15 Aprile 2025
09:59
Connessioni delicate. Studio pavese accende i riflettori sull’uso dello smartphone durante l’interazione con un neonato
PAVIA – Uno studio congiunto del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia e dell’IRCCS Fondazione Mondino, pubblicato sulla rivista Biological Psychology, accende i riflettori sugli effetti dell’uso dello smartphone durante i primi scambi affettivi tra madre e neonato.
Attraverso un approccio sperimentale innovativo, che ha unito microanalisi comportamentale e termografia a infrarossi, i ricercatori hanno osservato 38 interazioni madre-bambino (età dei piccoli: 3-4 mesi) in situazioni di gioco libero alternate a brevi interruzioni.
Le distrazioni imposte alle madri includevano sia compilazioni digitali su smartphone, sia compilazioni analogiche su supporto cartaceo. I risultati hanno evidenziato che entrambe le forme di distrazione causano segnali di disagio comportamentale nel neonato. Tuttavia, solo le interruzioni digitali sono risultate associate a una reazione fisiologica significativa, ovvero una riduzione della temperatura cutanea nella zona frontale del volto del bambino, indicatore dell’attivazione del sistema nervoso simpatico, legata a stati di stress.
Un dato ancor più rilevante emerso dallo studio riguarda le madri con abitudini più intense di utilizzo quotidiano dello smartphone: in questi casi, i neonati hanno mostrato una reattività fisiologica maggiore e le madri, durante il momento di “riunione” post-distrazione, hanno manifestato meno comportamenti affettivi.
Secondo la prima autrice dello studio Sarah Nazzari, “anche brevi interruzioni causate dallo smartphone possono influenzare la qualità dello scambio affettivo tra genitore e bambino“.
“Tuttavia – aggiunge – è importante sottolineare che la ricerca è stata condotta in un contesto sperimentale controllato. Saranno necessarie ulteriori indagini in contesti naturalistici per comprendere come i genitori regolino spontaneamente l’uso dello smartphone nella quotidianità“.
“Si tratta di uno studio innovativo, nato dalla sinergia virtuosa tra diversi laboratori e colleghi del nostro Dipartimento, tra cui la prof.ssa Gabriella Bottini e il dottor Gerardo Salvato – aggiunge il professor Livio Provenzi, direttore del Laboratorio di Psicobiologia dello Sviluppo dell’Università di Pavia e della Fondazione Mondino – È parte di un filone di ricerca che portiamo avanti da anni a Pavia e che approfondisce i temi legati alla psicobiologia della genitorialità nei primi mille giorni, dalla gravidanza ai due anni di vita”.
Lo studio contribuisce al dibattito scientifico su un fenomeno emergente noto come Technoference – l’interferenza della tecnologia nelle relazioni umane – e invita a riflettere sull’importanza di un uso consapevole dei dispositivi digitali, soprattutto nelle fasi più precoci dello sviluppo infantile. In un’epoca sempre più connessa, la sfida diventa saper disconnettersi quando conta davvero.
(in copertina foto tratta dal sito Unsplash)