Autore Redazione
martedì
18 Febbraio 2020
02:49
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Calcio - Valenza

Fabio Nobili fa 300 panchine in carriera: “E pensare che iniziai per gioco”

Il tecnico della Valenzana Mado ha tagliato l'importante traguardo domenica contro la Gaviese. "L'importante è continuare a divertirsi"
Fabio Nobili fa 300 panchine in carriera: “E pensare che iniziai per gioco”

VALENZA – Trecento panchine e non sentirle. Fabio Nobili ha festeggiato l’importante traguardo domenica scorsa quando con la Valenzana Mado ha affrontato la Gaviese. Un 1-1 che non ha rovinato la personalissima festa dell’allenatore. “E pensare che avevo iniziato quasi per gioco, spinto da Gianni Coppa che mi portò ad allenare le giovanili della Don Bosco“, si schernisce il mister.

Era il 2008 e da quell’anno Nobili non ha più lasciato la panchina. In 12 anni l’allenatore ha vissuto il calcio provinciale con intensità e passione. “Sicuramente l’Asca nel mio cuore occupa un posto importante dato che di queste 300 presenze da allenatore, almeno 150 le ho realizzate con questa società. Ma ogni anno l’ho vissuto con intensità e passione“, spiega.  Poi c’è stato l’exploit nella passata stagione “con il Felizzano, unica volta in cui sono subentrato in corsa, con cui abbiamo centrato 11 vittorie consecutive raggiungendo i playoff“. Nella top tre delle esperienze in carriera più belle Nobili ci mette anche “quella con la rappresentativa del Piemonte dove arrivammo terzi. La ricordo con piacere anche se non entra nel novero delle 300 partite con i club. È stata un’esperienza unica e che si è conclusa con il migliore piazzamento della regione degli ultimi dieci anni se non ricordo male“.

Un ricordo particolare anche per un calciatore, Federico Nacci che alla Pro Settimo in serie D “era diventato un po’ il mio pallino. Si tratta di un centrocampista classe 1998 che è di proprietà del Pisa e ora gioca nel Bisceglie in C. Lui lo ricordo sempre con affetto. Credevo e credo molto nelle sue capacità“. E per il futuro Nobili si augura “altre 300 panchine. O anche di più. L’importante è continuare a divertirsi. Se dovesse mancare improvvisamente questa componente e se non dovessi più vivere con entusiasmo gli allenamenti e le sfide quotidiane di quello che io definisco un hobby allora vorrebbe dire che è arrivato il momento di smettere“.

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