Autore Redazione
venerdì
6 Ottobre 2023
06:29
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Politica - Alessandria

Casa Donne, Locci paragona l’assessore Laguzzi a Mussolini: “Si è assunto la responsabilità di un atto illegale”

Casa Donne, Locci paragona l’assessore Laguzzi a Mussolini: “Si è assunto la responsabilità di un atto illegale”

ALESSANDRIA – Nuovo scontro dialettico giovedì sera nel consiglio comunale di Alessandria sulla Casa delle Donne. L’assegnazione dell’ex Mensa Guala al collettivo Non Una di Meno è stata infatti al centro di una mozione firmata da tutto il centrodestra che invocava la revoca della convenzione al collettivo femminista dopo che quest’ultimo lo scorso 15 settembre aveva respinto all’ingresso i tre capigruppo di minoranza Roggero, Locci e Buzzi Langhi, durante l’inaugurazione del Festival Transfemminista e Queer.

Alla fine la maggioranza ha respinto questo atto con 18 voti contrari, al termine di un dibattito a tratti anche aspro. Ad avviarlo la risposta dell’assessore alle Politiche Sociali, Giorgio Laguzzi, nel merito della mozione:

“A un certo punto bisognerà mettere la parola fine a questa discussione ha sottolineato l’esponente della giunta Abonante “abbiamo agito in una situazione di emergenza per una situazione che andava avanti da tempo. Forse per voi (il centrodestra, ndr) era una situazione di comodo lasciare quella situazione così. Ora noi rivendichiamo la scelta che abbiamo fatto. Abbiamo dato uno spazio in più per affrontare i temi di contrasto alla discriminazione di genere, con tutti i limiti dell’emergenza nella quale abbiamo dovuto operare, e tenendo sempre aperto un dialogo anche con le altre associazioni che abbiamo sempre ascoltato, cercando di dare loro una risposta. Durante l’amministrazione Cuttica, invece, come mai voi non avete corrisposto alle esigenze di queste associazioni? Revocare la convenzione? Laddove ci fossero battibecchi magari si potrebbe arrivare a un richiamo ma, se si parla di revoca, probabilmente dovrebbero essere revocati diversi altri spazi. Insomma, alla fine ci si stufa. Forse voi non avreste dovuto provocare, una provocazione che va avanti da anni. Mi chiedo quanto tempo ancora volete discutere di una argomento che, secondo me, ha stufato anche i vostri elettori. Fino a quando questo gioco andrà avanti? Noi abbiamo agito anche per una questione di ordine pubblico. Ora andiamo oltre, si sta soltanto perdendo tempo”

Non si sono fatte attendere le repliche della minoranza. “Un dibattito partito male. L’assessore si è assunto la responsabilità politica e storica di un comportamento illegale e violento, mi ricordava il discorso di un presidente del Consiglio del gennaio del 1925″ ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia Emanuele Locci, riferendosi al discorso di Benito Mussolini alla Camera sul delitto Matteottici mancava solo che dichiarasse che poteva fare di quest’aula un bivacco di manipoli e sembrava proprio lui (anche in questo caso Locci ha fatto riferimento a un discorso del dittatore fascista, il primo tenuto dal Duce alla Camera, nel novembre del 1922, ndr). Si è assunto la responsabilità davanti alla città di un comportamento violento e illegale. Durante la sera del 15 settembre abbiamo anche registrato quello che ci hanno detto le attiviste: l’utilizzo del regolamento del centro di incontro sarebbe stato un escamotage offerto a loro dall’amministrazione per stare qui gratis. Ci rivolgeremo alle autorità competenti riportando queste dichiarazioni registrate. Ricordo che nel regolamento di un centro d’incontro non è previsto il rimborso delle bollette quando viene fatta somministrazione di cibo e bevande come, ad esempio, veniva fatta quella sera. Il Comune poteva adottare anche altre soluzioni, come ad esempio l’affitto di comodato d’uso gratuito. Ora, invece, utilizzando il regolamento del centro di incontro il collettivo Non Una di Meno è vincolato al rispetto di una serie di regole. Qui ci sono danni erariali evidentissimi e” ha aggiunto Locci la parte tecnica del Comune sta chiudendo tutti e due gli occhi. Mi chiedo anche se c’è stata determina dirigenziale di assegnazione o al momento le donne di Non Una di Meno sono abusive? Non so se vi rendete conto della responsabilità che vi state assumendo. Almeno fate una revoca e studiate un’altra formula, non potete porvi fuori dalla regolarità”. 

