Autore Redazione
sabato
15 Agosto 2015
22:00
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Tempo Libero

Il fantasma senza testa della Torre di Novi

Il fantasma senza testa della Torre di Novi

NOVI LIGURE – Leggende, aneddoti, storie fuori dalle righe aleggiano ed animano sontuose ville signorili, imponenti fortezze e antichi castelli. Come da tradizione, sono proprio queste le location a narrare e tramandare nei secoli e negli anni storie paranormali, misteriose e occulte.

Racconti che affascinano e al tempo stesso risultano agghiaccianti. Sospesi tra l’astratto e il concreto questi miti affondano le loro radici in macabre storie di suicidi, delitti, impiccagioni, prigionie, sanguinose guerre e tanto altro.

Sagome scure e nebbiose, ombre, rumori e grida improvvise, fantasmi, che ci crediate o meno, anche la nostra provincia risulta essere un libro aperto di storie paranormali, in puro Scottish style. Dopo il Castello di Piovera e Villa Pastore a Valenza anche Novi Ligure ha la sua misteriosa apparizione.

Situata in provincia di Alessandria, a ridosso delle pendici dell’Appennino Ligure ed immersa e circondata da verdi colline e splendidi vigneti, si trova la cittadina di Novi Ligure. Un paese che non ha scritto solo alcune pagine dello sport italiano grazie a Coppi e Girardengo ma anche alcune tetre pagine della cronaca nera, da Erika e Omar al serial killer Donato Bilancia. Storie brutali che hanno donato al capoluogo novese un grigio e cupo alone di mistero e di paura.

Novi è però avvolta da una leggenda molto curiosa, ancor più antica, tetra ed oscura dei recenti drammi. Più precisamente è la torre che spicca a lato della chiesa di S. Andrea, testimone superstite dell’antico splendore del castello medievale, a far da sfondo al misterioso aneddoto. Oggi la torre, alta quasi trenta metri e a pianta quadrata, è l’unico residuo rimasto in piedi del castello. Anticamente la città era protetta da una maestosa rocca in pietra e mattoni, teatro di una serie di scontri tra Genova e Milano e, di vere o presunte scelleratezze.

Per più di un secolo nell’antico maniero imperversarono una serie di lotte intestine nella famiglia dei Campofregoso. Tristi vicende che la tradizione popolare ha tramandato fino ai gironi nostri. Tra queste merita di essere citata l’ambigua figura di Donna Orriga dei Campofregoso. Una donna tiranna e feroce con una passione a dir poco inquietante: si dice che la nobile amasse far precipitare gli amici occasionali in un trabocchetto nascosto nel “corridoio della morte”.

Nel castello si diffuse nei secoli un eterno conflitto tra sacro e profano, che celava numerose disgrazie, vicende aspre e bellicose. Oltre a queste drammatiche avventure l’anima del castello narra la storia di un’apparizione angosciante.

Secondo alcune testimonianze, intorno ai resti del castello nelle notti di luna piena, si aggirerebbe un cavaliere spettrale senza testa. Il fantasma, in groppa al suo cavallo bianco, compirebbe qualche giro intorno alla torre per poi scomparire tra le sue mura. I racconti dicono che chi ha avuto modo di avvistare il fantasma lo abbia descritto come vestito di una lucente armatura di metallo, sopra la quale vi sarebbe incisa la frase “Vi a cappella niger”. Una frase che significa letteralmente “uomo, allontanati dalla capra” e che per alcuni si riferirebbe ad una storia di sangue, la cui responsabile sarebbe la tanto temuta Donna Orriga di Campofregoso. Infatti, il passatempo preferito dalla nobildonna tiranna di Novi era reclutare amanti occasionali per poi disfarsene una volta ‘consumati’, tramite decapitazione, come una mantide religiosa. Per altri invece il cavaliere senza testa sarebbe un cavaliere al servizio di un potente signore feudale, catturato dai tortonesi per morire poi decapitato in una segreta del castello.

Che sia una storia vera o un falso mito, racconti e testimonianze si trovano concordi nel pensare che la presenza reclami oggi vendetta per un terribile torto subito.

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