26 Febbraio 2024
07:15
Al via raccolta firme per cambiare la sanità lombarda
LOMBARDIA – “Cambiare la sanità lombarda“, fermando “la privatizzazione strisciante” e cancellando le liste d’attesa. Con questi obiettivi il gruppo regionale del Pd annuncia la presentazione di un progetto di legge di iniziativa popolare. L’occasione è la prima conferenza regionale dem sulla sanità, ‘La salute è un diritto’. Il pdl, in due articoli, mette mano dalla legge regionale n. 33 del 2009, come modificata dalle riforme Maroni del 2015 e Fontana-Moratti del 2021. La raccolta firma inizierà nelle prossime settimane.
L’intento, illustra il Pd, è “riscrivere i principi” che governano il Servizio sanitario regionale, “togliendo l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata, e obbligando la Regione a fare programmazione e a governare l’offerta fornita dagli operatori privati, indirizzandoli verso le prestazioni maggiormente necessarie. Quattro i principi che vengono introdotti: universalità del servizio, centralità della prevenzione, priorità dei servizi territoriali, governo pubblico degli erogatori. La modifica dei principi, se approvata, porterebbe con sé la necessità di modificare di conseguenza tutto il resto della legge”. Il dem hanno scelto lo strumento della legge di iniziativa popolare “per forzare il Consiglio regionale, come da regolamento, ad esprimersi entro 9 mesi“.
“Io credo che, a un anno dalle elezioni regionali, possiamo intanto dire che Fontana e Bertolaso sono bocciati su tutta la linea perché la sanità oggi è da ricostruire – attacca il capogruppo Pd in Lombardia, Pierfrancesco Majorino. E in questi mesi abbiamo avuto solo chiacchiere. Nessun tipo di atto vero, effettivo, profondo, di rilancio e ripensamento del servizio sanitario regionale, della sanità pubblica. Per questo presentiamo una legge di iniziativa popolare che mira a modificare i principi di fondo attraverso i quali si determinano le scelte in sanità a livello regionale, a partire dal tema dell’equivalenza tra pubblico e privato, tema per noi fondamentale, perché dobbiamo evitare che l’equivalenza voglia dire, praticamente, la privatizzazione strisciante. Per questo diciamo che occorre cancellare il termine equivalenza e sostituirlo con integrazione“.
“Ma soprattutto, concretamente – sottolinea Majorino – ciò vuol dire costruire il Centro unico di prenotazione per la gestione delle liste d’attesa entro 12 mesi e non entro 3 anni come pensano di fare Fontana e Bertolaso, mettendo un vincolo: il privato che non sta nel Cup” unico “non riceve risorse pubbliche a nessun livello. Un vincolo sancito per legge e non solo a chiacchiere. E questa è una sfida che lanciamo a chi governa: essere coraggiosi. La nostra legge di iniziativa popolare, inoltre, mira a riorganizzare la dimensione territoriale dei servizi, perché non abbiamo la possibilità di promuovere buone ed efficaci politiche riguardanti la salute se non irrobustiamo una rete territoriale che va molto oltre gli ospedali“.