Anche il capogruppo della Lega Mattia Roggero ha sollecitato il segretario generale per sapere dell’esistenza o meno della determina dirigenziale di affidamento: “Anche io ero un potenziale fruitore di quel centro e sostenitore della nobile causa che portano avanti, come la lotta alla discriminazione” ha poi sottolineato l’esponente del partito del Carroccio ricordando la sera del 15 settembre “secondo l’assessore, invece, siamo noi i colpevoli ad aver istigato. Voi state legittimando il fatto che, un domani, chiunque si presenta in qualsiasi centro comunale potrà essere mandato fuori a male parole. Il vostro voto contrario dimostra che siete d’accordo con quello che è avvenuto. Come si fa a legittimare l’illegalità? State giustificando comportamenti sbagliati. Date un brutto esempio all’intera comunità, perché chiunque si sentirà legittimato a fare altrettanto, questo è gravissimo. Rispetto allo stadio Moccagatta, poi, il sindaco Abonante ha giustamente rappresentato la comunità, ipotizzando la revoca. Perché ora non lo fa? Magari perché nel caso dell’Alessandria Calcio si vuole ammiccare a un contesto elettorale di riferimento? Invece rispetto alla Casa delle Donne ci si gira dall’altra parte”.

“Di questa cosa se n’è parlato parecchio e interessa ancora i cittadini che chiedono il rispetto delle regole” ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia Davide Buzzi Langhise non vengono rispettate l’amministrazione deve fare qualcosa: in questo caso è stato violato qualsiasi articolo del centro di incontro. Chiedo di dare una ulteriore possibilità a queste persone: qualora venisse violato il regolamento ancora una volta l’amministrazione si impegnerebbe allo sgombero. Se la maggioranza facesse questa proposta la voteremmo subito. Ora da qui in avanti farete rispettare le regole? Ricordo che, come collettività, pagheremo i costi delle utenze, della corrente, del gas, dell’acqua e penso anche della Tari, cifre che invece tutte le altre associazioni devono sborsare di tasca loro. Ci sono associazioni che fanno fatica a pagare e che, comunque, rispettano i regolamenti. A quel punto anche altre associazioni che gestiscono centri di incontro potrebbero non rispettare le regole? Non vogliamo il caos. Avevamo il dovere di verificare come era gestito quell’immobile di proprietà comunale. Speriamo che il collettivo domandi scusa per le parole discriminatorie che ci sono state rivolte. Non vogliamo vivere nell’illegalità”. 

“Sono rimasta basita da quello che l’assessore ha detto” ha aggiunto la consigliera della Lega Cinzia Lumierasostiene che questo argomento ha stufato? Noi continueremo a parlarne all’infinito. Avete dato una casa a chi, per averla, ha occupato un locale. State dicendo che le istituzioni concedono a chi minaccia. Noi durante la scorsa legislatura non avevamo locali da assegnare. Ci sono associazioni, come me.Dea, che hanno rimarcato di aver atteso educatamente. Ben venga chi aiuta le donne in difficoltà, la nostra amministrazione non aveva accettato la richiesta di Non Una di Meno perché non c’erano sedi e non erano ancora diventati una associazione. Inoltre non volevamo dare un messaggio tendenzioso a chi è veramente vittima di violenza. Ci chiediamo che cosa fa Non Una di Meno per le donne che hanno bisogno, che tipo di formazione hanno? Invito a vigilare su quello che viene fatto all’interno della ex mensa Guala”.

