Autore Redazione
sabato
18 Maggio 2024
05:55
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Politica - Alessandria

Pfas, appello del presidente Commissione Ambiente: “Sforzo comune per coinvolgere enti nazionali e ministeri”

Pfas, appello del presidente Commissione Ambiente: “Sforzo comune per coinvolgere enti nazionali e ministeri”

ALESSANDRIA – “In questi due anni il 70/80% delle commissioni finora convocate hanno riguardo il tema del Polo Chimico di Spinetta e le problematiche legate ai Pfas: abbiamo discusso molto e sviscerato il problema, sentendo parecchie persone esterne, da Arpa, ad Asl fino ai medici. Arrivati a questo punto occorre fermarsi e vedere cosa si può fare dal punto di vista concreto e iniziare la fase dell’azione. Queste le parole del presidente della Commissione Sicurezza e Ambiente Adriano Di Saverio nell’ultima convocazione, avvenuta ieri mattina. “La fase dell’azione deve coinvolgere sia la maggioranza che la minoranza” l’auspicio dell’esponente del Pd “su un tema di questo genere una speculazione politica tra le parti sarebbe puerile e infantile. In ballo c’è la salute di tutti, in particolare delle persone più fragili come i bambini e gli anziani”.

“Arrivati a questo punto occorre prendere il toro per le corna” ha aggiunto il presidente di Commissione “Comune, Asl, Arpa, Università del Piemonte Orientale che ha appena firmato una convenzione con la ex Solvay ora Syensqo e ha anche uno studio sui Pfas in atto da anni che purtroppo procede a rilento, tutti questi enti devono mettersi assieme per collegarsi a chi ha più mezzi ed esperienza scientifica di noi: l’Istituto Superiore di Sanità, i Ministeri della Salute e dell’Ambiente e l’Ispra. Se occorrerà essere inseriti nei cosiddetti Siti di Interesse Nazionale questo passaggio dovrà essere fatto. Serve uno sforzo comune per concretizzare questa idea. Il problema Pfas è solo uno dei tanti che affliggono la zona, oltre al cromo esavalente, cloroformio e metalli pesanti. C’è un elenco lungo come testimoniato dalla sentenza della Cassazione del 2019. Questo elenco dovrebbe essere esaminato con estrema attenzione. Purtroppo c’è una emergenza che non è mai stata superata”.

Durante la Commissione il presidente Di Saverio ha poi ripercorso gli eventi degli ultimi mesi, dalle anomale presenze di C6o4 alla presenza di schiume nel Bormida (un episodio di nuovo emerso ieri a poco più di un mese di distanza dal primo riscontro, ndr), oltre alle tracce di Pfas in tre pozzi di acqua potabile nel territorio di Alessandria (rispetto ai quali, però, Asl ha rassicurato visti i valori molto bassi e al di sotto dei limiti di legge).

Sulle anomale presenze di C6o4 all’interno del polo chimico della ex Solvay, il presidente Di Saverio ha sottolineato che 15 giorni fa sono stati fatti da Arpa ulteriori prelievi e carotaggi nel terreno vicino al reattore E: “Fino a giovedì i risultati ancora non c’erano. Abbiamo anche sollecitato Arpa a effettuare a distanza di un mese prelievi nelle acque di falda al di fuori dello stabilimento, visto che i valori di spostamento delle acque di falda sono lenti, pochi metri al giorno. La migrazione avviene nell’ordine di mesi, ammesso che la barriera idraulica riesca a tenere”.

Sulle tracce di Pfas in tre pozzi di acque potabili di Alessandria, inoltre, Di Saverio ha fatto notare che “da gennaio 2026 entrerà in vigore la legge che impone di non superare i 100 microgrammi come sommatoria di tutti i Pfas. Già oggi, però, negli Stati Uniti c’è già una legge che impone di non superare i 4 microgrammi per litro nelle acque potabili, valori 25 volte inferiori rispetto a noi. La legge italiana prevede anche che la Regione possa stabilire limiti inferiori e che possa anticipare l’entrata in vigore dei limiti. Sarebbe anche interessante verificare nei dintorni dello stabilimento i valori dei pfas nei pozzi privati, usati per abbeverare gli animali. Inoltre è di pochi giorni fa la notizia che la dirigenza del Comune di Alessandria ha sollecitato Amag Reti Idriche a controllare i pozzi dove sono stati trovate tracce di Pfoa nelle acque superficiali. Sono poi in corso controlli di Amag Reti Idriche sui pozzi di Spinetta in zona d5, zona molinetto, via Rana e via del Ferraio: ad oggi non abbiamo ancora i rilievi su questi pozzi”.

Di Saverio è anche intervenuto sulla situazione dell’aria: “Esistono stazioni di rilevamento in via Bolla e via Genova a Spinetta, oltre che all’Istituto Volta di Alessandria e a Piovera. Di recente è stata anche installata una stazione di rilevamento a Dernice, ritenuta come zona bianca. A Montecastello è stata spostata una stazione mobile di rilevamento. I dati di Arpa rilevano la presenza di C6o4 e Adv nell’aria in tutte le stazioni: la differenza è che a Spinetta sono stati raggiunti picchi di 12 microgrammi per metro cubo, mentre le concentrazioni sono ovviamente inferiori nelle altre zone. I valori di riferimento sono quelli di Arpa Veneto: facendo un paragone sono 900 volte inferiori rispetto ai picchi di Spinetta e decine di volte inferiori ai dati rilevati ad Alessandria. Ho chiesto ad Arpa di mettere una stazione di rilevamento di pfas nell’aria anche nella zona di Alessandria 2000, l’insediamento urbano più vicino in linea d’aria al Polo Chimico, per fare un paragone con i dati evidenziati al Volta”.

Significativo, poi, il giudizio di Di Saverio sul biomonitoraggio, l’analisi del sangue degli abitanti di spinetta: “La montagna ha partorito un topolino: la Regione aveva individuato circa 130 persone sulle quali effettuare il prelievo di sangue, nelle zone dove le rilevazioni su verdure e uova avevano fatto emergere la presenza di Pfas. Alla fine sono state 29 le persone coinvolte:  un numero irrisorio dal punto di vista statistico. Non sono stati testati i cittadini che abitano vicino al Polo Chimico, né quelli della Valle Scrivia. Dai primi risultati che la Regione ha comunicato circa un terzo sui 29 prelievi ha evidenziato valori nel sangue superiori a 20 microgrammi per millilitro, sommando sia i Pfas che gli adv: stranamente questi ultimi erano stati tenuti da parte. La Regione ha quindi stabilito un percorso di controllo per questi soggetti. Per un lavoro scientificamente serio dovremmo biomonitorare molte più persone: in Veneto hanno coinvolto 25 mila soggetti”. 

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