Autore Redazione
mercoledì
7 Settembre 2022
05:57
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Politica - Alessandria

Sindacato Siulp sulla piscina della Scuola di Polizia: “Non ci avevano detto nulla. Una fine immeritata”

Sindacato Siulp sulla piscina della Scuola di Polizia: “Non ci avevano detto nulla. Una fine immeritata”

ALESSANDRIA – Dopo la notizia dello stop della gestione dello Swimming Club Alessandria della piscina della Scuola di Polizia Cardile, con la conseguente temporanea chiusura dell’impianto, la segreteria provinciale del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia (Siulp) ha inviato una lettera aperta al Questore di Alessandria, oltre che al Prefetto e al sindaco.

Il tema della protezione sociale e del benessere del personale è di massimo interesse per le organizzazioni sindacali, attesi i risvolti e le ricadute che si determinano sulla vita degli operatori di Polizia, sulle loro famiglie e sulla Comunità in generale. In queste ore abbiamo appreso che nonostante alcune vantaggiose offerte proposte dalla “Swimming club” di Alessandria, formulate per il periodo di vacanza contrattuale e in attesa della tanto agognata gara di appalto (che si attende venga indetta da anni), l’attività dell’impianto natatorio della Scuola di Polizia di Alessandria è definitivamente cessata. Nessuna comunicazione è pervenuta in questi mesi alle parti sociali circa gli sviluppi e i numerosi contatti intercorsi con il Ministero dell’Interno e la Società Swimming Club, nonostante che, a quanto risulti, quest’ultima nelle ultime settimane avesse formulato delle proposte interessanti sotto l’aspetto economico tali da assicurare la continuità dell’attività natatoria in attesa della definizione del nuovo contratto. E’ di tutta evidenza che l’assenza di un costante flusso informativo con le organizzazioni sindacali di questa provincia, che il Direttore della Scuola di Polizia ha sempre stentato a mantenere (ne sono testimonianza le sollecitazioni che Le sono state più volte indirizzate affinchè, nell’ambito dell’apposita Commissione paritetica, costringesse il Direttore della Scuola a riferire sulla situazione) e la constatazione che dal 1^ settembre tutta l’attività dell’impianto natatorio della Scuola di Alessandria è cessata, ha lasciato nello sconforto e nella sfiducia tutta la nostra comunità, comprese le numerose famiglie dei colleghi e quelle degli atleti che proprio nell’impianto sportivo della Scuola di Polizia di Alessandria svolgevano la preparazione agonistica, regalando all’Italia grandi successi nazionali ed internazionali”.

“Proprio ad Alessandria” ha continuato il Segretario Generale Provinciale SIULP Antonio Antonacci “una città sempre più deindustrializzata, in gravi difficoltà finanziarie per il dichiarato default, la Scuola di Polizia di Alessandria ha sempre mantenuto nella cittadinanza un primato di stima e rispetto, materializzando nella popolazione, più di molte altre realtà italiane, il motto di questa amministrazione “Polizia tra la gente”, riaffermandolo nel quotidiano. In tutto ciò, senza ombra di dubbio, la piscina presente nella struttura ha fornito un contributo eccelso, perché, anche grazie all’ottimo operato della società di gestione, è riuscita a mantenere un saldo e continuo contatto sociale, con le sue attività premiali di addestramento al nuoto dei bambini e adolescenti, per non parlare, come poc’anzi detto, dei notevoli risultati sportivi ottenuti”.

“Come sindacato, leggendo in queste ore i furibondi commenti della cittadinanza stessa che sta esprimendo con forza le proprie rimostranze anche sulle testate giornalistiche locali, siamo mortificati, sentimento proprio di chi ha forte il senso di appartenenza e che si sostituisce ad una entità silente, nel sostenere il peso morale di una reputazione così svilita. Ci chiediamo i motivi di questa debacle, o meglio, le motivazioni si conoscono bene visto che vanno attribuite anche ad un chiaro atteggiamento dell’attuale Direttore della Scuola di Polizia, come più volte segnalato in questi anni con ripetute richieste di chiarimento sull’argomento, ma quello che non si comprende è perché sia stata permessa una simile immeritata “fine”, consentendo di personalizzare una questione che l’incidenza pubblica della stessa avrebbe invece dovuto indurre ad essere cauti e riflessivi, nel rispetto non solo del personale di Polizia e delle proprie famiglie, ma anche della cittadinanza tutta che nell’impianto natatorio trovava un importante punto di riferimento”.

“Come si può permettere all’esercente di una siffatta funzione pubblica di “infischiarsene” dei continui richiami sindacali che, come detto, mai come in questa occasione non potevano essere interpretati come strumentali, visto che i benefici del “buon operato” sarebbero stati naturalmente trasversali e caratterizzati da una siffatta ricaduta pubblico-sociale. Non capiamo, ma una cosa è certa: di fronte a tale atteggiamento, e di altri di cui ci riserviamo di valutare la gravità in separata sede, non rimane altro che accendere un fronte conflittuale di alta portata con chi reputa di sua proprietà una struttura così importante nel tessuto cittadino e nazionale per la formazione degli allievi, ritenendo insindacabile e, soprattutto, ingiudicabile il proprio increscioso operato”.

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