“La legalità deve essere rispettata” ha rimarcato il capogruppo di Per Alessandria Luigi Sfienti “Non Una di Meno non ha rispettato le regole. Hanno occupato due stabili abusivamente. Quando, lo scorso maggio, abbiamo visitato i locali dell’ex asilo Monserrato sono rimasto basito. Abbiamo riscontrato un degrado totale ma la cosa che mi ha lasciato l’amaro in bocca sono state le scritte sui muri, in particolare contro le forze dell’ordine. Io avrei assegnato l’ex mensa Guala ad altre associazioni che si spendono tutti i giorni per il nostro bene comune”. 

A sostenere le ragioni dell’amministrazioni sono stati i consiglieri di Azione e Pd.Sono molte in Italia le regolarizzazioni di situazioni abusive” ha detto Massimo Arlenghi, capogruppo del partito fondato da Calenda “ad Alessandria, ad esempio, era già avvenuto nelle case popolari di via Parnisetti. L’associazione Non Una di Meno ha scopi nobili che vanno incentivati. Il provvedimento di revoca è eccessivo. Però sottolineato anche che, quando una situazione viene correttamente regolarizzata è inaccettabile che un membro delle istituzioni non sia stato fatto entrare. Non Una di Meno ha avuto un atteggiamento ingenuo, un minimo di cortesia istituzionale è dovuto anche a chi ha un colore politico diverso. Propongo di convocare una commissione consiliare all’interno di questi locali per discutere e vedere come vengono gestiti, mettendo un punto finale su questa vicenda. L’associazione deve essere disponibile a fare una commissione. Solo se fosse eventualmente contraria a questo confronto si potrebbe, a mio avviso, valutare anche l’ipotesi di revoca”. 

“Non ho condiviso il fatto che dei consiglieri comunali siano stati allontanati o cacciati ha precisato la capogruppo Pd Rita Rossa “non ho apprezzato che sia stato allontanato chi ha idee diverse, come ex sindaco mi sento di dire che non è stato giusto. Ma ognuno di noi deve applicare il senso responsabilità. I tre capigruppo di minoranza hanno agito come un tifoso dell’Alessandria che va nella curva del Casale con la maglia grigia. Forse non era il caso e non era rispettoso di quella ricerca di espressione dell’affermazione di idee diverse. Non Una di Meno adotta il conflitto ideologico. Su questo tema c’era una pressione sull’amministrazione, come c’era nella scorsa consigliatura sulla vostra amministrazione. Anche voi avete accolto le firme raccolte dal collettivo ma non avete proceduto perché la Prefettura vi aveva chiesto di non farlo. C’è stata invece una vostra manchevolezza sulla devoluzione dell’ex Asilo Monserrato: la Regione aveva chiesto alla commissaria Rizzo di chiudere il procedimento. Le scritte? Se siete così sicuri che siano state le esponenti di Non Una di Meno allora denunciatele. Insomma, il 15 settembre sapevate di andare a provocare. Avete sporto querela? In caso contrario vuol dire che state strumentalizzando una situazione che è ora di superare”.

“Ad oggi l’ex asilo Monserrato non è ancora stato assegnato, come mai l’iter non è concluso?” si è chiesto il consigliere Pd Jona Farahat “quell’immobile potrebbe essere fondamentale per rispondere alle esigenze delle altre associazioni. L’ex assessore Lumiera ha detto che non c’erano locali? L’ex mensa Guala è abbandonata da oltre 15 anni, perché non poteva essere una soluzione durante il vostro mandato? Sono stati la Polizia e la Prefettura a chiedere alla giunta Abonante di risolvere il problema. Voi applicate lo stesso modello dell’attuale Governo: cercare di creare problemi, fomentando la popolazione per acquisire consenso. Voi mantenete i problemi per consolidare il vostro elettorato contro il nemico. Lo stesso modello che, a livello nazionale, si applica con la questione migranti”.

“Mi chiedo se le associazioni hanno o no voglia di essere strumentalizzate così in questo dibattito” le parole dell’esponente Pd Giulia Giustetto “la sera della visita dei consiglieri di minoranza alla Casa delle Donne il Comune aveva proposto una iniziativa per rivitalizzare i giardini a fianco del teatro, perché i consiglieri di minoranza non sono andati lì?”

“Auspico che le associazioni di volontariato non vengano messe in mezzo a questa guerra perenne ha concluso il collega di scranno Valerio Vanin.

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