Autore Redazione
giovedì
14 Aprile 2016
22:00
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Politica - Alessandria

Il referendum sulle trivelle tra le opinioni locali e le analisi nazionali

Il referendum sulle trivelle tra le opinioni locali e le analisi nazionali

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Domenica anche gli alessandrini, come tutti gli italiani, potranno andare alle urne per decidere se abrogare una norma che permette di estendere la durata delle concessioni per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro 12 miglia dalla costa fino a esaurimento del giacimento. Si andrà al voto il 17 aprile dalle 7 alle 23 e alla chiusura dei seggi i presidenti daranno il via allo scrutinio delle schede. La scheda sarà gialla e i cittadini potranno apporre la croce sul “sì” o sul “no”. Chi vorrà limitare l’estrazione e quindi abolire la norma dovrà mettere la croce sul “sì”. Il referendum sarà valido al raggiungimento del quorum, pari al 50% più uno degli aventi diritto.

Il tema ha coinvolto anche la provincia con la mobilitazione dei comitati per il “sì” a fronte di una quasi assente mobilitazione per la risposta contraria. Per Gianni Gatti, del Comitato alessandrino per il “sì”, il quesito è un’occasione per “riflettere sul fatto che in Italia non c’è un piano energetico se non quello di 30 anni fa che ancora prevede forme arretrate nessuna prospettiva seria su come sfruttare le nostre risorse energetiche. Il referendum sulle trivelle ci permette di ricordare che siamo ancora troppo dipendenti dalle risorse fossili e investiamo ancora poco su elle energie rinnovabili.”

Di opinione differente Michele Fontefrancesco del Partito Democratico, politico che ha annunciato il suo voto negativo in occasione di questo referendum: “le ragioni del ‘sì’ su questo quesito, per usare un paragone, sembrano un approccio simile a quelle di chi, nel caso di un taglio a una mano decide di risolvere il problema amputandola. Non dimentichiamo che dobbiamo ragionare sui controlli innanzitutto e non sull’opportunità di smantellare o meno. Il quesito chiede se si può rinnovare o meno. Con il ‘no’ noi manteniamo la legge e quindi concediamo una proroga all’estrazione. Questo senza teorie del complotto o altri scenari che non c’entrano nulla con questo referendum“.

Per Filippo Boatti, del comitato per il “sì”, la risposta affermativa del referendum permetterebbe di “far pensare al futuro della riconversione energetica. Il ‘sì’ di domenica può dare un’indicazione a questo indirizzo. Abbiamo bisogno di una grande strategia pubblica e di piccole aziende che siano indirizzate dentro questa operazione di riconversione energetica“.

Tuttavia per Michele Fontefrancesco la questione andrebbe circoscritta al tema del referendum: “stiamo parlando di rinnovare licenze estrattive. Oggi le norme danno la possibilità di estrarre fino alla fine del giacimento e questa è una cosa di buon senso. Per questa ragione invito tutti i cittadini a riflettere sul voto, decidere se andare a votare e votare ‘no’ perché la legge garantisce il livello di sicurezza. Quello che dobbiamo chiedere al Governo è un’operazione di maggiore controllo e maggiori tutele per il territorio, ma questo non possiamo chiederlo attraverso un ‘sì’ ma attraverso una campagna di sensibilizzazione che deve partire già da domani“. 

Se volete approfondire ulteriormente questo tema potete leggere le 10 cose da sapere per votare informatile sei risposte ai dubbi sulle trivelle; i dieci motivi per andare a votare.

 

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