16 Febbraio 2021
12:09
Longo: “Un pareggio non è la fine del mondo ma dobbiamo osare di più. I conti si fanno alla fine”
ALESSANDRIA – Archiviato il deludente pareggio di sabato contro la Giana Erminio, per l’Alessandria Calcio è già tempo di tornare in campo. Mercoledì alle 15 i grigi di mister Longo, scivolati al quinto posto in classifica a -10 dalla capolista Como, se la vedranno in trasferta contro il Grosseto. Undicesimi in classifica, i toscani sono reduci dalla pesante sconfitta contro la Pro Vercelli ma in casa hanno una serie aperta di tre risultati utili consecutivi. “Al di là della partita di Vercelli, che fa storia a sé, il Grosseto sta dimostrando di poter lottare per i playoff” ha detto il tecnico dei grigi “È una squadra che non offre punti di riferimento, a centrocampo giocano con un rombo di grande movimento. Il modulo adottato è il 4-3-1-2 con un interscambio continuo di posizioni: un trequartista che si abbassa e costruisce l’azione, il play che si alza e le mezzali che ruotano. Insomma, una squadra che ha nella occupazione degli spazi la sua caratteristica migliore. Ha giocatori di grande fisicità e corsa. È una partita da giocare al massimo delle potenzialità, affrontiamo una buona squadra”. In casa l’unica novità sul fronte dell’organico rispetto al match di sabato è il ritorno di Giorno, che ha scontato il turno di squalifica: “Un playmaker atipico, che si muove tanto, dinamico” ha sottolineato Longo. Ancora out Bruccini mentre, in attacco, Arrighini dovrà scontare un altro turno di stop. “Qualche rotazione? Giocando ogni tre giorni valuteremo ogni aspetto dopo la rifinitura di oggi. Vedremo chi ha recuperato o se c’è chi ha bisogno di rifiatare, qualche alternanza ci può essere. Se si vuole dare identità e fisionomia alla squadra il cambiare sempre tanto potrebbe rallentare il processo di crescita. Occorre infatti iniziare a migliorare qualche automatismo e l’intesa tra i giocatori”.
“Sotto l’aspetto della personalità, del coraggio e della voglia di osare dobbiamo crescere“ ha aggiunto Longo “voglio una squadra che giochi col piglio di chi deve andare in campo con spirito spregiudicato, assumendosi dei rischi nel fare la giocata, in alcune circostanze negli ultimi 30 metri serve anche qualche giocata del singolo che si assuma la responsabilità di fare un dribbling, di calciare, dobbiamo crescere e stiamo lavorando per questo. Mancanza di grinta? Mi posso arrabbiare solo per i 20 minuti contro il Novara. Con la Pistoiese e con l’Olbia, invece, abbiamo vinto lottando con le unghie e coi denti, sacrificandoci e soffrendo. Abbiamo poi pareggiato con Lecco, una squadra di alto livello e avremmo anche potuto vincere. Contro la Giana il risultato è inaccettabile, ma abbiamo creato 15 palle gol senza tramutarle in rete. Non voglio parlare di sfortuna perché secondo me non esiste: ci manca quel pizzico di cuore, quella positività che ti permette di osare, ma questo è un gruppo che vuole lavorare per vincere. Oltre alla qualità tecnica serve il carattere, bisogna rendere anche sotto pressione, bisogna saper lavorare con grandi aspettative. Per questo la squadra, lo staff, i tifosi e la stampa devono essere bravi ad avere il giusto equilibrio nei vari momenti, i campionati non si vincono o si perdono nella singola partita. I conti si fanno alla fine, bisogna riuscire a mandare in campo i ragazzi con l’entusiasmo e la serenità giusti per potersi esprimere. A volte se si pareggia una partita non è la fine del mondo ma si va avanti e si continua. Nella mia carriera ho sempre trovato situazioni difficili ma alla fine abbiamo raggiunto l’obiettivo. Quello che conta sono i contenuti, la coerenza e la schiettezza che trasmetto ai miei calciatori, toccando le corde giuste. Dobbiamo costruire una mentalità forte e vincente, essere capaci di stare nelle difficoltà e superarle. Tutte le squadre che vincono attraversano momenti difficili ma li superano”.