Mezzo secolo di Radio Voghera, la voce di una comunità. Sabato la presentazione del libro “Microfono Aperto”
VOGHERA – Cinquant’anni possono essere un soffio, se vissuti con la leggerezza di una canzone alla radio, oppure un’epoca intera, se attraversati con la forza delle storie che un’emittente locale sa custodire. È proprio questo intreccio di memoria, voci e comunità che torna a vivere in “Microfono Aperto”, il volume edito da Guardamagna Editori che ripercorre mezzo secolo di Radio Voghera, una presenza capace di accompagnare generazioni di ascoltatori e di diventare parte dell’identità cittadina.
Il libro sarà presentato sabato 29 novembre alle ore 17, nella cornice del Teatro San Rocco, durante un incontro condotto da Maurizio Civini e promosso dall’associazione Amo Voghera, con il patrocinio del Comune. L’ingresso sarà libero, ma con un significato che va oltre la semplice partecipazione culturale: il ricavato delle vendite verrà devoluto ad AMROP, a sostegno della lotta contro le malattie renali. Un gesto che unisce cultura e solidarietà, coerente con lo spirito che Radio Voghera ha portato avanti nel tempo: essere un luogo aperto alla città, alle sue fragilità e ai suoi bisogni.
Dietro “Microfono Aperto” c’è un lavoro lungo e paziente, come spesso accade quando si cercano le tracce di un passato che non è ancora digitale, né immediatamente archiviato. Gli autori Fabio Draghi e Angelo Vicini hanno raccontato di un anno intero di ricerca, necessario per ricostruire l’avventura dell’emittente nata in un’epoca in cui la radio era fatta di bobine, taccuini, telefoni fissi e presenza fisica nelle strade. Un tempo in cui fare radio significava anche inventarsi un mestiere ogni giorno, con entusiasmo, intuizione e spesso con mezzi essenziali.
Per ricomporre quel mosaico sono servite testimonianze dirette, documenti e ricordi, frammenti che messi insieme restituiscono il ruolo che Radio Voghera ha avuto per la città: non soltanto un canale di musica o informazione, ma un punto di riferimento quotidiano, un sottofondo familiare capace di tenere compagnia e di raccontare il territorio dal suo interno.
Le radici della storia affondano nel 1974, quando venne registrata la testata RadioteleVoghera Giornale Audiovisivo. È l’inizio di un cammino che si intreccia con la crescita della radiofonia locale italiana, ma con caratteristiche tutte vogheresi. Un anno dopo, il momento destinato a diventare simbolico: il 3 dicembre 1975, in FM, risuona la prima voce ufficiale. È quella di Gino Orsi, con una frase che oggi suona come un inizio solenne e insieme semplice, quasi domestico: “Siete sintonizzati su Radio Voghera”. Da lì in avanti, la radio non smette più di parlare alla sua città.
In cinquant’anni Radio Voghera ha attraversato le trasformazioni della società e dei media, rimanendo però fedele alla sua natura originaria: raccontare la vita locale. Informazione puntuale, musica scelta con cura, programmi di intrattenimento, rubriche, dirette di eventi, spazi di comunità. È stata la radio delle notizie che arrivavano in tempo reale, ma anche delle dediche, degli appuntamenti cittadini, delle feste e delle emergenze. Un compagno di viaggio costante, capace di dare voce a chi spesso non ne aveva altrove.
Ogni emittente locale, quando funziona davvero, diventa un archivio emotivo. E Radio Voghera lo è stata: una radio che, anno dopo anno, ha raccolto i suoni della città e li ha rimandati indietro amplificati, creando appartenenza. Per molti ascoltatori è stata una prima scuola d’ascolto, per altri un’abitudine irrinunciabile, per altri ancora un luogo in cui riconoscersi.
A sottolineare il valore profondo di questa storia è intervenuta anche la sindaca Paola Garlaschelli, che ha incontrato gli autori insieme a Maurizio Civini, a Mario Diani – storica voce dell’emittente – e a Giorgio Grandi, figlio di uno dei fondatori. Le sue parole hanno messo a fuoco ciò che in fondo il libro vuole dimostrare: «Radio Voghera non è stata solo una radio, ma un pezzo di identità collettiva. Questo libro restituisce alla città un patrimonio di memoria e passione».
Non nostalgia fine a sé stessa, dunque, ma memoria come strumento vivo: durante l’incontro, ha aggiunto la sindaca, sono state poste le basi per un progetto che riporti le storiche voci dell’emittente al centro della vita cittadina. Un’idea che sembra nascere non tanto per celebrare un anniversario, ma per rimettere in circolo un patrimonio di esperienza e di legami che appartiene a tutta Voghera.
L’appuntamento del 29 novembre si prospetta quindi come qualcosa di più di una presentazione editoriale. Sarà un momento di racconto collettivo, di ritrovo tra generazioni diverse, di riconoscimento verso chi ha costruito, ascoltato e amato Radio Voghera. Una celebrazione che non guarda solo al passato, ma prova a riaccendere il filo tra una comunità e le sue voci più familiari.
Perché certe storie non finiscono davvero: cambiano frequenza, magari cambiano linguaggio, ma restano nel modo in cui una città ricorda sé stessa. E “Microfono Aperto” sembra voler dire proprio questo: che a distanza di cinquant’anni, quel microfono è ancora lì, pronto a restituire a Voghera la sua voce.
(In copertina la videointervista a Maurizio Civini, una delle voci storiche di Radio Voghera)