Autore Redazione
martedì
25 Novembre 2025
11:58
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Cronaca - Pavia

Carabinieri rafforzano l’impegno contro la violenza sulle donne. Nel 2025 già 307 reati perseguiti

Carabinieri rafforzano l’impegno contro la violenza sulle donne. Nel 2025 già 307 reati perseguiti

PAVIA – A Pavia l’impegno dei Carabinieri contro la violenza di genere si rafforza in occasione del 25 novembre. Alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne, i militari del Comando Provinciale e delle Compagnie del territorio hanno partecipato a un seminario per rafforzare formazione e procedure del “Codice Rosso”. Anche in provincia, i numeri confermano l’attenzione al tema e alla tutela delle vittime di violenza: nel 2024 sono stati perseguiti 396 reati legati al Codice Rosso, con 23 arresti in flagranza e 33 misure cautelari eseguite. Nel 2025, finora, i reati perseguiti sono 307, con 15 arresti in flagranza e 41 misure cautelari.

E in occasione del 25 novembre molte caserme dell’Arma si illumineranno di arancione, aderendo alla campagna internazionale “Orange the World”: un segnale visibile di vicinanza alle vittime e di un “no” fermo a ogni forma di violenza. A livello nazionale l’impegno dei Carabinieri passa attraverso materiale informativo, locandine e video diffusi sui principali canali social dell’Arma, affiancati da interviste a militari impegnati quotidianamente sul fronte della tutela delle vittime. Tra i principali strumenti di sensibilizzazione anche lo spot realizzato con l’attrice Cristiana Capotondi, che richiama i valori di rispetto, ascolto e legalità e sottolinea l’urgenza di un cambiamento culturale per costruire un futuro libero dalla violenza.

Accanto alla comunicazione pubblica, prosegue il lavoro sul territorio. L’Arma conferma il coinvolgimento di scuole e comunità con incontri informativi in molti Comuni, rivolti soprattutto ai giovani. L’obiettivo è promuovere una nuova cultura del rispetto verso le donne, valorizzandone dignità e risorse e superando definitivamente stereotipi e retaggi culturali che alimentano disuguaglianza e sopraffazione.
Nel tempo l’Arma ha costruito una rete articolata di prevenzione e contrasto: dalla Sezione Atti Persecutori, istituita nel 2009 all’interno del Reparto Analisi Criminologiche, che studia il fenomeno e supporta l’analisi dei fattori di rischio, alla Rete nazionale di monitoraggio attiva dal 2014, composta da ufficiali di polizia giudiziaria con formazione specifica. La preparazione degli operatori è garantita da corsi dedicati presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative (ISTI) e da seminari organizzati con il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, per migliorare l’approccio alle vittime vulnerabili fin dal primo contatto.

Le Stazioni Carabinieri, capillarmente diffuse sul territorio, restano il primo presidio di ascolto e aiuto, vere “porte della speranza” per chi decide di denunciare. Tra i progetti più rilevanti c’è “Una stanza tutta per sé”, avviato nel 2015 con Soroptimist International d’Italia: ad oggi sono 211 le stanze realizzate nelle caserme, spazi riservati e protetti per accogliere e ascoltare le vittime con strumenti adeguati. L’iniziativa è stata potenziata anche con la versione portatile del progetto, un kit per raccolta audio-video delle denunce (79 già distribuiti). Prosegue inoltre “Mobile Angel”, che prevede la consegna, alle vittime che denunciano, di smartwatch in grado di inviare allarmi e geolocalizzare la persona: il sistema è attivo nelle province di Napoli, Milano, Torino, Ivrea e Roma, con 71 dispositivi complessivi già in uso.

I numeri confermano la portata del lavoro sul campo. Nel 2024, rispetto al 2023, i reati perseguiti dai Carabinieri nell’ambito del “Codice Rosso” sono aumentati da 57.656 a 60.972. Nei primi nove mesi del 2025 i reati trattati sono stati 40.803. Cresce anche l’attività repressiva: nel 2024 gli arresti legati al Codice Rosso sono stati 9.484 (contro i 7.650 del 2023), mentre nei primi nove mesi del 2025 si contano già 6.673 arresti. L’attenzione è rivolta soprattutto ai cosiddetti “reati spia” – atti persecutori, maltrattamenti in famiglia, violenze sessuali – spesso anticipatori di escalation più gravi.

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