Serpentino), Legacoopsociali Piemonte (Barbara Daniele).

“Un accordo che porterà un reciproco vantaggio” ha rimarcato Icardi “per la Regione e le strutture. Infermieri e oss che non possiamo stabilizzare saranno assunti nelle rsa”. Alle case di riposo della nostra regione, sarà inoltre erogato un bonus energetico di 2.7 milioni di euro in totale, destinati a sostenere i rincari dell’energia. “Fondi frutto di una rimodulazione coraggiosa del fondo sociale europeo” ha aggiunto l’assessore al Welfare Maurizio Marrone “abbiamo deciso di investire queste risorse nel campo socio assistenziale”.

“Un accordo che ci permette di lavorare insieme su un tema che ha la priorità massima” ha aggiunto il Governatore Alberto Cirioricordo che in questi due anni abbiamo creato un osservatorio delle rsa che prima non esisteva. Oggi possiamo contare su una fotografia in tempo reale della situazione. Oggi mettiamo sul piatto risorse nuove e vitali per le nostre strutture, le abbiamo trovate in casa, visto che per ora dallo Stato non è arrivata una grande iniezione di liquidità. Abbiamo promosso un utilizzo più intelligente e innovativo del fondo sociale europeo, che sostiene iniziative e attività che prima pagava la regione con soldi regionali. In Piemonte abbiamo un sistema di rsa all’avanguardia, un’offerta di qualità”. 

Il protocollo sarà anche incentrato sull’adeguamento delle tariffe all’indice di inflazione, sulla semplificazione e maggiore appropriatezza delle procedure di accesso alle strutture dopo la valutazione geriatrica e sull’adeguamento delle modalità di riapertura dei presidi alle mutate condizioni pandemiche.

Soddisfazione per il raggiungimento dell’intesa è stato espresso dai rappresentanti delle associazioni dei gestori firmatari: «Una boccata d’ossigeno. Questo accordo è importante per il nostro comparto” hanno dichiarato congiuntamente i rappresentanti delle associazioni dei gestori firmatari dell’accordo “in particolare perché riconosce la necessità di fare fronte all’incremento del costo dell’energia e dei servizi sopportati dalle nostre imprese riconoscendo alle strutture l’adeguamento delle tariffe agli indici Istat di fine 2021. Questo consentirà di lavorare regolarmente anche nei prossimi mesi, chiudendo questa dolorosa doppia emergenza, che ha anche negato quella stabilità così importante per i nostri assistiti».

«Quanto sottoscritto, inoltre consente di alleviare il carico di lavoro sulle Rsa partendo dalla constatazione che gli attuali 40.000 addetti non sono sufficienti a coprire la gestione dei 45.000 posti letto che vengono gestiti dalle strutture che rappresentiamo. Ecco perché le ulteriori 2.000 figure che potranno essere assunte in tempi rapidi, garantiranno al meglio la continuità lavorativa nelle Rsa, ora che l’emergenza Covid-19 frena, e anche il servizio sanitario nazionale deve poter tornare alla normalità. E’ una giornata importante anche per coloro che, pur senza una qualifica specifica, hanno lavorato nelle oltre 700 strutture che rappresentiamo durante la pandemia, offrendo con coraggio un contributo essenziale. Per loro si apre concretamente la possibilità di ottenere una qualifica professionale, che sul campo hanno già meritato».

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