Autore Redazione
lunedì
23 Dicembre 2013
00:00
Condividi
Politica - Alessandria

Questione Tra: i lavoratori Amag invocano maggior confronto

Questione Tra: i lavoratori Amag invocano maggior confronto

Di seguito il comunicato stampa approvato questo lunedì all’unanimità dall’assemblea delle lavoratrici e lavoratori del Gruppo Amag. 

Abbiamo appreso dai mezzi di informazione che il Consiglio Comunale di Alessandria, nella seduta del 20 dicembre, ha approvato a maggioranza una mozione che impegna Alegas, società del Gruppo Amag, ad assumere i lavoratori del Teatro, per i quali dal mese di gennaio scatterà il licenziamento. Un dramma che si aggiunge ai tanti che falcidiano il tessuto sociale alessandrino, messo a dura prova sia dalla crisi che colpisce tutto il Paese, sia dagli effetti del dissesto dell’Amministrazione Comunale. A questo proposito, vogliamo ricordare che anche l’AMAG ha subito una pesante perdita e una crisi di liquidità, acuita da un’enorme massa di altri crediti non riscossi. Per i dipendenti questo ha significato blocco del pagamento del salario di secondo livello e timori circa la tenuta dei livelli occupazionali e della capacità di erogazione degli stipendi, oltre alle preoccupazioni connesse all’andamento dell’attività aziendale, a causa dei ritardi nei pagamenti delle forniture.
Nonostante ciò, il livello qualitativo del servizio è rimasto immutato ed oggi si intravvede qualche segnale positivo per il prossimo anno, nel corso del quale si svolgerà la gara pubblica per la concessione delle reti gas, che inevitabilmente riacutizzerà i timori per l’occupazione. In questa situazione, i lavoratori hanno fatto e continueranno a fare la loro parte, pagando errori di gestione e sperperi che certo non dipendono dalle loro scelte. Il loro disagio, tuttavia, cresce costantemente:
• l’attuale gestione di AMAG appare penalizzata da una dicotomia che determina un forte disorientamento e che appare del tutto incomprensibile, visto che la nomina degli Amministratori è stata effettuata dal Sindaco in piena autonomia
• le reiterate richieste di incontro al Sindaco e al Presidente da parte dei rappresentanti dei lavoratori sono cadute nel vuoto
• la strategia sulla gestione delle reti gas resta ancora poco chiara a pochi mesi dall’emissione del bando di gara
• le notizie relative all’occupazione vengono comunicate ai giornalisti ed è grazie agli organi di stampa che i dipendenti apprendono cosa viene deciso sulle loro teste.

 

Tutto ciò è avvenuto anche in occasione della discussione sui lavoratori del Teatro, ai quali vanno tutta la solidarietà e l’impegno a ricercare ogni possibile soluzione, ma il cui collocamento all’interno del Gruppo AMAG non potrà che determinare il rapido deterioramento di una situazione già precaria. Il dramma dei dipendenti scaturisce da questa mancanza di considerazione da parte di alcuni Amministratori, che continuano a rifiutare ogni confronto con i lavoratori, come se essi non fossero degni di partecipare alla discussione che riguarda la loro condizione attuale e quella futura. Eppure dovrebbero aver presente che i servizi pubblici essenziali non sono di proprietà delle Giunte comunali, che si trovano ad amministrarli nell’interesse collettivo per la durata di qualche tornata amministrativa, ma sono patrimonio dei cittadini. Cittadini ai quali i lavoratori hanno sin qui dimostrato di non voler arrecare danni o disagi evitando di mettere in campo scioperi o azioni che potessero minare la qualità di servizi, quali acqua e gas, che rappresentano un bene comune prioritario.
I lavoratori e le lavoratrici AMAG, richiamano questa Amministrazione e il Sindaco Rita Rossa, al semplice fatto che il lavoro va difeso non solo con mozioni di maggioranza, ma anche confrontandosi con chi lo presta. Chiedono loro di difendere i beni comuni di questa città e le sorti di un’Azienda che si è rivelata strategica per la tenuta del Bilancio comunale, anche grazie al lavoro dei dipendenti, che legittimamente si attendono un confronto sulle decisioni che li riguardano.
Diversamente, azioni di lotta e sciopero saranno inevitabili, così come i disagi per una collettività già duramente provata”.

 

Condividi