16 Luglio 2025
13:47
Sinistra Italiana contro le zone rosse ad Alessandria: “La sicurezza non si ottiene con manganelli e telecamere”
AGGIORNAMENTO ORE 15.35: la replica del segretario provinciale del Pd Giorgio Laguzzi.
ALESSANDRIA – “Contro le ‘zone rosse’ di Piantedosi e Abonante, vogliamo spazi vivi e giustizia sociale”. Questa la posizione della sezione alessandrina di Sinistra Italiana, dopo l’annuncio dell’istituzione di due aree della città attenzionate dalle forze dell’ordine. Secondo Sinistra Italiana, infatti, “Alessandria non ha bisogno di zone rosse. Non ha bisogno di militari nei quartieri, né di ordinanze che spingono ai margini chi già vive il disagio. Ha bisogno di cura, di servizi, di cultura. E, soprattutto, di una politica che affronti i problemi invece di spostarli. Noi immaginiamo un’altra Alessandria: una città in cui la sicurezza nasce dal sentirsi parte di una comunità, non dal controllo e dalla paura. Una città in cui le persone si incontrano, vivono lo spazio pubblico, partecipano. Vogliamo trasformare il disagio in dialogo e i problemi in progetti”.
Il partito rappresentato a livello nazionale da Nicola Fratoianni “non crede in una città divisa, militarizzata, in cui il disagio viene nascosto dietro le divise anziché affrontato con intelligenza, umanità e responsabilità politica. Le zone rosse rappresentano un approccio miope e pericoloso: si criminalizza la marginalità, si risponde con l’allontanamento forzato invece che con la cura, l’ascolto e l’inclusione. Chi vive un disagio, specie di tipo psichico, non ha bisogno di un controllo di polizia: ha bisogno di servizi territoriali, di medici, psicologi, educatori, centri di accoglienza e percorsi individualizzati. Ha bisogno di una comunità che non lo respinga, ma che lo includa e lo accompagni. Tagliare risorse alla sanità mentale pubblica e poi mandare i Carabinieri a controllare chi soffre è un’ipocrisia che non possiamo accettare”.
“Vogliamo” ha concluso Sinistra Italiana Alessandria “una città più sicura, certo, ma la sicurezza vera non si ottiene con manganelli e occhi elettronici. Si costruisce con il lavoro, con la cultura, con la riattivazione dei quartieri, con eventi che riempiano le piazze, con il rilancio del commercio locale, con spazi pubblici curati e vissuti. Vogliamo che le persone si sentano parte attiva della città, non sorvegliate speciali. Il nostro modello è quello di una città aperta, democratica, solidale. Non accetteremo mai che la povertà venga trattata come un crimine, o che si faccia sicurezza contro qualcuno invece che insieme a tutti. Ci chiediamo” ha concluso Sinistra Italiana con una vena polemica “se l’amministrazione comunale voglia davvero essere la stampella locale di una politica repressiva e sbagliata, o se sia pronta ad aprire un confronto vero sulle soluzioni alternative”.
Da precisare però che lo stesso sindaco Abonante, nell’annunciare l’istituzione delle zone rosse, ha anche rimarcato l’importanza di “portare avanti progetti per avvicinare il lavoro del Dipartimento di Salute Mentale con quello dei Servizi Sociali in modo tale da migliorare la gestione dei casi più problematici in cui la marginalità si somma al disagio psichico”.