Autore Redazione
venerdì
13 Gennaio 2023
13:55
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Politica - Alessandria

Articolo Uno: “Quando un Paese perde la sanità pubblica perde “ricchezza e dignità”

Articolo Uno: “Quando un Paese perde la sanità pubblica perde “ricchezza e dignità”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Il Coordinatore provinciale di Articolo Uno  Alessandria e Asti, Davide Fara, e la coordinatrice di Alessandria, Roberta Cazzulo, chiedono alla politica un deciso impegno sulla sanità perché “il diritto costituzionale alla tutela della salute non può essere ostaggio di ideologie partitiche”. La Sanità deve tornare “al centro dell’agenda politica” hanno esortato.

La pandemia, scrivono nella nota Davide Fara e Roberta Cazzulo, oggi “presenta il conto dei suoi effetti a medio e lungo termine, che si vanno ad aggiungere ai problemi che pesavano sulla sanità pubblica in era pre-Covid e “che sono rimasti irrisolti”:Liste d’attesa lunghissime per visite, esami, operazioni chirurgiche e screening; ma anche nuovi bisogni di salute, dettati dagli effetti del long-Covid e dalle ricadute della pandemia sulla salute mentale. E, soprattutto, l’ulteriore indebolimento del personale sanitario: pensionamenti anticipati, burnout e demotivazione, licenziamenti volontari e fuga verso il privato lasciano sempre più scoperti settori chiave, specie i Pronto soccorso”.

Il Ssn era già malato prima della pandemia – aggiunto il coordinatore provinciale e la coordinatrice di Alessandria di Articolo Uno – tagli, sprechi, privatizzazione, tetto di spesa per il personale, conflitto istituzionale Stato-Regioni, con l’aggravante che il personale sanitario è ulteriormente depauperato e sempre più demotivato. Peraltro, senza riforme coraggiose e investimenti sulla spesa corrente per il personale temo che gli investimenti del Pnrr finanzieranno solo un costoso lifting del Ssn.

Bisogna ripartire dal capitale umano. Investire sul personale sanitario, con adeguate politiche di retribuzione e di programmazione del fabbisogno e coraggiose riforme su formazione e valutazione delle competenze professionali e manageriali.

E’ necessario riprendere le politiche intraprese dal Ministro Speranza e fare in modo che anche le Regioni tornino a credere nel valore delle professionalità sanitarie.  Quando un servizio che dovrebbe essere garantito dalla sanità pubblica viene offerto a pagamento dal servizio privato c’è solo un’interpretazione: una furba, vasta sottrazione di diritti: puntando sulla produttività e tralasciando la salute e il benessere degli individui.

Articolo Uno ha sempre combattuto la battaglia per una programmazione pubblica del servizio sanitario non perché fosse pregiudizialmente contro i soggetti privati ma perché l’interesse del mercato non può conciliarsi con il diritto alla vita e alla salute dei cittadini. Non si può curare solo chi se lo può permettere ma bisogna garantire a tutti il diritto alla salute.

La prossimità deve essere “antidoto all’autoreferenzialità”, farsi prossimi significa anche abbattere le distanze, fare in modo che non ci siano malati di “serie A” e di “serie B”, mettere in circolo le energie e le risorse perché nessuno sia escluso dall’assistenza socio-sanitaria.

Quando un Paese perde la sanità pubblica, perde “ricchezza e dignità” ed incomincia a fare distinzioni tra la popolazione: coloro che hanno accesso, che possono avere sanità, a pagamento, e coloro che sono senza servizio sanitario. Occorre fare chiarezza mettendo al primo posto il miglior interesse del paziente vicino al rispetto delle competenze cliniche degli operatori, essi stessi ormai troppo spesso “bisognosi di cure”, umanizzando l’intera organizzazione dei servizi, garantendo tutela e diritti delle persone”.

 

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